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Women Motors Bootcamp: ci sono andato davvero

Giulia Arzuffi Women Motors Bootcamp

[titolo_sezione]Women Motors Bootcamp[/titolo_sezione]

Avete presente quando arrivate a una festa senza aver letto bene l’invito che recita “serata di gala” o “cravatta nera”, ma voi arrivate in jeans e giubbotto? E se avete un minimo di dignità vi sentite giustamente a disagio per non aver rispettato i voleri del padrone di casa e aver invaso il suo spazio in maniera poco consona.

Più o meno è quello che ho provato io i primi secondi in cui sono entrato al primo Women Motors Bootcamp e mi sono trovato di fronte più di 400 motocicliste. Avendo avuto poi la bella pensata di andarci con la mia Harley, dotata di scarichi non proprio a norma, di teste (dai capelli lunghi) che si sono girate al mio arrivo ce ne sono state parecchie.

Il mio aspetto non lasciava spazio a dubbi: ero un intruso e, vista la stazza, anche piuttosto ingombrante. Ma l’imbarazzo si è sciolto in pochi secondi e la situazione è stata totalmente diversa da quella poc’anzi descritta.

Come qualcuno di voi sa già, il primo Women Motors Bootcamp non è il classico raduno motociclistico, primo perché non c’erano solo moto, ma anche auto e aerei, e secondo perché era strettamente riservato alle donne.

Come nasce il Women Motors Bootcamp

Gran parte del citato imbarazzo è sparito dopo l’incontro con Domitilla Quadrelli, una delle organizzatrici. Di lei colpiscono, oltre all’evidente bellezza (ha partecipato a Miss Italia vincendo la fascia di Miss Sasch Modella Domani Emilia Romagna, quindi maschietti che pensate di essere fighi sulla vostra moto, datevi una regolata), la sua incredibile passione per la moto (ne possiede cinque) e per il mondo dei motori, oltre che la simpatia e le sue vulcaniche idee, che condivide con le sue amiche con cui ha organizzato questo primo Bootcamp.

Domitilla è promotrice di diverse attività come Officine Vivaldi, che importa le mitiche roulotte made in USA Airstream ma anche Food Truck e scuola bus americani modificati come il suo Cool Bus, con il quale organizza viaggi verso i raduni di tutta Europa come il celebre Wheels and Waves.

La location scelta è decisamente fuori dagli schemi: l’Aeroporto di Boscomantico, a poche centinaia di metri dal quartiere Chievo di Verona. Un piazzale di 29.000 metri quadrati tra hangar di aerei e pista di atterraggio. L’atmosfera da bootcamp americano è amplificata dalla presenza dei numerosi mezzi made in USA forniti dallo sponsor Officine Vivaldi.

Le sue “complici” sono Estelle e Ilaria ma il WMB è un continuo viavai di ragazze che, ognuna a modo suo, esprime la propria passione per il mondo delle due ruote. C’è la grande viaggiatrice, la sportiva, la fuoristradista, la biker, perfino la stunt girl Bianca Malogioglio.

Io che arrivo dal mondo biker, quello dei “duri” delle Harley, mi sento un po’ un dinosauro, nel senso di animale estinto. Certo è che in questa situazione trovare qualcuno con il cromosoma Y è davvero un’impresa.

Vietato l’ingresso… agli uomini

La “selezione all’ingresso” è severissima. A parte giornalisti, fotografi e istruttori, l’ingresso al Women Motors Bootcamp è tassativamente vietato agli uomini. Nel parcheggio esterno intravedo però degli “orfani dei centri commerciali”, pazientemente seduti in macchina ad aspettare le proprie consorti. All’imbrunire sono ancora lì. C’è chi proprio non capisce che una giornata per le donne deve essere tale dal mattino alla sera. Contenti loro.

Il primo giorno del WMB coincide, non a caso, con l’8 marzo e il programma delle ragazze prevede la cena presso lo Special Mr. Martini in via Tombetta a Verona. Non oso immaginare la faccia dell’amico Nicola Martini quando vedrà il suo locale “invaso” da centinaia di fanciulle. La serata di sabato trascorre invece presso il suggestivo ristorante dell’aeroporto.

Il sabato è anche la giornata clou che vede il maggior numero di presenze, che nei tre giorni sono arrivate a ben 445. In questa giornata le tende militari e i gazebo adibiti alle varie attività sono gremiti di fanciulle.

