Nell’ormai enorme galassia Geely non dimentichiamoci che oggi c’è anche Smart, divisa 50:50 con Mercedes. E la Smart #3 Brabus, la versione di punta del crossover coupé del marchio tedesco e auto più scattante della sua categoria, con 428 CV e 0-100 in 3,7 secondi.
Ci ho girato gran parte della Svezia centrale, provandola in diversi contesti. Ed ecco com’è andata.
Smart #3 Brabus: me la consigli?
Dirò la verità: quando ho saputo che avrei provato questa vettura, pensavo che non mi sarebbe piaciuta. E invece è un’auto sorprendente. Prima di tutto perché è molto divertente da guidare. Punta tutto all’effetto “wow”, è vero, con questa accelerazione impressionante che non hanno nemmeno elettriche più potenti e costose di lei.
Ma non c’è solo questo: c’è anche un assetto davvero ben studiato per rendere l’auto dinamica e stabile, capace di gestire bene il peso intorno alle due tonnellate, per quanto un po’ deludente nei quattro freni a disco ventilati che avrebbero potuto essere un po’ più grande. E c’è uno sterzo preciso che, sempre alla guida, la fa sembrare molto agile e snella.
Uscendo dalle pure prestazioni, è una vettura che si comporta bene anche nella guida di tutti i giorni. Regge bene le buche, è ottimamente insonorizzata nonostante priva dei doppi vetri, è comoda e di buona qualità. Ha inoltre l‘impianto Beats Audio con bassi profondi e coinvolgenti che le fanno perdonare i suoni del finto motore, tra l’altro personalizzabili, ma forse un po’ fiacchi. Certo, l’autonomia non è il massimo perché in autostrada a stento arriva a 250 km e nel misto ho percorso 355 sui 410 km, ma si rifà su una curva di ricarica da 150 kW che si raggiungono facilmente, e sulla ricarica in AC da 22 kW di serie. L’auto insomma per chi non guarda né a consumi né ad autonomia, perché non viaggia molto o non gli dispiace fermarsi qualche volta in più, ma cerca un prodotto originale e curato nei dettagli, e che lasci di stucco ogni volta che si preme il piede sul pedale dell’acceleratore.
Smart #3: con Brabus diventa bella
Ormai lo sappiamo. Smart è sicuramente uno di quei marchi che ha subito un cambiamento radicale nella sua filosofia, e questa nuova vettura ne è l’ennesima dimostrazione. Parliamo di un’auto decisamente divisiva: a molti è piaciuta e ha suscitato interesse, mentre ad altri non ha convinto affatto. In ogni caso, si tratta di un progetto interessante, soprattutto per l’impostazione generale.

La #3 condivide la piattaforma SEA2 e tutte le configurazioni motore-batteria con la #1, di cui rappresenta la versione più lunga e bassa, ma esteticamente qui il lavoro del team di Gorden Wagener, a capo del design di Mercedes e quindi anche di Smart, secondo me è uscito meglio. Sempre un po’ strano, e personalmente ancora non mi convince, ma la forma filante e schiacciata rende gli elementi più armoniosi.
Si tratta comunque di dimensioni che cominciano a diventare importanti: 4,40 metri in lunghezza, è larga 1,80 metri senza specchietti (che portano la larghezza a 2 metri) e alta 1,50 metri, quindi più bassa e lunga della #1. Gli sbalzi sono ridotti al minimo e le ruote, molto distanziate tra loro, contribuiscono a un passo di 2,70 metri, garantendo una buona abitabilità posteriore anche per i passeggeri più alti. E se pensi che sia grande, quest’anno è in arrivo la Smart #5, primo vero SUV e fuoristrada del marchio.
La firma Brabus si ritrova in diversi dettagli estetici, a partire dai loghi sparsi su vari punti della carrozzeria: anteriore, posteriore e sul lato, così come sulla terza razza del volante. L’allestimento prevede accenti nero-rossi (anche invertibili), così come paraurti anteriori e posteriori dal design più aggressivo rispetto alle altre versioni della #3.
Tipici elementi Brabus sono anche la presa d’aria sul cofano, che aggiunge grinta al frontale, e la griglia tridimensionale in nero con inserti rossi — o, volendo, con i colori invertiti, visto che rosso e nero sono da sempre i tratti distintivi del brand.

