Una domenica all’anno, migliaia di motociclisti in tutto il mondo si danno appuntamento nelle proprie città vestiti in modo impeccabile: giacche di tweed, cravatte, scarpe lucide e moto d’epoca.
È la Distinguished Gentleman’s Ride, un evento nato a Sydney nel 2012, oggi diffuso in più di 900 città e oltre 100 Paesi. Dietro il fascino estetico e il rombo dei motori c’è una causa precisa: raccogliere fondi per la ricerca sul cancro alla prostata e per la salute mentale maschile, sostenuti dalla fondazione internazionale Movember.
Non è un raduno come tanti. È una manifestazione che usa lo stile e la cultura motociclistica per rompere il silenzio su temi profondi. E ogni città che partecipa diventa parte attiva di una rete mondiale che nel 2024 ha superato i 6 milioni di dollari raccolti. Quest’anno ho deciso di esserci anch’io, per la prima volta a Pavia.
Il mio esordio tra giacche, Vespe e sorrisi sinceri

È domenica mattina, il cielo è chiaro e l’aria già tiepida. La mia Vespa PX150 è pronta. L’ho lucidata con cura la sera prima, controllato olio e pressione, preparata come si deve. Insieme a me ci sono gli amici del Vespa Club Pavia. L’appuntamento è in Piazzale Tevere, e già da lontano si sentono i motori delle moto in arrivo.
Arriviamo e il colpo d’occhio è sorprendente: oltre 200 motociclisti con mezzi di ogni tipo, ma accomunati da un gusto impeccabile. Triumph, Royal Enfield, Moto Guzzi d’epoca, sidecar restaurati con maniacale precisione, e poi tante Lambrette e Vespe, come la mia, che tengono alto l’onore dello scooter italiano.

Non c’è frenesia, ma energia. Chiacchiere, scambi di battute, foto, sguardi complici tra appassionati. E soprattutto, una consapevolezza comune: non siamo qui solo per la bellezza del gesto, ma per una causa concreta. Le donazioni, infatti, scorrono già da settimane sulla piattaforma ufficiale, e oggi a Pavia si superano i 4.800 euro.
La città si fa spettatrice

Alle 10:30 si parte. Il corteo attraversa il centro, lento e ordinato. Poi si sfila sul ponte coperto, si costeggia il Ticino fino a Carbonara. I passanti si fermano, applaudono, chiedono. Rispondiamo volentieri, perché ogni domanda è una porta aperta per parlare di prevenzione, di autoascolto, di dialogo. Temi troppo spesso trascurati, soprattutto tra gli uomini.
In mezzo a una Royal Enfield e una BMW anni ’70, la mia Vespa non sfigura. Ogni tanto ci si ferma per ricompattarsi, ci si scambia un sorriso. È un’esperienza collettiva, fatta di piccole connessioni e di un gesto comune che, moltiplicato per centinaia di città, diventa un messaggio globale.
Il valore di esserci

Al termine del percorso ci si ritrova, come sempre, senza fanfare ma con soddisfazione. Foto di gruppo, strette di mano, un ringraziamento da parte degli organizzatori locali. Nessuno ha vinto nulla, ma tutti abbiamo fatto qualcosa.
È stata la mia prima volta alla Distinguished Gentleman’s Ride. Ma non l’ho vissuta da spettatore. Ho contribuito, sono stato parte di un movimento che mette insieme passione, stile e responsabilità. E so che anche un giro in Vespa, se ben motivato, può fare la differenza.