Inutile dire che mi avvicino a tutti, uno alla volta, con lo stesso stile di Pasquale Amitrano in Bianco, rosso e Verdone quando, dopo essere uscito dal cesso dell’autogrill con la maglietta a mezza panza, e un attimo prima di accorgersi che gli hanno fregato le borchie dell’Alfasud, si avvicina timidamente alla comitiva di tedeschi per ascoltare le loro battute e ridere sguaiatamente. Per mia fortuna non suscito gli stessi sguardi di sdegno tra le partecipanti e mi limito a seguire le “lezioni”.

 

Le scuole e i corsi

Al Women Motors Bootcamp si va dalle nozioni di Enduro e Motorally, tenute da Lady Enduro Project, con particolare attenzione a lettura del road book, del GPS e della strumentazione da rally, a quelle di meccanica e riparazione pneumatici della Scuola Moto by Pakelo e di saldatura di Saldatrici Arroweld, per passare ai rudimenti di flat track della Di Traverso School fino a quelli di Krav Maga, una forma di combattimento molto efficace di origine israeliana, utilizzata dalle forze speciali e dal Mossad, tenuti da Krav Italia. Poco più in là c’è la scuola di drifting della Pattuglia Acrobatica 75 di Villafranca e dalla parte opposta quella di guida per principianti tenuta da Donneinsella, mentre per chi ha già la patente ci sono i Demo Ride BMW Motorrad o quelli Yamaha guidati da Alberto Cecotti e i Tom Tom Rides per provare i navigatori.

Di fronte l’area relax con divani ma anche un’area massaggi. A rifocillare le signore ci pensano l’Airstream di Rocket Truck e il Citroën Type H d’epoca di Bustaffa, che non smettono mai di sfornare spuntini. Il biglietto d’ingresso dà diritto a cibo e bevande analcoliche non stop, ma guarda caso, con una predominanza schiacciante di donne, non c’è la solita vergognosa ressa tipica dell’happy hour. E per chi non può fare a meno dello shopping c’è anche un piccolo corner dove è possibile acquistare la T-shirt dell’evento e qualche gadget.

Partecipanti da tutta Europa

Molte le ragazze provenienti da diverse regioni d’Italia ma anche dall’estero, come le fondatrici di Camp VC London, altro evento tutto al femminile. Il bello di queste donne è che molte di loro arrivano anche da sole per provare questa esperienza unica, anche se non mancano i gruppi già consolidati. Tra questi, nel pomeriggio di sabato arrivano le Ladies of Harley del Comitato Organizzatore del 1° HOG Ladies National Run, in programma il 28 e 29 settembre sul Lago d’Iseo, capitanate da Francesca Gelmi, un’altra tipa tosta che conosco da anni, neo director del Brescia HOG Chapter, una carica che poche donne hanno ricoperto dal 1983, anno di fondazione dell’Harley Owners Group a livello mondiale.

Nel frattempo conosco anche Ilaria e Giulia, con le quali tra pochi giorni ci ritroveremo in Sicilia a provare su Harley e Indian il nuovo pneumatico Cruisetec, invitate da Metzeler come rappresentanti del mondo femminile su due ruote. Giulia lavora presso il customizzatore Gallery Motorcycles, quanto a Ilaria ve la presenterò tra poco.

Con la testa tra le nuvole

Ma Women Motors Bootcamp non è solo motori di moto (e auto). Se si svolge all’interno di un aeroporto un motivo ci sarà. Nei tre giorni vengono effettuati, dal locale Aero Club Verona, voli turistici in aeroplano sopra il Lago di Garda e anche lanci con paracadute in tandem con Skydive Verona.

C’è anche chi non arriva al WMB in moto. È il caso di Caterina Manzini, un’affascinante morettina che giunge da Reggio Emilia e quando le chiedi “quanto ci hai messo ad arrivare?” risponde sorridendo “una mezzoretta”.

La domanda successiva, a parte la classica “ma con che razza di moto hai fatto 120 km in mezzora?” è l’altrettanto ovvia “ma sei arrivata volando?”. E lei sorridente, come se stesse parlando della sua nuova utilitaria a quattro ruote, mi mostra invece il suo piccolo monomotore biposto, un Mudry CAP 10.