Completano il quadro i cerchi da 20 pollici, abbinati a pneumatici Continental, e le pinze freno rosse, che danno un tocco più sportivo. L’impianto frenante, con dischi su tutte e quattro le ruote, è però uno degli aspetti che mi ha convinto meno.
Infine, una menzione ai gruppi ottici: che piacciano o meno nel loro disegno a “Y” rovesciata connessa, integrano di serie la tecnologia CyberSparks LED+, derivata dal mondo Mercedes. Oltre a un aspetto scenico, assicurano un’eccellente visibilità notturna anche in condizioni difficili, contribuendo alla sicurezza generale della vettura.
Smart, ma in un altro senso
Smart rimane “smart”, quindi intelligente, non tanto per le dimensioni compatte come un tempo, ma per alcune soluzioni pratiche molto interessanti. Ad esempio il cofano che si apre con sistema pneumatico, quindi senza quelle fastidiose levette da sollevare manualmente per tenerlo fermo. All’interno, troviamo un piccolo frunk: non è enorme (15 litri) ma mi piace che ci sia, e soprattutto è ben rifinito, con un coperchio solido e curato. Lo spazio è sufficiente per riporre il cavo di ricarica o qualche piccola borsa utile, e nel complesso è un dettaglio che ho apprezzato.

Un po’ meno pratico, forse, il fatto che il bagagliaio si apra tramite un pulsante integrato nella “A” del logo Smart posteriore. Essendo in tinta con la carrozzeria, non è immediatamente visibile né intuitivo da individuare, ma una volta trovato, funziona bene. L’accesso è comunque comodo, anche se il piano di carico è un po’ alto. Detto questo, l’interno del bagagliaio da 370 litri è ben progettato: mi è piaciuto il copribagagli, che non è la solita cappelliera sottile che si trova anche su vetture più grandi, ma una soluzione più solida e curata.
Anche qui torna l’attenzione ai dettagli, visibile nella scelta dei materiali. Nonostante siano presenti alcune plastiche rigide, la qualità percepita resta buona, e soprattutto si apprezza la praticità offerta dal doppio fondo. Qui si possono sistemare comodamente il cavo (se non lo si è già messo nel frunk) o altri oggetti, lasciando il vano principale più libero e ordinato.
A proposito di attenzione al dettaglio, anche il cavo di ricarica è ben fatto: ha un design curato e coerente con lo stile della vettura, e dà proprio la sensazione di essere stato progettato con criterio.
E sempre soluzioni pratiche sono all’interno il vano portaoggetti sotto il bracciolo centrale, che è climatizzato e permette di mantenere fresche le bevande (la comprerei già solo per questo), e include anche un porta-tessere specifico per le card di ricarica, come suggerisce l’auto, o per quella che vogliamo noi.
La Smart fatta meglio di sempre?
All’interno si percepisce chiaramente l’influenza del mondo Mercedes, in particolare nel disegno del tunnel centrale e nelle tre bocchette dell’aria centrali, accompagnate da quelle laterali. La plancia ha un bel disegno, tutta ben connessa e armoniosa, e mi è piaciuta per il suo livello di ricercatezza.
Davanti al volante troviamo un primo display digitale, non particolarmente personalizzabile, ma con qualche chicca interessante: cambia colore e grafica in base alla modalità di guida selezionata, e consente di visualizzare informazioni come la musica in riproduzione o i consumi energetici. Questo mi è piaciuto. Ho apprezzato anche il fatto che tutte le spie obbligatorie siano integrate in uno sfondo metallico lucido, ben abbinato al resto della plancia: un dettaglio piccolo, ma ben pensato.
L’impostazione generale è tipica Mercedes, come dimostra il selettore del cambio posizionato sul piantone dello sterzo, mentre la gestione dei tergicristalli è anch’essa integrata lì vicino. Le luci, invece, si regolano lateralmente, anche se poi di solito si lasciano in modalità automatica.
Molto gradevole il volante, che qui ha una personalizzazione Brabus: taglio piatto nella parte inferiore, cuciture a contrasto e inserti in Alcantara, che si ritrovano anche sui sedili — molto comodi, va detto.

