Come montare una tenda nella neve… tra una ciaspolata e un giro in motoslitta

Come montare una tenda nella neve: un week-end alla scoperta dello skialp, pernottando in tenda sulla neve e utilizzando la motoslitta.

Come montare una tenda nella neve… e fare un weekend all’insegna della montagna, dello sport e dei pizzoccheri (si sa, in quota viene fame), con un pizzico di cultura, che non guasta mai.

Come ogni buon viaggio che si rispetti, anche questa nostra breve avventura avrà la sua colonna sonora. La Montagna di Mina:

L’uomo chiese alla montagna il vento
Per posare il suo pensiero sulle orme del tempo
Perché qualcosa resti del suo lungo viaggio
Anche nel più lontano punto del suo cammino

L’uomo chiese alla montagna di toccare il cielo
La montagna realizzò quel suo desiderio
E quando fu così una nuvola lo sfiorò
In fondo al cuore che malato è di nostalgia

Ma come si fa a superare le nuvole?

Come montare una tenda nella neve…

Innanzitutto si parte da Milano, con buona lena e preferibilmente ai primi raggi di luce per raggiungere la nostra meta – Montespluga – prima di pranzo. Se siete un buon gruppo di amici vi consigliamo di noleggiare un furgoncino, non vi perderete nessun compagno nel traffico e lo spirito di avventura sarà con voi già dall’inizio.

Ad attenderci a Montespluga, ci sarà la base di Homeland, un progetto che ha lo scopo di far avvicinare chiunque allo scialpinismo, una validissima alternativa allo sci di pista, soprattutto se si vogliono evitare le spese sempre più alte degli skipass.

Giusto il tempo di una seconda colazione, per riprendersi dalla sveglia all’alba, e iniziamo a conoscere meglio il progetto e questo sport.

Montepluga Skialp
Disciplina olimpica a Cortina 2026, lo scialpinismo ha avuto una grande spinta negli anni di pandemia, quando la neve era tanta, ma gli impianti di risalita, spenti. Su quest’onda i brand si sono sbizzarriti. Attrezzature e tecnologie all’avanguardia sono ormai disponibili a tutti (con un certo investimento iniziale). A mancare, però, è una cultura della montagna, un approccio informato e sicuro.

Homeland entra in gioco in entrambi i campi.

Come montare una tenda nella neve
Portando avanti la filosofia per cui lo sport deve essere per tutti e allo stesso valorizzare il territorio che lo ospita, offre sia il noleggio che esperienze immersive con guide locali. Il noleggio dell’attrezzatura è completa o in parte in base alle necessità e al livello. Le esperienze variano in base al tempo e all’interesse.

Noi abbiamo fatto una vera e propria full immersion.

Come montare una tenda nella neve
Si parte con la cosa più importante: teoria e pratica di quella che chiameremo mitigazione del rischio, perché in montagna è impossibile esserne totalmente esenti. Tra le tante nozioni abbiamo appreso come valutare le condizioni meteo prima della partenza e quali sono gli strumenti più validi (come Meteoblu o Windy per il vento) e come riconoscere i diversi manti nevosi per calcolare meglio il rischio di valanghe. Finita la teoria si montano le pelli e prepara lo zaino per la prova pratica.

Sci ai piedi e ci dirigiamo verso la simulazione di soccorso dopo una valanga.

Come montare una tenda nella neve
Tutti gli strumenti li abbiamo indosso o nello zaino. L’ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), detto anche ARVA (Appareil de Recherche de Victimes en Avalanche, termine non più usato) è uno strumento che serve alla localizzazione di persone travolte da valanga e va sempre indossato ed attivato prima della partenza.

Sul luogo della ricerca

localizzazione persone valanga
Una volta che l’Arva ci ha fatto individuare la posizione della persona sepolta utilizziamo una sonda per capire il punto esatto ed infine usiamo la pala per liberare le vie aeree. In un caso reale a questo punto i soccorsi saranno già in arrivo perchè chiamati immediatamente prima dell’inizio della ricerca.

Breve ma meritata pausa pranzo

pranzo sulla neve
L’abbiamo già detto, in montagna è risaputo, viene sempre fame soprattutto se i prodotti sono locali e molto saporiti. Come questi formaggi e salumi tipici della Val Chiavenna e Valle Spluga.

E’ giunto il momento di montare il campo!

Come montare una tenda nella neve
In realtà è un’operazione molto più semplice di quanto possa sembrare. Trovata l’area più comoda ognuno inforca la sua pala per scavare una buca non troppo profonda (giusto 5cm) del perimetro della propria tenda. A questo punto, una volta verificato che la tenda ci stia, e il fondo della buca sia abbastanza livellato per un ottimo comfort sonno, si monta la tenda. Noi abbiamo usato il modello Summit della North Face, estremamente leggero e semplice da montare.

