Con l’apertura della sua millesima stazione di battery swap autostradale nella stazione di servizio Fushan, lungo l’autostrada G5011 Wuhu-Hefei, Nio completa la rete nazionale di scambio batterie per auto elettriche.
Si tratta della quarta generazione di stazioni, installate con una copertura che collega oltre 550 città cinesi, progettata per eliminare l’ansia da autonomia nei lunghi tragitti per i proprietari di modelli Nio e del sub-brand Onvo.
Numeri in crescita: swap, ricariche e destinazioni

Secondo i dati aggiornati della mappa di ricarica di Nio, l’azienda conta attualmente:
- 3.399 stazioni di battery swap in totale in Cina, per oltre 79 milioni di scambi effettuati
- 2.883 stazioni di super-ricarica, con 13.311 colonnine attive
- 1.776 stazioni di ricarica presso destinazioni, che offrono 13.390 postazioni
Queste strutture sono fondamentali durante i periodi di alta mobilità, come le vacanze. Durante la recente festività del Primo Maggio, una singola stazione ha effettuato 150 scambi in un solo giorno.
Il servizio di battery swap è attualmente riservato ai veicoli dei marchi Nio e Onvo. Il sub-brand Firefly potrà accedere alla rete solo con l’arrivo della quinta generazione di stazioni, prevista per il prossimo anno.
Nel frattempo, Nio ha attivato 60 stazioni in Europa e ha avviato una collaborazione con CATL per costruire la più grande rete di scambio batterie al mondo, utilizzando lo standard Choco-Swap.
Rete esclusiva? La normativa spinge verso l’apertura

Nio, come altri produttori cinesi di veicoli elettrici, ha finora mantenuto servizi di ricarica e scambio riservati ai propri utenti. Ma la recente direttiva congiunta di quattro enti governativi cinesi, pubblicata il 7 luglio, impone ai costruttori di aprire le proprie infrastrutture ad altri marchi, promuovendo un accesso equo alla rete di ricarica ad alta potenza.
Già altri produttori hanno iniziato ad adeguarsi. Li Auto, ad esempio, ha aperto le sue stazioni 4C, mantenendo l’esclusiva solo per le 5C. Anche Tesla ha esteso l’uso dei suoi Supercharger V4 ad altri marchi sul mercato cinese.
Cinesi all’avanguarda sul battery swap, la UE non sa neanche cosa sia

La strategia di Nio punta a una gestione proprietaria dell’infrastruttura, ma la pressione normativa e le esigenze del mercato suggeriscono una futura condivisione della rete. L’integrazione tra tecnologie proprietarie, standard comuni e collaborazioni industriali sarà cruciale per rafforzare il ruolo del marchio nel panorama EV globale.
Mentre la Cina consolida una rete capillare di battery swap, l’Unione Europea continua a puntare esclusivamente sulle colonnine di ricarica elettrica, investendo miliardi in un’infrastruttura che resta ancora lenta, poco diffusa nei contesti extraurbani e inadatta ai picchi di mobilità.
Il modello swap, già collaudato e scalabile, potrebbe offrire tempi di sosta ridotti, standardizzazione delle batterie, abbattimento dell’ansia da autonomia e persino un mercato secondario delle celle, con vantaggi ambientali ed economici evidenti.
Eppure, a Bruxelles non sembra esserci un vero interesse per questa tecnologia. Nessun piano strategico europeo prevede l’integrazione del battery swap tra le soluzioni di ricarica, nonostante il successo dimostrato in Cina e le prime aperture in Norvegia, Germania e Paesi Bassi.
Una miopia che rischia di rallentare la transizione energetica e lasciare l’Europa indietro anche su questa frontiera della mobilità elettrica.