Appena lo vedo mi vengono in mente le parole di P.E. Baracus dell’A-Team: I ain’t gettin’ on no plane! In effetti penso che neppure io ci salirei, ma forse in sua compagnia sì, alternativa ben più piacevole a quella escogitata dal colonnello Hannibal Smith per far volare il muscoloso ma aerofobico sergente Baracus sull’aereo di Murdock il matto, dopo averlo stordito o addormentato. Avrei dovuto capirlo subito che quella tuta da aviatore da lei portata con tanta eleganza non era un vezzo estetico ma la sua seconda pelle.

Infatti Caterina è un pilota acrobatico professionista. E credo sia anche capace, nel caso dovesse portare con sé qualche uomo rompiscatole, di “cappottare” l’aereo a testa in giù, ma preferisco non scoprirlo. Dopo essersi congedata, una volta fatti i dovuti controlli al suo mezzo e aver verificato che lo spazio aereo sopra Boscomantico è libero, Caterina ci saluta con un paio di “voltige” prima di scomparire nel cielo.

Motorsport is dangerous?

L’unico motore che è rimasto in silenzio in questi tre giorni di Women Motors Bootcamp è stato quello dell’ambulanza presente per garantire la sicurezza delle partecipanti. A parte qualche innocua scivolata sulla pista da flat track non c’è stato nessun incidente. Capito uomini malfidenti?

Con le premiazioni del Photo Contest, nella giornata di domenica, finisce anche questo evento di motori tutto al femminile. Tredici sono le ragazze premiate per le loro foto pubblicate sui social tramite l’hashtag #wmbootcamp. In attesa di una seconda edizione lasciamo a tre protagoniste la parola, così finalmente avrete un parere più autorevole su questo WMB 2019. Prima però qualche testimonianza e i numeri di questo evento.

 

 

[titolo_sezione]Testimonianze e numeri[/titolo_sezione]

I ricordi del Women Motors Bootcamp

Tra le varie testimonianze lasciate dopo l’evento mi colpiscono in particolar modo due, per motivi differenti. La prima è quella di Eufrasia da Campobasso che dichiara: “La moto è stata la mia ragione di vita, la cosa che a 34 anni mi ha fatto ricominciare a camminare dopo la carrozzina, nient’altro che la moto. Vedere donne così giovani realizzare un evento così bello mi ha dato una energia pazzesca”.

La seconda mi auguro che avrà un finale altrettanto lieto ed è quella di una partecipante che, per evidenti motivi, preferisce restare anonima: “Purtroppo oggi non sono venuta in moto perché esco da un periodo difficile. Il mio ex marito mi ha bruciato il garage con dentro la moto, per impedirmi di perseguire la mia passione, ora è dal meccanico. Non è esplosa ma ci metterà un po’ a rimetterla in sesto.”

Quando sento storie simili mi vergogno di avere quel cromosoma Y, che a quanto pare per alcuni “uomini”, che sono tali solo all’anagrafe, significa solo essere dei prepotenti, ma soprattutto degli sfigati. A questa donna mi sento di dire che non siamo tutti così. A quel “signore” invece auguro di non incontrarmi mai quando giro in Harley con i miei amici…

Diamo i numeri

I numeri di questo Women Motors Bootcamp sono davvero impressionanti:

445 donne presenti
124 voli in aeroplano
62 lanci in paracadute
196 corsi di Drifting
200 ragazze senza patente salite in sella per la prima volta
198 stanze occupate negli hotel convenzionati
3 bombole di gas da saldatura
550 piastre con logo saldate dalle ragazze
4 kg di Marshmallow arrostiti
1600 pezzi di pizza Bustaffa
1400 lattine di Redbull
0 alcol
845 post con #wmbootcamp
10652 visite al profilo IG ufficiale negli ultimi 7 giorni
80 persone tra staff, sicurezza, registrazione e gestione
10 lingue parlate (italiano, veneto, inglese, slovacco, greco, francese, olandese, tedesco, polacco, russo)
Tanti, tanti litri di benzina nelle moto dei corsi, auto, test ride e generatori

E ora, spazio alle protagoniste…

[titolo_sezione]Le protagoniste[/titolo_sezione]

Le protagoniste del Women Motors Bootcamp 2019

Uno spazio riservato alle emozioni di chi questo #wmbootcamp l’ha organizzato e vissuto in prima persona. Un ringraziamento particolare a Estelle Kolakowski che ci ha fornito le immagini di tutti i fotografi. Per questo motivo non troverete il suo profilo, di lavoro ne ha avuto da fare anche dopo l’evento. La trovate su Instagram @estelle.kolakowski.

