Mohammed Ben Sulayem torna a scuotere il dibattito tecnico sulla Formula 1. Dopo aver messo in discussione, lo scorso febbraio, il futuro delle power unit ibride con un post social destinato a far discutere, il presidente della FIA rilancia la sua visione: un ritorno ai motori aspirati V8 o V10, alimentati però da carburanti sostenibili. E lo fa con una convinzione crescente: “Sono ottimista, credo sia la strada giusta per il nostro sport”.
Il tema dei regolamenti motoristici post-2026 è sul tavolo da tempo, ma l’idea di sostituire le attuali power unit ibride V6 con soluzioni più semplici, leggere e spettacolari sta guadagnando terreno. Sulayem indica nel 2029 l’anno ideale per introdurre una nuova normativa tecnica che sappia coniugare prestazioni, spettacolo e sostenibilità ambientale.
Secondo il numero uno della FIA, i recenti progressi sui carburanti sintetici rendono superfluo l’obbligo di puntare esclusivamente sull’elettrificazione spinta. Il motore termico, sostiene, può tornare protagonista se abbinato a combustibili a basse emissioni. Una visione che mette in discussione l’attuale percorso evolutivo della Formula 1, ma che potrebbe anche rianimare il fascino acustico e sensoriale di epoche passate.
L’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2030 resta confermato, ma la via per raggiungerlo potrebbe cambiare. Non più ibridi complessi e costosi, ma motori termici ottimizzati e alimentati con carburanti sintetici, in grado di garantire tanto impatto emotivo quanto compatibilità ambientale. Sulayem è convinto che l’industria abbia i mezzi per affrontare la transizione e che il pubblico sia pronto ad accogliere con entusiasmo un ritorno alle radici.
Le sue parole potrebbero segnare una svolta storica per la Formula 1, aprendo un confronto serrato tra FIA, team, costruttori e partner tecnologici. Il futuro dello sport, tra vincoli ambientali e ricerca dello spettacolo, potrebbe davvero passare per una rinnovata sinfonia di cilindri, giri e passione.