È attiva sul portale del Ministero della Giustizia la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare denominata Articolo 16. Presentata dal comitato omonimo in collaborazione con Radicali Italiani e MuoverSì, l’iniziativa mira a riformare profondamente il trasporto pubblico non di linea, con l’introduzione di una nuova disciplina normativa per taxi e NCC.
L’obiettivo è creare un sistema più concorrenziale, flessibile e sostenibile, superando una regolamentazione ferma agli anni ’90.
Il concetto di “trasporto al pubblico”
Il cuore della proposta è la definizione del trasporto al pubblico come attività economica di trasporto su richiesta, svolta su strada o via acqua, organizzata e gestita in autonomia dagli operatori. Il servizio include qualsiasi forma di prenotazione – anche tramite piattaforme digitali – e si affianca, senza sostituirlo, al trasporto pubblico di linea.
Secondo l’Articolo 1 della proposta, la nuova disciplina intende garantire concretamente il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della Costituzione, riconoscendo anche il diritto dell’utente di scegliere liberamente il mezzo e il soggetto a cui affidarsi.
Un sistema di autorizzazioni regionali
La novità più rilevante è l’introduzione di un regime di autorizzazione regionale, che andrebbe a sostituire le licenze comunali oggi richieste per esercitare come taxi o NCC. Ogni autorizzazione sarà subordinata alla presenza di un direttore tecnico, alla verifica del parco veicoli (inclusa l’accessibilità per persone con disabilità) e al deposito delle condizioni generali di servizio presso la Regione.
Le Regioni avranno il compito di monitorare ogni due anni l’equilibrio tra domanda e offerta, valutando indicatori come PIL regionale, flussi turistici e grandi eventi. L’Autorità di regolazione dei trasporti stabilirà gli standard minimi del servizio, mentre il Ministero dei Trasporti disciplinerà il rilascio delle autorizzazioni.
Regole specifiche per taxi e NCC
Il sistema manterrà una distinzione tra taxi e NCC:
- I taxi potranno continuare a sostare su suolo pubblico e lavorare su chiamata immediata
- Gli NCC opereranno solo su prenotazione, ma senza più obbligo di tornare alla rimessa o attendere 20 minuti tra una corsa e l’altra
I veicoli NCC potranno circolare liberamente anche fuori dalla Regione che ha rilasciato l’autorizzazione, salvo diverse disposizioni locali, e avranno diritto di accesso a ZTL e corsie preferenziali, come già previsto per il trasporto pubblico.
Lavoro regolare e piattaforme digitali
La proposta impone ai titolari di più di due autorizzazioni di assumere conducenti con contratto di lavoro regolare, secondo la proporzione di un conducente per ogni autorizzazione ulteriore. È previsto l’uso di familiari come conducenti occasionali solo se in possesso di requisiti professionali.
Le piattaforme tecnologiche per la gestione del servizio devono essere registrate presso il Registro Elettronico Nazionale Pubblico (RENP) e rispettare le normative sulla protezione dei dati personali.
Formazione, controlli e tariffe
Sarà istituito presso le Camere di commercio un Ruolo regionale dei conducenti, con iscrizione subordinata a certificazione, esame regionale e requisiti morali. Saranno previste anche verifiche annuali da parte dei Comuni sul rispetto delle condizioni operative.
Per i taxi, le Regioni stabiliranno tariffe massime, con possibilità di applicare tariffe condivise tra più utenti. Tutti i veicoli dovranno accettare pagamenti elettronici, anche tramite app.
Transizione ordinata e automatica
L’Articolo 7 stabilisce un periodo transitorio di 12 mesi per adeguare le licenze esistenti al nuovo regime. Tutti gli operatori già in attività potranno continuare a lavorare, e le licenze saranno convertite automaticamente in autorizzazioni, previa presentazione della documentazione.
Durante questa fase le Regioni dovranno definire i nuovi regolamenti attuativi e sarà possibile sperimentare nuove forme di mobilità, anche integrate con il trasporto pubblico locale.
Come firmare
È possibile sostenere la proposta in due modi:
- Online con SPID sul portale ufficiale del Ministero della Giustizia:
firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/2800000 - Presso i banchetti fisici organizzati in tutta Italia
Il termine per la raccolta firme è fissato al 23 settembre 2025. L’iniziativa è in corso, al momento sono state raggiunte poco più di 7.000 firme mentre l’obiettivo è raggiungere almeno 50.000 firme per consentire l’avvio dell’iter parlamentare.