Auto elettriche: il punto della situazione

Robin Grant
06/05/2022

Auto elettriche: il punto della situazione

A che punto è la diffusione delle auto elettriche in Europa e in Italia? Al momento, ancora poco rosea, e se è vero che il numero sta aumentando la maggioranza delle vetture nel Vecchio Continente rimane a motore endotermico, sia pure con ibridazione più o meno leggera. Juice Technology AG, che produce il cavo multi-presa da noi tanto apprezzato, ha però provato a fare un punto della situazione, cercando di capire le tendenze che andranno a supportare lo sviluppo, si spera più sano, della mobilità elettrica.

Sappiamo infatti che dal dicembre 2018 l’Unione Europea ha dichiarato il suo obiettivo di ridurre le emissioni dei gas serra provenienti dai veicoli stradali del 90% entro il 2050, partendo dal 1990. Un obiettivo ambizioso, che per esempio prevede che dal 2035 siano vendute solo auto elettriche a batteria o a idrogeno. Ma per quanto spinga per una costruzione efficiente di infrastrutture, siamo ancora lontani dal milione di punti di ricarica installati entro il 2025.

In Europa le auto elettriche sono il 20% del mercato

Nel 2021, i veicoli a batteria hanno rappresentato circa il 20% delle vendite di auto nuove nel 2021, e nei cinque principali mercati del Vecchio Continente, vale a dire Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, la quota di mercato dei veicoli elettrificati (quindi, anche full e plug-in hybrid) è passata dall’8% del 2019 al 38% del 2021. Questo trend porta a dei pronostici che vedono il “sorpasso” delle immatricolazioni di veicoli elettrici e plug-in hybrid su quelli diesel già a partire dalla prima metà del 2023.

Cupra Born e-Boost

Secondo le previsioni, inoltre, è il 2025 l’anno in cui le auto elettriche raggiungeranno il “punto di svolta”, perché dovrebbero andare a risolvere i due principali problemi: saranno cioè meno costose, e più facili e veloci da ricaricare. Questo anche in ottica di colonnine sempre più potenti, ma si spera anche in nuove tecnologie di ricarica sia per la sfera pubblica che in quella privata. Ad ogni modo, la diminuzione dei prezzi dovrebbe essere favorita dalla concorrenza e dall’arrivo di vetture basso di gamma che va detto hanno già contribuito ad abbassare i prezzi, specialmente modelli come Dacia Spring e Fiat 500e, che non a caso ha conquistato oltre al mercato italiano anche quello tedesco e francese.

Nulla in confronto alla Cina

C’è sempre da tenere d’occhio la Cina. Lo abbiamo scritto più volte, e le ricerce di Juice Technology in collaborazione col futurologo Lars Thomsen, concordano. Attuale leader delle auto elettriche, la Cina si sta facendo sempre più agguerrita nel mercato europeo e in quello statunitense, dove grazie al lavoro di designer e ingegneri europei è in grado di proporre vetture a prezzi abbastanza democratici, e in alcuni casi, come le vetture Nio o Lynk & Co, anche esteticamente piacevole.

Swapping Battery

Inoltre, i produttori cinesi come la stessa Nio, o Geely (il gruppo che controlla Volvo, Lotus, metà di Smart e la già citata Lynk & Co), stanno investendo ingenti somme nello swapping battery, vale a dire quella tecnologia che in meno di 5 minuti sostituisce la batteria scarica con una carica, andando a eliminare il problema dei tempi di rifornimento e quello delle colonnine, visto che si possono sfruttare i distributori già presenti. Un enorme vantaggio, a fronte di produttori euro-americani che difficilmente potrebbero mettersi d’accordo su un unico standard di accumulatore.

Anche gli Stati Uniti, e i produttori statunitensi, corrono. Mary Barra, CEO di General Motors, ha per esempio annunciato un ritorno in Europa con le auto elettriche, e Ford quasi a sorpresa nel 2021 ha dichiarato che dal 2030 produrrò solo vetture a batteria. Gli Stati Uniti, inoltre, prevedono un mercato in crescita sia per le vetture, soprattutto pick-up (15%) sia per le infrastrutture di ricarica, per arrivare al 2025 con una quota BEV superiore al 40%.

E l’Italia?

L’Italia è pronta alla “svolta elettrica”? Il mercato nostrano ha chiuso il 2021 con 1.457.952 immatricolazioni, di cui il 4,6% rappresentato da veicoli elettrici (67.542). Si parla di crescita, certo, rispetto al 2,3% del 2020 e soprattutto allo 0,5% del 2019. Motus-E, insieme a European Climate Foundation, ha previsto che nel 2030 le elettriche saranno il 50% della domanda: allo stato attuale delle cose, almeno a livello percettivo, sembra piuttosto ambizioso come dato. Ma quello che emerge dalla ricerca è che comunque nel 2030 saremo ancora lontanissimi dagli obiettivi del governo italiano per il 2035, che si allinea all’UE per “bandire” le auto endotermiche.

Fiat 500e

La stessa ricerca riporta l’opinione di 2.004 italiani, secondo i quali la domanda di elettriche dei consumatori già nel 2025 sarà superiore a quella di ogni altro tipo di alimentazione. Questo grazie agli incentivi (che però non sembrano aiutare), e una maggiore offerta. Anche secondo Cristoph Erni, CEO e fondatore di Juice Technology, in Italia i tempi sono maturi per la transizione, per via dell’interesse. Secondo lui, comunque, il punto di svolta italiano sarà il 2024, anno in cui arriveranno diversi modelli a batteria a prezzi più accessibili e soluzioni di ricarica più intelligenti che supporteranno l’infrastruttura. “In Italia le strade sono più strette che in altre parti del mondo, pertanto, ritengo sia stato un bene aspettare che anche la tecnologia avanzasse al punto da rendere convenienti e affidabili le auto elettriche di dimensioni più compatte e perciò più adatte alla circolazione stradale” ha dichiarato Erni.

Dico da possessore di un’elettrica che i tempi sono maturi forse in Nord Italia, nelle grandi città, dove comunque non mancano i problemi. Ma io stesso ho preso una piccola Fiat 500e, e del resto è noto che gli italiani, vuoi per prezzi più accessibili vuoi per dimensioni più adatte alle vie strettissime delle città, scelgano le utilitarie, che al momento nelle elettriche rappresentano vetture con autonomia cittadina o per gite fuori porta.

Al 2024 mancano ancora due anni, e siamo curiosi delle nuove tecnologie di ricarica. Al momento, però, quello che vediamo sono produttori che per ovviare alle mancanze istituzionali si imbarcano nell’infrastrutturazione del Paese, da Volvo a Kia.

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