Domitilla: the boss (@domitillaq)

Ricordo esattamente il momento in cui ho capito che dovevo farlo, che era possibile. Ero in volo con Pierpaolo, guardavamo giù e parlavamo di moto e motori. Gli avevo già parlato dell’idea di un evento per sole donne, Pier era d’accordo con me che sarebbe stato difficile portare tutte quelle donne in una pista da cross o enduro.

Un aeroporto invece… Avremmo potuto offrire una combinazione mai vista prima, donne, moto e aerei. Un mix interessante, soprattutto se lo si inaugura il venerdì della Festa della Donna. Da maggio dell’anno scorso non ho fatto altro che pensare all’evento, a trovare i partner giusti, a capire come gestire la sicurezza all’interno dell’aeroporto e come promuovere un evento alla sua prima edizione.

Ho scelto di farmi aiutare da Pierpaolo, e per fortuna che c’è stato lui, oltre che da amici e amiche, alcune incontrate per dei casi fortuiti come Estelle Kolakowski, conosciuta a Motor Bike Expo e poi diventata assistant producer. Appassionata di Yoga e nessuna esperienza nel mondo motori, ma molto capace, e una carriera appena avviata nel marketing, il giorno dopo averla conosciuta in fiera l’ho chiamata e da lì l’abbiamo presa in Officine Vivaldi.

La realizzazione e il risultato sono andati oltre ogni immaginazione, la soddisfazione più bella è stata salutare le ragazze e sentirci dire “vi prego non fateci aspettare un anno, vero che non sarà l’unica edizione?”. Beh quando ti dicono così vuol dire che è andata piuttosto bene!

Una delle cose che mi ha sorpresa di più è stata vedere i volti delle ragazze: gli occhi, incontrarle in giro per il villaggio con il sorriso stampato in faccia mentre venivano a presentarsi da noi e a ringraziarci. Ma veramente quelle da ringraziare siete solo voi ragazze!

Ilaria: Miss Morini (@ilariagelain)

Tra le protagoniste e organizzatrici del Women Motors Bootcamp c’è Ilaria, giovane veronese con una passione sfrenata per le moto vintage, in particolare le Moto Morini. Un sorriso e un paio di occhi che non si dimenticano, Miss Morini è stata una delle prime a credere nel progetto WMB.

Pur essendo giovanissima ha una storia motociclistica di tutto rispetto e gira abitualmente sul suo amato 3 1/2 GT del ’76. È la fondatrice del motoclub Ladies Scaligere, che raduna motocicliste di Verona ma non solo.

Forse però è meglio lasciare a lei raccontare la sua storia e come abbia vissuto da protagonista questo primo Women Motors Bootcamp.

“La mia passione per il motociclismo è nata fin da bambina quando, nel garage di mia nonna, osservavo e adoravo un Piaggio Ciao. Sono cresciuta nell’ammirazione dell’old style e di tutte quelle cose e oggetti che, ormai non più giovani, hanno una storia da raccontare.

Non c’è un giorno preciso in cui ho capito che il mondo del motociclismo d’epoca era la mia strada, questa passione è cresciuta di pari passo con me. Sono una motociclista multi-marca, ma il mio cuore è per il noto e storico marchio Italiano Moto Morini.

Ma ora parliamo un po’ del Women Motors Bootcamp: è un’idea che bazzicava già da molto tempo nella mente di Domitilla Quadrelli, ma che ha preso forma nell’ultimo anno.

Tante sono state le ore di lavoro e molte le persone che in questo cammino ci hanno aiutato a realizzare questo evento. Estelle Kolakowski è arrivata come una stella nel nostro cielo, ci ha aiutate in modo molto professionale su tutto quel che riguardava l’organizzazione.

