La multa da 5 milioni di euro inflitta nel marzo 2021 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad Autostrade per l’Italia è legittima. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, respingendo il ricorso presentato dalla società. Al centro della vicenda, una pratica commerciale ritenuta scorretta: l’assenza di adeguamenti o riduzioni del pedaggio nei tratti autostradali interessati da lavori di messa in sicurezza, con code persistenti e tempi di percorrenza aumentati.
I disagi alla circolazione e le mancate compensazioni
La decisione dell’Antitrust nasce dall’analisi delle condizioni di viabilità nei tratti soggetti a cantieri prolungati, spesso avviati in conseguenza di carenze manutentive accertate in seguito a gravi eventi, come il crollo del Ponte Morandi a Genova, l’incidente sul Viadotto Acqualonga e il distacco della volta nella Galleria Bertè. Le numerose interdizioni parziali e sequestri giudiziari di barriere protettive hanno reso difficoltosa la circolazione, con impatti rilevanti sulla qualità del servizio offerto agli utenti.
L’Antitrust ha contestato ad Autostrade anche l’omessa comunicazione chiara sulle modalità di rimborso e la mancanza di misure compensative proporzionate ai disagi. Secondo i giudici amministrativi, queste omissioni hanno limitato la libertà del consumatore e costituiscono gli elementi tipici di una condotta aggressiva e ingannevole.
Il Tar ha riconosciuto che la pratica contestata è effettivamente scorretta, poiché sussistono entrambi gli elementi previsti dalla normativa: la negligenza del professionista e l’idoneità a condizionare le scelte del consumatore medio. Dall’istruttoria condotta dall’Agcm emergono dati che collegano direttamente i disagi all’insufficienza di interventi manutentivi.
Anche la quantificazione della sanzione è confermata
Nel respingere il ricorso, i giudici hanno ritenuto che l’Autorità abbia applicato correttamente i parametri normativi nella determinazione della sanzione. È stata inoltre confermata la sanzione accessoria da 10.000 euro per inottemperanza a una precedente decisione.
Con questa sentenza, il Tar ribadisce il principio per cui le concessioni autostradali non esonerano dall’obbligo di garantire un servizio efficiente, trasparente e rispettoso dei diritti degli utenti.