Un aspetto meno convincente per me è lo schermo centrale da 12,8 pollici. È molto verticale e sporge parecchio, cosa che, a mio avviso, stona un po’ con l’equilibrio estetico della plancia. Al di là di questo, il sistema operativo, anche se un po’ “giocattoloso” rispetto alla serietà dell’auto e diciamo pure brutto a livello grafico, è comunque fluido e abbastanza intuitivo. Ho apprezzato la presenza di tasti rapidi per accedere alle funzioni principali del veicolo, come le modalità di guida (al di là dei suoni un po’ eccessivi che le accompagnano), la One-Pedal Drive e altri parametri.
Non tutto però è immediatamente accessibile: alcune funzioni richiedono di navigare nei menu. Il clima, seppure anch’esso gestito tramite touch, è sempre ben visibile e facilmente raggiungibile. Ovviamente, non mancano Apple CarPlay e Android Auto wireless.
Alcuni criticano la presenza del tunnel centrale, che su un’elettrica potrebbe sembrare superfluo, ma qui è su due livelli e risulta molto funzionale. Nella parte superiore troviamo un vano con superficie antiscivolo per il telefono (che si ricarica in wireless), due prese USB-C, i portabicchieri e uno spazio utile anche per monete o anche un altro smartphone, volendo.
Quanto ad abitabilità, nulla da dire: molto buona. C’è una funzione che fa arretrare automaticamente il sedile del conducente quando si mette il cambio in “P”, facilitando l’uscita — funzione disattivabile, ovviamente. La piattaforma allungata consente di viaggiare comodamente in quattro adulti anche dietro, persino con i sedili anteriori completamente arretrati. C’è spazio sia per le gambe che per la testa, anche nel caso in cui il guidatore sia molto alto, come il sottoscritto che arriva a 1,94m.
Un piccolo missile
Sicuramente ciò che ha reso la Smart #3 Brabus più celebre e apprezzata è l’accelerazione: lo 0-100 in 3,7 secondi la trasforma fondamentalmente in un razzo in formato compatto. È una prestazione pensata per stupire, con un grande effetto wow, ma è anche davvero divertente da guidare. Una cosa che mi è piaciuta particolarmente è che mantiene una coppia generosissima, circa 545 Nm, anche ben al di sotto il 100% di carica. Anche scendendo sotto il 70, il 60, persino sotto il 50%, resta molto reattiva, e questo è un gran pregio.

Non la definirei una supercar, e neanche un’auto sportiva nel senso tradizionale: non vuole esserlo. È un’auto con ottime prestazioni. Oltre allo scatto, infatti, monta due motori elettrici da 428 cavalli totali e un assetto rivisto, con baricentro ancora più basso rispetto alle versioni standard. È un assetto più rigido, ma mai eccessivo, con un’ottima tenuta di strada. Anche disattivando ESC e controllo di trazione, due delle personalizzazioni offerte da questa elettrica, l’auto resta sempre molto stabile. Mercedes e Brabus hanno lavorato bene sulla piattaforma, rendendola più “tedesca”, più solida rispetto ad altre vetture basate sulla stessa architettura, come la cugina Zeekr X che l’ha introdotta (e che abbiamo provato qui).
La modalità Brabus è quella più estrema: più sportiva ancora della modalità Sport. L’acceleratore risponde in modo fulmineo, tanto da incollarti al sedile. Auto di queste dimensioni, in questa fascia di prezzo, con prestazioni simili, sono rare, sia come scatto che come reattività. Ad ogni modo e come detto, lei non è una vera sportiva, ma una versione ad alte prestazioni di una buona elettrica. Non è pensata per la pista, o quantomeno non in modo continuativo, come accade per altre compatte rese più estreme. È per chi non bada né all’autonomia né ai consumi, ma cerca il piacere di guida.

In modalità Brabus si attiva automaticamente il suono artificiale del motore, che rimane anche in tutte le modalità tranne la Eco. In Eco torna silenziosa, come un’elettrica classica. Fortunatamente, comunque, si può disattivare.
Nonostante l’assetto sia più rigido, resta comunque pensato per il comfort. I sedili sono più rigidi delle altre versioni, ma non troppo contenitivi o duri: sono ben fatti, con un’impronta appena più sportiva. La rigidità generale del telaio si percepisce, ma soprattutto superando i 130 km/h, dove consentito – e avvicinandosi alla velocità autolimitata di 180 km/h si nota un minimo di rollio, ma per il resto resta molto stabile e non ha incertezze nemmeno in frenata: ho dovuto inchiodare per evitare di investire due Alci che mi sono spuntate in mezzo alla strada, e qui sia i freni che il riconoscimento attivo di pedoni, ciclisti e animali hanno dimostrato la loro validità. I quattro freni a disco ventilati lavorano bene, anche se avrei preferito pinze leggermente più grandi, per una frenata ancora più incisiva.

