Le multe a Las Vegas si possono pagare con il cibo

Umberto Schiavella
22/11/2019

Le multe a Las Vegas si possono pagare con il cibo

Multe a Las Vegas, come funzionano? Il consiglio comunale di Las Vegas ha da poco approvato all’unanimità un programma innovativo per consentire il pagamento di alcune multe spiccate per il parcheggio con la donazione di alimenti. Il progetto è attualmente in fase di sperimentazione e in caso di successo verrà esteso anche in futuro. D’ora in poi, gli automobilisti che riceveranno delle sanzioni potranno pagarle con del cibo che dovrà, però, essere accompagnato dalla presenza di uno scontrino che ne accerti il valore.

Multe a Las Vegas: come funziona

Tutte le offerte raccolte da questa nuova iniziativa saranno donate all’organizzazione no profit Helping hands of Vegas Valley , da anni impegnata nell’assistenza di anziani poveri e disabili. I prodotti devono essere rigorosamente non deteriorabili e dovranno essere consegnati negli uffici cittadini entro 30 giorni dalla data riportata sulla citazione.

Non tutte le multe a Las Vegas potranno essere pagate utilizzando beni da mangiare. Tutte le violazioni e le infrazioni del codice della strada americano relative al parcheggio per disabili, al blocco di un veicolo, all’occupazione della corsia di emergenza, nonché mettere in pericolo i pedoni dovranno continuare ad essere pagate in denaro sonante.

Multe a Las Vegas: pagamenti alternativi

L’iniziativa collegata alle multe verrà principalmente utilizzata per raccogliere del cibo da distribuire alle persone indigenti durante le prossime festività natalizie. Non si tratta della prima operazione virtuosa promossa dalla capitale del gioco d’azzardo legale.

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Nel luglio 2016 la città di Las Vegas, conosciuta anche come Sin City, aveva già sperimentato il pagamento delle multe sempre relative al parcheggio utilizzando del materiale scolastico. Successivamente, matite, penne, gomme, righelli, pennarelli cancellabili, cartoncini, risme di carta e altro materiale meticolosamente appuntato su una lista veniva donato alla “Teachers’ Exchange“, un’associazione benefica associata alla Public Education Foundation.

 

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