Bimbo arrestato e portato in cella perchè fa pipì dietro l’auto della mamma

Gianluca Pezzi
22/08/2023

Bimbo arrestato e portato in cella perchè fa pipì dietro l’auto della mamma

Si, è successo davvero, un povero bimbo di 10 anni è stato arrestato e portato in lacrime in cella presso una stazione di polizia perchè aveva semplicemente fatto pipì  in “luogo pubbico”, ovvero in un parcheggio, dietro all’auto della mamma.

Il racconto della madre, riportato dal canale televisivo americano FOX13, non lascia spazio a dubbi. La donna era recata presso l’ufficio di un avvocato a Senatobia, nel Mississippi, per alcuni consigli legali. I suoi due figli, una figlia ed figlio di 10 anni, erano rimasti nell’auto mentre lei era all’interno dell’ufficio.

A un certo punto, il bimbo ha avuto un bisogno urgente, quindi è sceso dalla macchina ed è andato a fare pipì dietro all’auto. Nel frattempo, un agente di polizia che passava lo ha colto sul fatto. Dopo averlo sgridato un po’ è arrivata la madre, che si è scusata. Le cose sembravano finite li finché non sono apparsi sulla scena altri agenti.

Di fronte ad un “reato così grave”, evidentemente non se la sentivano lasciar correre. In particolare, a quanto pare, un tenente ha iniziato a dire che il bimbo doveva essere arrestato e portato nella prigione della stazione della polizia.

Non si trattava di uno scherzo o di una battuta. L’hanno davvero portato in prigione. Una volta lì, lo hanno tenuto in una cella, gli hanno addebitato il reato di “minore in stato di necessità di servizi sociali” e poi lo hanno rilasciato alla madre.

Pur nel rispetto delle legislazioni degli altri Paesi, la dichiarazione rilasciata dal capo della polizia di Senatobia, lascia a bocca aperta. Qui sotto la traduzione, più avanti l’originale.

Vorremmo affrontare un recente incidente che ha coinvolto l’arresto di un bambino di 10 anni. In situazioni come queste, lo Youth Court Act guida il modo in cui gli ufficiali possono trattare con i minorenni durante gli incontri di esecuzione. La legge sui tribunali per i minorenni consente agli agenti di presentare un rinvio a giudizio contro un bambino di appena 7 anni se necessita di supervisione (che può anche essere basata su atti delinquenziali), o di 10 anni se commette atti che sarebbero illegali per un adulto in circostanze identiche (cioè, un atto “delinquenziale”). La necessità di trasportare i bambini da dal luogo dell’incidente dipende da una varietà di fattori e dalla disponibilità di alternative ragionevoli. In questa situazione, un agente ha assistito personalmente a un bambino di 10 anni che commetteva un atto in pubblico che sarebbe stato illegale per un adulto in queste circostanze.

L’agente non ha osservato un genitore sulla scena durante il primo contatto. La madre si trovava poco dopo in un ufficio vicino e le è stato comunicato che suo figlio avrebbe ricevuto un rinvio dal tribunale per i minorenni per quanto accaduto. Gli agenti hanno poi portato il bambino di 10 anni alla stazione di polizia per completare le pratiche burocratiche dove è stato infine restituito alla madre. Il bambino non è stato ammanettato durante questo incidente. In queste circostanze, è stato un errore di giudizio per noi trasportare il bambino alla stazione di polizia poiché la madre era presente in quel momento come ragionevole alternativa. Errori come questo ricordano in questa professione la continua necessità di formazione e aggiornamento sui vari argomenti che incontriamo ogni giorno.

Beh, fortunatamente “non è stato ammanettato” per l’ “atto delinquenziale”, ovvero aver fatto pipì. Ora è tutto da vedere cosa accadrà, perchè l’accusa di un minore in stato di necessità di servizi sociali non è affatto da prendere sottogamba.

Comunicato originale in inglese:

We would like to address a recent incident involving the arrest of a 10-year-old child. In situations like these, the Youth Court Act guides how officers may deal with juveniles during enforcement encounters. The Youth Court Act allows officers to file a referral against a child as young as 7 years old if they are in need of supervision (which may also be based on delinquent acts), or 10 years old if they commit acts that would be illegal for an adult under identical circumstances (i.e., a “delinquent” act). The need to transport children from a scene depends on a variety of factors and the availability of reasonable alternatives. In this situation, an officer personally witnessed a 10-year-old child committing an act in public that would have been illegal for an adult under these circumstances.

The officer did not observe a parent on the scene during the initial contact. The mother was located at a nearby business shortly thereafter and she was advised that her child was going to receive a Youth Court Referral for this matter. The officers then transported the 10-year-old to the police station to complete the paperwork where the child was released to the mother. The child was not handcuffed during this incident. Under these circumstances, it was an error in judgement for us to transport the child to the police station since the mother was present at that time as a reasonable alternative. Mistakes like this are a reminder in this profession as to the continual need for training and refreshers on the various topics that we encounter each day.

 

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