In generale, il baricentro più basso e l’altezza ridotta rispetto a un SUV tradiscono comunque una vocazione al comfort. Resta un crossover, ed è pensata per chi ama viaggiare con piacere, senza preoccuparsi troppo né di consumi né di autonomia.
Su quest’ultimo fronte, infatti, non è la Smart #3 più efficiente. In generale, la #3 non brilla per autonomia: la versione standard promette 455 km, questa Smart #3 Brabus Brabus si ferma a 410. I consumi si sentono: ho rilevato una media intorno ai 21 kWh/100 km, saliti fino a 25-26 in autostrada a 120 km/h (limite svedese). Questo si traduce in un’autonomia reale autostradale di circa 150 km, forse anche meno viaggiando a 130. In città si comporta meglio, rimanendo sotto i 20 kWh/100 km e raggiungendo anche 390-400 km di autonomia; nel misto ho ottenuto circa 355 km.

Il target è chiaramente una nicchia: chi vuole divertirsi alla guida, e non guarda troppo a efficienza e consumi. La precisione dello sterzo, la risposta brillante: tutto invita a guidarla con piacere. È ideale per spostamenti brevi e per qualche viaggio fuori porta. Io ho percorso circa 350 km con una sola sosta, certo necessaria per l’auto ma anche per me. A velocità autostradali, se il viaggio è di piacere e senza urgenze, è assolutamente sostenibile.
Se l’autonomia non è il suo forte, la ricarica è invece uno dei suoi punti di forza. Smart #3 Brabus supporta fino a 150 kW in DC, un valore che non solo raggiunge, ma mantiene con costanza, anche al freddo, secondo le mie prove. Merito anche del pre-condizionamento della batteria, che consiglio di attivare sempre per ottenere i tempi promessi: dal 10 all’80% in 25-30 minuti, nella media del segmento. Un altro vantaggio è la ricarica AC a 22 kW, esclusiva di questa Brabus. Le altre versioni si fermano a 7,4 kW in AC.

Secondo me, dopo averla provata, questa Smart #3 Brabus è pensata per chi ama guidare in modo allegro. Ma a conti fatti, la versione più centrata della #3 è quella con motore singolo da 272 cavalli. Ha trazione posteriore , quindi garantisce comunque divertimento alla guida, ed è più efficiente, con consumi migliori, senza rinunciare troppo alle prestazioni. Lo 0-100 resta in 5,8 secondi. È più adatta all’uso quotidiano: non tutti i giorni si sfrutta uno scatto da 3,7 secondi, che resta più un vezzo da godersi in momenti di svago.
Non mi è piaciuto il grande tablet da 12,8 pollici: troppo verticale, poco orientato al guidatore, scomodo e fin troppo grande. Comodi i tasti soft touch per cambiare modalità di guida e regolare parametri come il one-pedal drive o l’intensità della frenata rigenerativa. Meno comodo doversi perdere nei menu per modificare opzioni come il pre-condizionamento della batteria o per disattivare alcuni ADAS, ad esempio il monitoraggio della stanchezza, troppo sensibile. Lo stesso vale per l’alert acustico dei limiti di velocità. In ogni caso, resta un sistema abbastanza personalizzabile, con la possibilità di irrigidire anche lo sterzo – aspetto che piacerà a chi ama guidare.

Lato sicurezza, è ben dotata: tanti sistemi ADAS, precisi, e meno invadenti nei suoni rispetto ad altre vetture. È anche costruita molto bene: la scocca è stata irrigidita e ha ottenuto 5 stelle Euro NCAP.
Un altro punto a favore è l’impianto audio Beats: suona davvero bene, con bassi profondi e puliti. Un dettaglio che contribuisce a rendere piacevole l’esperienza di viaggio.
Prezzi
Il prezzo è importante: la gamma parte da 38.000 € in versione Pro con motore posteriore da 272 CV e autonomia di 325 km con batteria LFP da 49 kWh.

La Smart #3 Brabus arriva a 53.614 €, già completa di tutto quello di cui ho raccontato.