A questo punto non resta che un po’ di relax!

Madesimo Spa e pizzoccheri
Prima si passa in Spa. Da Montespluga a Madesimo il passo è davvero breve. Giusto 15 minuti di macchina. Nella nuovissima Spa che prende il nome di Madesimo Wellness il tempo sembra non passare mai, in un percorso caldo freddo che ci porta tra diversi tipi di sauna a stanze del ghiaccio e docce emozionali e reazionali. Poi dritti a cena, passando prima per un piccolo, immancabile aperitivo. Cena all’Osteria Vegia, dove ho assaggiato i migliori pizzoccheri della mia vita. Un’esperienza sensoriale che potrebbe battere anche la Spa.

Rientro in motoslitta

motoslitta
Se Madesimo-Montesluga in macchina sono 15 minuti, in motoslitta il percorso è leggermente più lungo, ma l’esperienza è davvero incredibile. Avendo avuto la fortuna di fare un’esperienza simile sia di giorno che di notte, posso confermare che il divertimento è assicurato in entrabi i casi. Certo è che alla luce del sole il plus è la vista di un panorama mozzafiato.

Di nuovo a Montespluga

notte in tenda
Ora di un film e poi dritti a letto. Abbiamo visto “La Liste – everything or nothing” un film che, giustamente, racconta di free skiing seguendo le avventure adrenaliniche di Jérémie Heitz e Sam Anthamatten. Un film che mette molte cose in prospettiva e insegna veramente cosa sia il rischio.

Un lento risveglio alle prime luci

Colazione
Si parte dalla base di Homeland con una colazione rinvigorente. Tra poco inizieremo la preparazione per la vera salita in quota.

Pronti, partenza, via!

ciaspolata
Tuta, cappello ma soprattutto l’Arva che va agganciato a tracolla sotto la giacca e siamo pronti per la salita. C’è chi ha scelto di continuare con gli sci e salire con le pelli per poi provare la gioia della discesa in libertà, e chi come me, che ha deciso di armarsi di ciaspole. Se non siete molto a vostro agio sugli sci o amate il trekking estivo in montagna, le ciaspole sono una valida alternativa allo sci per godersi la montagna anche in inverno.

Si scende fino a Chiavenna

chiavenna crotto
Siamo saliti in cima ai monti, abbiamo finalmente superato le nuvole e tornati giù. Visto che era ora di pranzo ma anche di tornare a casa siamo risaliti sul nostro furgoncino alla volta di Chiavenna che avevamo già superato all’andata. Ovviamente era ora di pranzo e ne abbiamo approfittato per assaggiare le specialità del luogo: gli sciatt e gli gnocchetti di Chiavenna. I primi sono pezzetti di formaggio ricoperti di grano saraceno e fritti, mentre i secondi sono una versione rivisitata dei pizzoccheri.

La particolarità di Chiavenna, i Crotti

Crotto Belvedere Chiavenna
La nostra pausa pranzo è avvenuta al Crotto Belvedere. I Crotti sono anfratti naturali che penetrano entro i resti di antiche frane staccatesi in un lontano passato dai versanti della vallata, all’epoca fungevano da vere e proprie celle frigorifere ed erano fondamentali per la conservazione del cibo, tanto da essere tramandate all’interno delle famiglie. Ora i Crotti ospitano queste meravigliose osterie al piano superiore, mentre al di sotto mantengono la loro funzione primaria, ospitando salumi, formaggi e liquori.

Le sorprese a Chiavenna non finiscono mai

Palazzo Vertemate Franchi
Per chi non lo sapesse fin dalle epoche più antiche la Valchiavenna è stata al centro di diversi scambi commerciali. Durante l’intera dominazione milanese, i borghi di Chiavenna e Piuro divennero luogo di scambi commerciali e culturali tra le zone artigianali ed industriali della Svizzera e della Germania e l’area milanese-comasca. Proprio per le intense attività commerciali che vi risiedevano, la cittadina di Chiavenna si sviluppò urbanisticamente. E ospitò famiglie molto benestanti. Per questo a Chiavenna troviamo un palazzo rinascimentale che si è conservato in tutto il suo sfarzo fino ai giorni nostri. Si tratta di Palazzo Vertemate Franchi, una vera chicca da non perdersi se si passa in zona (ma attenzione, in inverno chiude per riaprire tra marzo e aprile).

E così il nostro viaggio ha avuto termine, se non si conta l’oretta di macchina da Chiavenna a Milano, ovviamente.

Grazie a Sam Confortola per le foto sulla neve.

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