I prezzi dei carburanti sono tornati a livelli che non si vedevano da oltre tre anni e mezzo. Secondo le rilevazioni più recenti, il prezzo medio nazionale della benzina al self service è sceso a 1,716 euro/litro, un dato che riporta il mercato ai livelli del 12 ottobre 2021. Unico periodo escluso dal confronto è quello compreso tra marzo e dicembre 2022, quando il governo intervenne con un taglio temporaneo delle accise.
Anche il diesel segue la stessa tendenza, attestandosi a 1,614 euro/litro, mentre Gpl e metano si acquistano rispettivamente a 0,7367 €/l e 1,4424 €/kg.
Crolla il prezzo del greggio, e quello del dollaro
A pesare sull’andamento dei carburanti, come avevamo anticipato un paio di settimane fa, è soprattutto il crollo del prezzo del petrolio, che si attesta attualmente a 63 dollari al barile, ben 22 dollari in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Una dinamica che riflette l’incertezza dei mercati, condizionati dalle tensioni economiche globali e dal ritorno di politiche protezionistiche, in particolare i dazi annunciati da Donald Trump, che hanno riacceso i timori su una possibile recessione.
Un altro fattore chiave è il deprezzamento del dollaro. Poiché il greggio viene scambiato a livello internazionale in valuta statunitense, un dollaro più debole riduce il costo d’importazione per i Paesi europei, rendendo meno onerosa la raffinazione e la distribuzione dei carburanti.
Mercati fermi per Pasqua, ma i segnali sono chiari
Il calo dei prezzi avviene in un contesto di mercati poco attivi a causa delle festività pasquali, ma gli indicatori sono chiari. La combinazione tra un greggio meno caro, un euro più forte e la debolezza della domanda mondiale contribuisce a mantenere bassi i prezzi alla pompa.
Un segnale positivo per automobilisti e trasportatori, in attesa di capire se si tratti di un trend destinato a consolidarsi o solo di una fase temporanea.