Mettere per iscritto ciò che ho provato in questi tre giorni del Women Motors Bootcamp non è proprio facile, in quanto sono una ragazza molto sentimentale e alcune cose le recepisco in modo molto accentuato, ma le tante donne che hanno preso parte al WMB ci hanno lasciato una storia da custodire e raccontare, aumentando sempre di più le emozioni provate. La cosa che più mi ha colpito è stata la coesione che sin da subito tutte loro hanno avuto l’una con l’altra, come se si conoscessero da sempre; anche se molte sono arrivate da sole, dopo aver fatto amicizia fra di loro, alla fine dell’evento le abbiamo viste andarsene insieme.

Per noi questo è stato un grande traguardo, il nostro obbiettivo, oltre a dare delle nozioni basi attraverso varie attività, è stato quello di dare l’opportunità di conoscersi e fare gruppo. Durante le due cene abbiamo avuto modo di chiacchierare con le partecipanti al Bootcamp, e tante sono state le storie che mi hanno colpito, ma una frase su tutte mi ha veramente commossa: ho ritrovato la me stessa smarrita.”

Arianna: la bionda sulla Honda (@labiondasullahonda)

Arianna è un altro personaggio tutto da conoscere. Giovanissima pure lei, ha iniziato ad andare in moto… beh ma forse è il caso che ve lo faccia raccontare da lei. Vi basti sapere che gira abitualmente su due Honda: una CBF 500 e una CRF 250L.

Non ricordo con precisione il momento in cui ho capito che avrei voluto viaggiare, perché probabilmente non c’è stata nessuna epifania. Il desiderio di conoscere il mondo deve essere emerso in maniera spontanea, quando ho avuto l’età sufficiente per osservare una cartina, fantasticare di luoghi lontani e percorrere con il dito tutta la strada che mi separava dalla meta. Merito, probabilmente, dei miei genitori, con i quali ho esplorato l’Europa intera in camper e che, prima di avere figli, in motocicletta avevano visitato luoghi straordinari.

A 23 anni, per festeggiare la mia laurea, mi sono regalata la prima motocicletta e, meno di due anni dopo, sono partita per un lungo viaggio su due ruote, percorrendo tutta la strada dall’Italia all’Asia Centrale. Tre mesi, e 15mila chilometri dopo, sono tornata a casa con un grande sogno nel cassetto: lasciare l’Italia e, sempre in moto, raggiungere il Nepal, raccontando le storie di tutte le donne incontrate lungo il percorso.

Probabilmente è stata proprio la mia sensibilità nei confronti delle tematiche femminili a spingermi a iscrivermi al Women Motors Bootcamp, già dopo pochi giorni dal lancio dell’evento. Mi sembrava un sogno che, finalmente, si fosse dato vita a un appuntamento tutto al femminile, incentrato sull’autodeterminazione, sulla forza e sull’autonomia. E le mie aspettative non sono state deluse, visto che ogni partecipante era arrivata a Verona per questo motivo: imparare cose nuove, acquisire conoscenze importanti e sentirsi forti anche fuori dalla propria comfort-zone.

La cosa più bella dei tre giorni di Women Motors Bootcamp? Il sorriso delle ragazze che l’hanno organizzato, pieno di orgoglio, e la dolcezza di tutte coloro che seguono il mio blog e mi hanno fermata per chiedermi consigli in merito a come cominciare a viaggiare da sole, soprattutto, ma anche su come vincere la paura e stare in sella con il sorriso.

[titolo_sezione]Donne in moto[/titolo_sezione]

Le donne e la moto: una storia secolare

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, le donne hanno iniziato ad andare in moto poco dopo gli uomini, anche se all’epoca crearono non poco scompiglio in una società maschilista. In Italia pioniera delle due ruote è considerata la ferrarese Vittorina Sambri, che già negli anni Dieci del secolo scorso sfidava gli uomini sui circuiti cittadini dell’epoca.

Nel 1913 sfidò in un testa a testa all’ippodromo di Faenza il campione Antoniazzi di Padova battendolo, nonostante le scorrettezze di quest’ultimo che tentò di buttarla fuori pista. Nello stesso anno conquistò il secondo posto nel circuito  di  Cremona  classe 350, dietro al campione  Miro  Maffeis su Douglas. Dal 1914 al 1922 corse (e vinse) con una Motoborgo 500 monocilindrica, alternandola a una bicilindrica della stessa Casa torinese, e conquistò anche una gara di campionato italiano.

