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In Cina scoperto giacimento da 1 milione di tonnellate di torio: energia per i prossimi 60.000 anni.

Scoperta in Cina una riserva da 1 Mln t di torio, valutata 178 mld $. Un deposito senza precedenti, destinato a influire sugli scenari energetico e industriale cinesi.

Negli ultimi mesi, scienziati cinesi hanno identificato un esteso giacimento di torio nel bacino minerario di Bayan Obo, Mongolia Interna. La stima ammonta a circa un milione di tonnellate, valutate intorno ai 178 miliardi di dollari. Secondo i dati, questa quantità potrebbe garantire l’energia domestica per la Cina per circa 60.000 anni.

Un geologo cinese ha dichiarato che per generazioni le nazioni hanno combattuto guerre per petrolio e gas, quando proprio in Cina avevano una risorsa pulita “sotto ai piedi”. La conferma arriva anche da un’indagine nazionale che ha individuato 233 aree ricche di torio in tutto il paese.

Il valore del torio nell’energia nucleare

Il torio, se convertito in uranio‑233 tramite neutroni, può alimentare una reazione nucleare in reattori appositamente studiati. Rispetto all’uranio, offre una produzione energetica maggiore e scorie meno durature. I residui radioattivi dei reattori al torio diventano innocui in centinaia, non migliaia, di anni.

Questo ciclo nucleare infatti permette la rigenerazione del combustibile, incrementando l’efficienza e riducendo sprechi. Il risultato potrebbe cambiare la percezione pubblica dell’energia nucleare, rendendola più accettata.

L’estrazione del torio presenta rischi ambientali non trascurabili. A Bayan Obo lo smaltimento delle scorie ha già coinvolto milioni di tonnellate di residui contaminanti, con emissioni e scarichi che hanno messo a rischio le aree circostanti.

Per evitare danni alla salute e all’ambiente sarà essenziale applicare standard rigorosi nelle attività estrattive e di trattamento, bilanciando questa tecnologia con l’ambito della sostenibilità sostenuta da soluzioni rinnovabili come fotovoltaico e fusione.

La Cina proiettata verso il futuro energetico

Questo straordinario deposito rafforza la posizione della Cina nella transizione energetica globale. Il paese sta già investendo in reattori al torio, incluse strutture sperimentali a sale fuso, e punta a impianti di grandi dimensioni entro il prossimo decennio.

A questo si sommano progetti legati alla fusione, infrastrutture AI e smart city, segnalando una strategia multilivello verso l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione. L’obiettivo dichiarato è eliminare gradualmente il carbone entro il 2035.

Impatto globale e prospettive

Se la Cina riuscirà a realizzare una rete commerciale di reattori al torio, il proprio know‑how potrebbe essere esportato, trasformando la tecnologia nucleare mondiale. Altri paesi ricchi di torio, come Turchia e India, potrebbero seguire l’esempio. Ma soltanto la diffusione su larga scala delle centrali a sale fuso potrà determinare un vero cambiamento nel mix energetico globale, rendendo questo giacimento una risorsa potenziale per tutto il pianeta.