Salone di Ginevra annullato: la decisione doveva essere presa prima

Gianluca Pezzi
28/02/2020

Salone di Ginevra annullato: la decisione doveva essere presa prima

Annullato il Salone di Ginevra: non è una sorpresa. Si tratta infatti di una decisione che doveva essere presa prima, considerando che anche il Mobile World Congress di Barcellona era stato sospeso per l’emergenza coronavirus.

Noi di QuotidianoMotori avevamo anticipato la questione una decina di giorni fa, andando contro corrente rispetto a tutti gli altri organi di stampa. Mentre tutti continuavano a ripetere come un mantra “Ginevra si farà“, avevamo pubblicato l’articolo su Ginevra a rischio coronavirus. Non si trattava di fare i profeti di sventura, ma di prendere semplicemente atto di ciò che stava accadendo. Il coronavirus si stava diffondendo in tutta Europa, e la Svizzera non poteva pensare di risultare immune da tutto.

Così è stato, con 15 casi nelle ultime ore, e gli organizzatori che hanno dovuto rispettare le direttive delle autorità elvetiche. Da oggi in Svizzera fino al 15 Marzo sono vietate le manifestazioni che coinvolgono più di 1.000. La ventilata opzione di far partecipare solo gli addetti ai lavori, meno di 1000, era assurda e non recevibile, immaginando il clima di tensione che si sarebbe creato all’interno degli stessi stand.

Salone di Ginevra 2019 come arrivare

Al momento è escluso il posticipo come per il Salone del Mobile di Milano in contemporanea con il Milano Monza Mortor Show. A quanto ci risulta Maurice Turrettini il presidente del GIMS ha fatto sapere che “non esiste un piano B”.

Ci rammarichiamo per questa situazione, ma la salute di tutti i partecipanti è la nostra priorità come lo è quella dei nostri espositori. Si tratta di un caso di forza maggiore e una perdita enorme per i produttori che hanno investito massicciamente nella loro presenza a Ginevra. Tuttavia, siamo convinti che capiranno questa decisione“, ha dichiarato Turrettini.

Non possiamo però essere d’accordo su quanto afferma il comitato organizzatore, quando dice che “una settimana fa, durante le conferenze stampa che annunciavano l’edizione 2020, non c’era nulla che potesse suggerire che tale misura fosse necessaria. La situazione è cambiata con la comparsa delle prime malattie coronavirus confermate in Svizzera e l’ingiunzione del Consiglio federale del 28 Febbraio“.

Forse è il caso che l’organizzazione assuma dei “suggeritori” migliori, dato che ha sistematicamente ignorato tutti gli allarmi che stavano scattando nel resto del mondo. Bastava semplicemente rendersi conto di quanto stava accadendo a pochi chilometri per capire che il coronavirus avrebbe messo in difficoltà tutti. Decisione che poteva quindi essere presa prima, evitando di sbandierare ad ogni occasione uno stucchevole “Ginevra si farà”.

Non solo. C’è da registrare come l’ostinazione degli svizzeri, nel rimanere fedeli alla linea secondo la quale il Salone si sarebbe svolto, aveva portato alla pubblicazione nella giornata del 26 Febbraio le linee guida sulla salute per espositori e partecipanti. Una posizione irrealistica quanto ridicola, che presupponeva una ideale campana di vetro impermeabile al virus. E non è un caso che proprio dopo la pubblicazione del documento, molti espositori abbiano iniziato a cancellare o ridimensionare in modo massiccio la propria partecipazione.

 

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