Radiant Nuclear ha annunciato un nuovo round di finanziamento da oltre 300 milioni di dollari, portando la valutazione dell’azienda sopra 1,8 miliardi. L’operazione arriva a pochi mesi da una precedente raccolta da 165 milioni e si inserisce in una fase di forte afflusso di capitali verso il settore nucleare statunitense.
Il round è stato guidato da Draper Associates e Boost VC, con la partecipazione di fondi specializzati in tecnologia ed energia, tra cui Founders Fund e Chevron Technology Ventures. Tra gli investitori storici figurano Andreessen Horowitz e Union Square Ventures.
Un microreattore nucleare trasportabile
Radiant sta sviluppando un microreattore nucleare da 1 megawatt, progettato per essere trasportato via camion e installato direttamente nei siti di utilizzo. Il sistema utilizza raffreddamento a elio e combustibile TRISO, una tecnologia basata su microsfere di grafite e uranio rivestite in ceramica, pensata per garantire elevati margini di sicurezza.
Ogni unità è progettata per funzionare per cinque anni senza rifornimento, con una vita operativa complessiva di circa vent’anni. Al termine del ciclo, il reattore verrebbe rimosso e gestito direttamente dall’azienda.
Data center e infrastrutture critiche tra i primi clienti
Il modello di business di Radiant si rivolge in primo luogo a data center, installazioni industriali e strutture militari, con l’obiettivo di sostituire i generatori diesel utilizzati come fonte primaria o di emergenza. Le unità potranno essere acquistate oppure utilizzate tramite contratti di fornitura energetica.
Ad agosto l’azienda ha firmato un accordo con Equinix per la fornitura di venti reattori, confermando l’interesse del settore dei data center per soluzioni energetiche dedicate e continue.
Radiant prevede di avviare i test del suo reattore dimostrativo presso l’Idaho National Laboratory nell’estate del 2026. L’azienda rientra nel programma federale che punta a portare alcuni nuovi reattori alla fase di criticità entro luglio dello stesso anno, attraverso procedure autorizzative accelerate.
Il programma non prevede finanziamenti pubblici diretti, ma consente una riduzione dei tempi burocratici, elemento centrale per startup che puntano a entrare sul mercato in tempi rapidi.
Un settore in piena espansione
Negli ultimi mesi diverse startup nucleari statunitensi hanno annunciato raccolte di capitale rilevanti, spinte dalla crescente domanda di energia legata all’espansione dei data center e delle applicazioni di intelligenza artificiale. Il modello industriale di molte di queste aziende si basa sulla possibilità di replicare in serie reattori di piccola taglia, riducendo costi e tempi di installazione.
Il passaggio dalla fase di sviluppo alla realizzazione operativa su scala resta il nodo centrale per l’intero comparto, con il 2026 indicato come un momento chiave per verificare la solidità dei progetti annunciati.
Fonti: Radiant Nuclear, TechCrunch. Aggiornato il: 20 dicembre 2026.
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