Colonnine in autostrada: da 100 kW e almeno due operatori per l’Antitrust

Gianluca Pezzi
12/04/2022

Colonnine in autostrada: da 100 kW e almeno due operatori per l’Antitrust

Le colonnine in autostrada dovranno essere da almeno 100 kW e dovranno esserci almeno due operatori diversi, almeno secondo l’Antitrust. Dove non ci arriva il governo, c’è l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) a cercare di mettere ordine nella disorganizzazione del settore.

La raccomandazione è contenuta nei Bandi Di Gara Dei Concessionari Autostradali, nel bollettino n.12 del 2022, pubblicata sul sito dell’Autorità in questi giorni. Ed è proprio tramite il meccanismo delle concessioni, che c’è la possibilità di regolamentare la gestione della ricarica elettrica in autostrada.

Ci deve essere concorrenza anche nella ricarica

Se con i carburanti tradizionali sarebbe stato difficile fare convivere due aziende diverse nello stesso luogo, con l’energia elettrica tutto cambia, ecco perché l’Autorità vuole che sia affermato il principio della concorrenza in autostrada. Almeno due operatori diversi per combattere sul nascere idee di monopolio, e soprattutto con un numero adeguato di colonnine per le auto elettriche che circoleranno in futuro.

Ciò posto, riguardo alla pluralità (“almeno due”) di Charging Point Operator (CPO), prevista per tutte le classi di AdS, l’Autorità ritiene che la stessa massimizzi la pressione concorrenziale tra gli operatori, risultando così più efficace nell’impedire la formazione di sacche di potere di mercato tra i CPO attivi lungo le autostrade italiane rispetto a quanto si potrebbe ottenere ricorrendo alla sola concorrenza tra punti di ricarica posti in più AdS di ciascuna tratta autostradale.

Infatti, il confronto tra offerte situate in diverse AdS, oltre ad essere ovviamente meno immediato rispetto a quello tra operatori situati all’interno della stessa area, potrebbe anche in molte situazioni rivelarsi un’opzione concretamente non praticabile a causa della minore autonomia di percorrenza delle auto elettriche
rispetto a quelle azionate da motori a combustione interna“.

Colonnine da almeno 100 kW

Ricarica più rapida significa anche colonnina occupata per meno tempo, e quindi più disponibile per altre vetture.

“ Al riguardo, alla luce del rilevante progresso intervenuto negli ultimi anni, e tenuto conto del tipo di servizio di ricarica in ambito autostradale, si ritiene che i punti di ricarica ultraveloci da installare nelle AdS autostradali debbano necessariamente essere dotati di una potenza uguale o superiore ai 100 kW, in grado di consentire tempi di ricarica sostanzialmente assimilabili a quelli propri del rifornimento di carburante tradizionale”.

E fortunatamente si guarda anche al futuro: “… sebbene l’attuale parco di veicoli elettrici attualmente in circolazione sia composto da auto con batterie a potenze inferiori a 100 kW, si ritiene che l’auspicato sviluppo del mercato dei Battery Electric Vehicle (BEV) potrà avvenire solo se sarà disponibile, anche in ambito autostradale, una rete di punti di ricarica a potenze più elevate di 50 kW, proprio al fine di abbattere i tempi di ricarica che rappresentano il maggior ostacolo alla diffusione dei veicoli elettrici”.

Abbiamo abbastanza energia?

Sogni o desideri, rimane il fatto che la richiesta di energia elettrica aumenterà a dismisura nei prossimi anni. E’ tutto da vedere come la rete sarà in grado di gestire gli eventuali picchi. Al momento possiamo soltanto osservare come andranno le cose nella prossima estate, e verificare che si verificheranno black-out come accaduto negli scorsi anni.

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