chip su scheda madre con stemma della repubblica popolare cinese

L’Olanda litiga con la Cina e mette con le spalle al muro le case automobilistiche che rimangono senza chip. UE dove sei?

La disputa Nexperia tra Paesi Bassi e Cina mette in rischio la fornitura di chip, preoccupa l’industria auto europea e spinge le case a cercare soluzioni.

La presa di controllo del produttore di semiconduttori Nexperia da parte del governo olandese e le conseguenti restrizioni all’export imposte dalla Cina stanno generando forte preoccupazione nel comparto automobilistico europeo.

Mercedes e BMW hanno spiegato di aver siglato accordi per garantire forniture a breve termine, ma hanno ammesso che la situazione è incerta e potrebbe avere ripercussioni sulle linee di assemblaggio in tutta l’Europa. Renault ha istituito un’unità di monitoraggio per mantenere rapporti quotidiani con i fornitori, valutando eventuali rischi sui lanci programmati dei nuovi modelli. Segnali che confermano l’importanza dei semiconduttori di base nei sistemi elettronici delle automobili di oggi.

La questione è esplosa dopo che il governo dell’Aia ha nazionalizzato Nexperia, storica società con sede nei Paesi Bassi controllata dal colosso cinese Wingtech. Le autorità olandesi hanno giustificato l’intervento con la necessità di proteggere know‑how e capacità produttive europee. Pechino dal canto suo ha risposto limitando l’esportazione dei chip realizzati in Cina.

I dispositivi Nexperia non sono componenti sofisticati come i processori dei computer, ma sono integrati in massa nei sistemi elettrici delle automobili (interruttori, centraline, moduli di gestione della potenza). La loro assenza può paralizzare interi impianti di assemblaggio, come ha spiegato l’associazione americana Alliance for Automotive Innovation; il presidente John Bozzella ha avvertito come un blocco prolungato potrebbe avere effetti a catena sulla produzione globale.

Volkswagen ha inviato una lettera ai dipendenti in cui dichiara che finora non ci sono stati stop, ma che non si possono escludere interruzioni produttive a breve termine. Secondo il quotidiano tedesco Bild, la casa di Wolfsburg starebbe valutando un programma di riduzione dell’orario di lavoro sostenuto dallo Stato per decine di migliaia di lavoratori, mentre sono in corso colloqui con le autorità per gestire eventuali fermate dei modelli Golf e Tiguan. L’azienda ha precisato che eventuali sospensioni della produzione previste per i prossimi giorni riguardano questioni di inventario non direttamente legate ai chip, ma la coincidenza ha alimentato l’apprensione delle maestranze.

E’ ora lampante quanto siano fragili le catene di fornitura globali ma soprattutto il legame crescente tra politica industriale e mercato dell’auto. Dopo la carenza di semiconduttori del 2020‑21, la vicenda Nexperia fa emergere il rischio che le tensioni geopolitiche possano colpire anche i componenti più semplici e diffusi.

Le case automobilistiche stanno cercando di diversificare i propri fornitori e di rafforzare la produzione locale di componenti elettronici, ma questo richiede investimenti e tempi di certificazione che non possono essere compressi. Nel frattempo, la prospettiva di ritardi e di costi più alti incombe sulla filiera e mette in allarme concessionari e consumatori in vista della fine dell’anno.

Su questo fronte, si registra ancora un volta il silenzio colpevole della UE che non ha commentato le azioni del governo olandese anche quando sono evidenti le ripercussioni in tutta Europa. Dichiarazioni di facciata a parte, l’Europa dimostra in ogni occasione di non avere una politica industriale coerente così come di non avere una politica internazionale tale da poter competere sul campo con Cina e USA.