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Eurovignette: l’Unione Europea deferisce l’Italia per i pedaggi delle autostrade.

L’Italia non ha recepito nei tempi la direttiva Eurovignette: la Commissione UE la deferisce alla Corte di Giustizia. A rischio multe e tensioni con Bruxelles.

La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver recepito nei tempi previsti la direttiva Eurovignette, che impone l’applicazione di pedaggi maggiorati ai mezzi pesanti più inquinanti. Il termine era fissato al 25 marzo 2025, ma a oggi il provvedimento non è ancora entrato in vigore. Il rischio concreto è ora quello di multe giornaliere fino all’approvazione definitiva della normativa.

Il principio cardine della direttiva è chiaro: far pagare di più a chi inquina di più. Nello specifico, la vignetta forfettaria (cioè il pagamento su base temporale) dovrà progressivamente lasciare spazio a tariffe calcolate sulla distanza percorsa, considerate più eque. A partire dal 2026, sarà inoltre obbligatorio includere nei pedaggi i costi esterni legati all’inquinamento, come le emissioni di CO₂, i gas nocivi allo scarico e la congestione del traffico.

L’obiettivo è duplice: incentivare l’uso di mezzi a basso impatto ambientale e creare una concorrenza più equa nel settore del trasporto stradale, facendo in modo che i costi ambientali ricadano su chi li genera.

La situazione italiana: il decreto c’è, ma è fermo

In Italia, una bozza di decreto legislativo esiste già. Il testo prevede l’introduzione di tariffe differenziate in base a tre criteri: l’uso dell’infrastruttura, il recupero dei finanziamenti pubblici e l’impatto ambientale (con un abbattimento del 50% rispetto ai valori indicati dall’Ue per evitare una doppia imposizione). Il decreto non è però mai stato discusso dal Consiglio dei Ministri, nonostante fosse all’ordine del giorno già il 7 ottobre.

La gestione delle tariffe sarà affidata all’Autorità di Regolazione dei Trasporti, mentre non sono stati inclusi gli oneri legati a inquinamento acustico e traffico, ritenuti troppo complessi da attuare.

Bruxelles ha giudicato insufficienti gli sforzi dell’Italia e ha deciso di passare ai fatti. Il deferimento alla Corte è ufficiale, e in caso di sentenza sfavorevole, il nostro Paese dovrà pagare una sanzione pecuniaria giornaliera fino al completo recepimento della direttiva.

Il nuovo sistema di pedaggio, stando al testo attuale, sarà valido solo per le concessioni autostradali future, lasciando inalterato il quadro per quelle già esistenti. Una scelta che, se da un lato tutela gli equilibri economici in corso, dall’altro potrebbe complicare l’allineamento alle richieste europee.

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