Come si riciclano le batterie delle auto elettriche

Robin Grant
05/08/2022

Come si riciclano le batterie delle auto elettriche

Il riciclo delle batterie delle auto elettriche è uno dei dubbi principali relativi alla transizione energetica. In generale, alcune delle componenti principali possono essere riutilizzate, ma non tutte, motivo per cui quando sono troppo “deboli” per alimentare ancora le auto, vengono usate come accumulatori di energia per altro.

Questi accumulatori, proprio come quelli di qualsiasi altro dispositivo alimentato a batteria, possono immagazzinare energia e ricaricarsi, ma una volta esaurita la loro capacità la domanda è se si possono riutilizzare, perché altrimenti rappresentano un grande danno per l’ambiente.

La durata delle batterie

Secondo alcune fonti, le case automobilistiche garantiscono le batterie per almeno 8 anni o 160.000 km, anche se poi dipende dagli Stati. Le batterie certamente perdono di capacità nel tempio, ma non in maniera così grave come si tende a pensare, e non è una cosa di cui preoccuparsi per le elettriche a lunga autonomia di oggi.

Il degrado è poi variabile: se per esempio si lascia scendere la percentuale sotto al 20% molto spesso, il degrado può essere più veloce.

Fiat Nuova 500e

Ci sono poi studi, come quelli di Geotab, secondo i quali la stragrande maggioranza delle batterie dura più a lungo della vita utile del veicolo. Certo, bisogna considerare anche quali Paesi sono stati presi in considerazione: è noto che in Italia il parco auto è molto vecchio, perché si tende a cambiare vettura con meno frequenza che in altri Paesi.

Ad ogni modo, in base ai costi un proprietario di un veicolo elettrico dovrebbe prendere in considerazione la sostituzione delle batterie quando si degradano tra il 70 e l’80% delle loro capacità originali, quando appunto l’auto non è più in grado di garantire autonomia e potenza previste. In questo caso, però, non significa che la batteria sia da buttare, ma viene usata per altri scopi, e se ciò avviene negli anni garantiti, la sostituzione non ha costi per il proprietario.

Come lavorano le aziende

Oggi, comunque, a causa principalmente della scarsità di veicoli elettrici e ibridi, riciclare le batterie non è né economico, né veloce né efficiente. L’aumento della diffusione delle auto cambierà le cose, perché quando ce ne saranno abbastanza si potranno creare dei benefici di scala e diminuire i costi, e aumenteranno anche i nuovi utilizzi nella loro vita post-automobile.

Le aziende, ovviamente, ci stanno pensando già ora. Tesla, per esempio, ha affermato di essere in grado di riciclare fino al 92% dei materiali che compongono le sue batterie, delle quali nessuna finisce nelle discariche.

World Car Awards 2022
World Car Awards 2022

Anche Hyundai, presentando la Ioniq 5 (che a noi piace molto), ha fatto affermazioni del genere, mentre Volvo, in occasione del lancio della XC40 Recharge elettrica (qui la prova) dichiarò che la ricerca della sostenibilità parte dalla creazione stessa della batteria.

Inoltre, visti gli alti costi, secondo Wired le batterie sono talvolta immagazzinate in attesa che aumentino i benefici economici del riciclo. Un approccio molto usato dai produttori con le batterie ancora in garanzia. Non mancano i rischi, perché le batterie usate possono causare incendi specialmente se ci sono danni o difetti di fabbrica nelle celle.

Il riciclo del cobalto

L’unico materiale che vale davvero la pena riutilizzare è il cobalto, cosa che lascia litio, manganese, nichel tra quei materiali che potrebbero non essere riciclabili in maniera economica, o richiedere un’elaborazione aggiuntiva che aumenta i costi. Certamente un danno a livello ambientale, e per le stesse aziende impegnate nel riciclo, che potrebbero non avere richiesta di litio e manganese.

Ad ogni modo, riciclare le batterie coinvolge o temperature estreme, o acido, due processi che generano emissioni e rifiuti che, se operati in modo poco accorto, possono finire nell’ambiente. Inoltre, per un risparmio economico, molte aziende che producono batterie cercano di usare meno cobalto, cosa che impatta sui già deboli margini di profitto di chi ricicla.Qui subentra il riciclo diretto, che lascia intatta la miscela catodica ed è più sostenibile. Ma, al momento, è in fase di sviluppo.

Ci sono poi i costi di trasporto. Come spiegato dalla rivista Science, i costi del riciclo riguardano anche quelli del trasporto degli accumulatori da un luogo all’altro, che anche in questo caso possono essere considerevoli, tanto da costituire fino al 40% dei costi complessivi dell’operazione.

I lati positivi

Non mancano anche dei lati positivi. Per esempio, alcune società quali Redwood Materials sono al lavoro per ridurre i costi di trasporto, e soprattutto implementare più materiali riciclati nelle nuove batterie. Questa azienda è al lavoro con i residenti della California in modo da migliorare il suo operato, raccogliendo e riciclando gli accumulatori esausti senza costi per i proprietari.

La stessa California ha dato vita a un team di esperti con il compito di progettare metodi nuovi e più efficienti per riutilizzare le batterie. Ciò significa che se al momento l’industria è leggermente indietro rispetto alla diffusione dei veicoli elettrici (comunque ancora scarsa), i progressi ci sono, e sono anche veloci.

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