Oltreoceano invece, nel 1916 le due sorelle Augusta e Adeline Van Buren furono le prime donne che attraversarono in moto gli Stati Uniti, su due Indian, partendo il 4 luglio 1916 e arrivando a San Francisco il 2 settembre dopo aver percorso 5.500 miglia ed essere state anche le prima donne ad aver raggiunto in moto la sommità della Pikes Peak a 4.300 metri di altitudine. Fu un’impresa epica se si pensa che all’epoca le donne non avevano ancora diritto di voto e che la società vittoriana aveva posto limiti severi alle donne. Si pensi ad esempio che durante il loro viaggio vennero arrestate più volte perché indossavano i pantaloni.

L’impresa è stato celebrata in occasione del centesimo anniversario con il Sisters’ Centennial Motorcycle Ride, un run tutto al femminile partito il 3 luglio 2016 da New York e terminato a San Francisco il 23 luglio. La storia dell’avventura delle due sorelle Van Buren è raccontata nel libro Grace and Grit – Motorcycle Dispatches from Early Twentieth Century Women Adventurers, scritto da Bill Murphy e pubblicato nel 2012 dalla Arbutus Press.

In epoche più recenti le donne che hanno sfidato gli uomini sulle piste, in asfalto o terra, sono state diverse: l’inglese Beryl Swain, che nel 1962 gareggiò in sella a una Itom 50 al Tourist Trophy, l’americana Gina Bovaird, prima e unica donna a correre nella classe 500 del Motomondiale nel 1981 e ‘82, la finlandese Taru Rinne, prima donna a conquistare punti in una gara del Motomondiale, dove gareggiò nella classe 125 dal 1987 al 1991, la tedesca Katja Poensgen che, dopo aver corso il campionato nazionale 125 negli anni Novanta, è passata ai campionati internazionali Supersport, Supermono e Superstock, esordendo nel 2001 nel Motomondiale 250 per arrivare a essere testimonial di Indian Motorcycle e la prima donna a vincere la la Punks Peak a Wheels and Waves nel 2017.

Le ultime in ordine di tempo sono l’taliana Kiara Fontanesi, sei volte campionessa mondiale femminile di motocross WMX, e Ana Carrasco Gabarrón, giovane pilota spagnola vincitrice del Campionato Mondiale Supersport 300 nel 2018, a soli 21 anni.

Da una recente ricerca condotta negli Stati Uniti dal Motorcycle Industry Council e pubblicata su Forbes è emerso che attualmente quasi un motociclista su cinque è una donna. Infatti le donne rappresentano il 19% del totale dei motociclisti americani, mentre fino a solo 10 anni fa erano l’8%, percentuale salita di oltre un punto l’anno. In Italia invece, nella sola città di Milano, le donne appassionate di moto sono aumentate del 32,4% negli ultimi 5 anni.

Un altro studio interessante e sempre valido è quello commissionato nel 2013 da Harley-Davidson all’istituto di ricerca demoscopico Kelton Global dal quale si evince che il 37% delle motocicliste si dichiara più felice e sicura in sella a una moto, il 74% ha ammesso che la propria vita è migliorata dopo aver iniziato a viaggiare su due ruote, mentre il 60% ha riscontrato un miglioramento delle proprie condizioni psicofisiche e il 50% una maggiore stabilità con il proprio partner.

Insomma, sembra proprio che la moto faccia bene non solo agli uomini. A giudicare dalle facce sorridenti che abbiamo visto al WMB non ci servono dei freddi numeri per dimostrarlo.

Foto di Andrea Caiola, Marco Renieri, Monti Smith, Chiara Ludovica Quadrelli, Gabriele Salzani

 

[titolo_sezione]L’Aeroporto[/titolo_sezione]

La location è l’Aeroporto di Boscomantico, a nord ovest di Verona, con un piazzale di 29.000 metri quadrati tra hangar di aerei e la pista di atterraggio, dove si svolgeranno le attività. Un luogo che ha segnato la storia nella fabbricazione di dirigibili durante la Seconda guerra mondiale, si è poi trasformato in una base militare aerea per poi trasformarsi a tutti gli effetti in Aeroporto turistico per velivoli leggeri e ultraleggeri. E’ proprio in quest’area che è creato un villaggio in cui le ragazze hanno potuto incontrarsi, parlare, confrontarsi e condividere la propria passione per i motori, le moto, gli aerei.

 

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