Le minacce rivolte ad Antonelli sui social preoccupano il paddock: la F1 reagisce in blocco con messaggi chiari contro l’odio online

Dopo il GP del Qatar, Kimi Antonelli è stato bersagliato da insulti e minacce. Bearman prende posizione, Red Bull si scusa, Mercedes segnala oltre 1100 commenti.

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Al termine del Gran Premio del Qatar 2025, Kimi Antonelli è stato vittima di un’ondata di commenti offensivi e minacce sui social. La Mercedes ha denunciato oltre 1100 messaggi ritenuti gravi o sospetti, tra cui anche minacce di morte, a seguito del sorpasso subito da parte di Lando Norris nelle fasi finali della gara.

Bearman difende Antonelli: “Persone tristi e crudeli”

A intervenire pubblicamente contro questa escalation di violenza verbale è stato Oliver Bearman, pilota Haas e anche lui al termine della sua stagione da debuttante. Bearman ha sottolineato la differenza tra l’essere un rookie in un team di vertice come la Mercedes e una squadra di metà classifica come Haas:

“Non ho ricevuto quel livello di critiche. In un team come il mio sei meno sotto i riflettori, puoi sbagliare senza essere travolto.”

Il britannico non ha usato mezzi termini:

“Chi insulta dietro uno schermo è solo feccia. È gente che non dovrebbe avere spazio per dire certe cose. La critica ci può stare, ma quella non è critica. È odio puro e va respinto.”

Red Bull e Verstappen: parole fuori luogo e scuse ufficiali

Le tensioni si sono accentuate dopo alcune dichiarazioni di Gianpiero Lambiase, ingegnere di pista di Max Verstappen, e Helmut Marko, consigliere Red Bull, che inizialmente avevano suggerito che Antonelli avesse deliberatamente lasciato passare Norris.

In seguito, entrambi hanno chiesto scusa al pilota italiano e alla Mercedes, riconoscendo che i commenti erano infondati.

Un comunicato ufficiale di Red Bull ha ribadito la presa di distanza:

“Le dichiarazioni sono risultate chiaramente errate. Ci rammarichiamo sinceramente per quanto accaduto e condanniamo ogni forma di abuso verso Kimi Antonelli.”

Mercedes sotto pressione, ma unita nel difendere il suo giovane talento

La gestione dell’episodio da parte della Mercedes è stata rapida e netta. La scuderia ha monitorato le piattaforme social e segnalato i contenuti più gravi, dimostrando tolleranza zero verso l’odio digitale. L’obiettivo è proteggere un pilota ancora giovanissimo, proiettato in un contesto competitivo come la F1, dove la pressione è già altissima.

Nel paddock, l’episodio ha acceso i riflettori sul tema del cyberbullismo sportivo, un fenomeno che colpisce sempre più frequentemente atleti di alto profilo. La vicenda di Antonelli ha generato un’ondata di solidarietà, con messaggi di supporto anche da altri piloti e addetti ai lavori.

Un esordio difficile, ma una lezione chiara per il futuro della F1

Kimi Antonelli ha appena concluso una delle stagioni più difficili della sua giovane carriera. Dopo l’ingresso in Formula 1 con la Mercedes, ogni sua mossa è stata messa sotto la lente di ingrandimento. Il sorpasso di Norris a Doha ha scatenato una reazione spropositata, ma ha anche evidenziato la maturità con cui l’ambiente della F1 ha scelto di reagire.

La Formula 1 si trova oggi a un bivio importante: gestire il successo mediatico globale tutelando i propri protagonisti, soprattutto i più giovani, da fenomeni di odio e tossicità sempre più invasivi. La vicenda Antonelli rappresenta un segnale forte: il paddock è compatto nel dire basta.

Fonti: Formula1, Express. Aggiornato il: 5 Dicembre.

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