L’idrogeno è il primo elemento della tavola periodica, ma nel linguaggio dell’energia si distingue per un altro primato: è l’unico combustibile definito con una vera e propria scala cromatica. Verde, blu, nero, viola, bianco: ognuna di queste etichette non descrive un colore reale – l’idrogeno è un gas incolore – ma il metodo di produzione e l’impatto che questo comporta sull’ambiente.
L’interesse per questo elemento cresce, soprattutto nel settore della mobilità sostenibile. Sempre più case automobilistiche, da Toyota a Hyundai, lo considerano una valida alternativa ai carburanti tradizionali, anche per aerei e treni.
Idrogeno bianco, idrogeno verde, idrogeno blu, idrogeno nero. Il perchè di tanti colori è presto detto. In realtà ovviamente l’idrogeno non ha colore, perchè allo stato gassoso è ovviamente invisibile. Le tinte, piuttosto, indicano il modo in cui viene estratto dalle sostanze con cui si combina. Una “mazzetta” che include il nero, il blu, il grigio, il viola e, come dice la parola stessa, il più sostenibile di tutti, l’idrogeno verde.
Le proprietà dell’idrogeno

Anche chi non ha studiato chimica sa che l’idrogeno ha la tendenza innata a legarsi con altri elementi. La combinazione più nota è quella con l’ossigeno, che va a formare l’acqua (H2O). Ci sono poi gli idrocarburi, come il metano o il carbone, che nascono dall’unione tra l’idrogeno e il carbonio.
Quindi, viste queste proprietà, per ottenere l’idrogeno che va ad alimentare le auto o viene utilizzato per altri scopi occorre dividerlo dalle molecole con cui è legato. Un processo che richiede energia. Da qui, i colori che caratterizzano diverse tipologie di idrogeno. Colori che interessano sempre più anche il mondo delle quattro ruote, visto che molte Case come Hyundai e Toyota, stanno puntando su questo carburante.
Idrogeno bianco
L’idrogeno bianco si distingue per la sua eccezionale rarità, in quanto si trova già “pronto” in natura. Questa forma di idrogeno, tecnicamente nota come diidrogeno (H2), si origina naturalmente nel sottosuolo attraverso un processo chimico innescato dall’interazione tra l’acqua calda e le rocce contenenti ferro.
Idrogeno verde
L‘idrogeno verde trae il suo nome dal fatto che viene estratto dall’acqua utilizzando la corrente proveniente da fonti energetiche rinnovabili come il fotovoltaico.
Idrogeno viola
L’idrogeno viola si differenzia dal verde: viene sempre estratto dall’acqua, ma stavolta utilizzando una corrente prodotta da una centrale nucleare.
Idrogeno blu
Si ha il cosiddetto idrogeno blu quando la produzione di idrogeno da combustibili fossili è accoppiata ad un sistema di cattura e di stoccaggio permanente della CO2 prodotta nel processo. In questo modo si può generare idrogeno, senza le emissioni dannose per il clima.
Idrogeno nero
C’è poi il meno sostenibile, ovvero l’idrogeno nero, che viene estratto dall’acqua usando la corrente proveniente da una centrale elettrica a carbone o petrolio. Il più comune, invece, è l’idrogeno grigio, che viene estratto dal metano e da altri idrocarburi attraverso una reazione chimica che libera l’anidride carbonica nell’aria. Anche l’idrogeno blu viene estratto dagli idrocarburi, ma in questo caso l’anidride carbonica viene catturata e immagazzinata.
Attualmente la stragrande maggioranza dell’idrogeno viene estratto dagli idrocarburi, ma le grandi società energetiche stanno puntando sempre più sull’idrogeno verde come viatico nel cammino verso un futuro a basso impatto ambientale.