Il furto dei cavi delle colonnine di ricarica elettrica non è un fenomeno solo italiano. La rete di ricarica elettrica nel Regno Unito è infatti sempre più sotto pressione a causa del furto sistematico dei cavi di ricarica.
Uno dei casi più gravi riguarda InstaVolt, la maggiore rete di ricarica rapida del Paese, che ha visto quasi metà delle sue stazioni colpite negli ultimi due anni. InstaVolt gestisce oltre 2.100 punti di ricarica. Tra questi, quasi 1.000 sono stati oggetto di atti vandalici o furti, causando danni economici e disagi ai conducenti.
Ma quanto ricavano i ladri con il taglio ed il furto dei cavi? A quanto pare il guadagno è appena di 25 sterline, ovvero 29 euro, a fronte di 1.000 sterline (1150 euro) di danni. Senza contare i disagi per chi guida le auto elettriche, ovviamente. Dal novembre 2023 ad aprile 2025, i furti hanno generato una perdita stimata in oltre 410.000 sterline solo per InstaVolt.
Oltre all’impatto diretto sui costi, questi episodi mettono a rischio la fiducia nel sistema di ricarica elettrica pubblica, fondamentale per la transizione verso la mobilità sostenibile.
La risposta: GPS attivo e avvisi in tempo reale
Per contrastare i furti, InstaVolt ha scelto di intervenire su due fronti: rinforzare fisicamente i cavi con guaine in Kevlar e introdurre un sistema di tracciamento GPS attivo in collaborazione con l’azienda Trackit247.
I cavi sono ora dotati di dispositivi GPS che inviano un aggiornamento sulla posizione ogni tre secondi. Inoltre, grazie al sistema di geofencing, ogni cavo è vincolato alla sua specifica stazione. Se si muove al di fuori della zona autorizzata, viene generato un allarme immediato, inviato tramite messaggio, email e telefonata al centro di sorveglianza attivo 24 ore su 24.
Collaborazione con la polizia e interventi tempestivi
L’aspetto più efficace del nuovo sistema è la possibilità di tracciare il percorso in tempo reale. Se un ladro tenta di portare via un cavo, gli operatori possono seguire ogni spostamento e fornire indicazioni precise alle forze dell’ordine, facilitando il recupero del materiale rubato e l’eventuale arresto.
Il sistema è di fatto una misura concreta di protezione delle infrastrutture critiche, pensata non solo per limitare i danni, ma anche per aumentare il livello di deterrenza nei confronti dei furti ripetuti.
A questo punto possiamo dire che il caso britannico potrebbe presto diventare un modello replicabile anche in altri Paesi europei, dove episodi simili iniziano a emergere, soprattutto nelle aree metropolitane.
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