Nel testo del Milleproroghe in discussione oggi, 11 dicembre, è stato inserito lo stop all’adeguamento automatico delle sanzioni amministrative previsto dal Codice della strada. L’aggiornamento, che per norma avviene ogni due anni tramite indice FOI dell’Istat, viene rimandato di dodici mesi e confluirà nella revisione del 2026.
Il rinvio evita l’applicazione immediata della variazione del +15,6%, risultante dall’inflazione registrata tra dicembre 2020 e novembre 2022. L’incremento sarebbe stato applicato su tutte le principali sanzioni e avrebbe inciso soprattutto sui conducenti con redditi medio-bassi, come segnalato dalle associazioni dei consumatori.
Perché lo slittamento era atteso
L’aumento avrebbe avuto effetto in un contesto già modificato dalle revisioni introdotte tra 2023 e 2024. La ricalibrazione delle sanzioni per eccesso di velocità, ad esempio, ha già rivisto la fascia per le violazioni tra +10 e +40 km/h nei centri abitati, portandola a un intervallo 220-880 euro con criteri più stringenti per le recidive.
L’indicizzazione delle sanzioni ha la funzione di mantenere stabile il valore economico delle multe rispetto al potere d’acquisto, ma l’inflazione straordinaria del biennio considerato avrebbe comportato un aumento decisamente superiore rispetto ai correttivi applicati nella recente revisione normativa.
Contesto regolatorio
Il blocco dell’adeguamento si inserisce nella fase di implementazione del nuovo impianto sanzionatorio e degli interventi tecnologici già in corso, come la pubblicazione dell’elenco nazionale degli autovelox autorizzati. Il rinvio concede tempo per armonizzare l’applicazione delle nuove regole senza introdurre ulteriori scostamenti economici per gli utenti.
Restano attive le norme più recenti del Codice della strada, mentre l’adeguamento all’inflazione verrà recuperato nel 2026 nell’ambito del ciclo biennale previsto dalla legge.
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