Il Governo snobba ancora il settore auto: addio incentivi

Gianluca Pezzi
08/10/2020

Il Governo snobba ancora il settore auto: addio incentivi
BRUSSELS, BELGIUM - OCTOBER 17: Italian Prime Minister Giuseppe Conte arrives at European Parliament on October 17, 2019 in Brussels, Belgium. Leaders of the EU countries are meeting to discuss the EU's long-term budget, the strategic agenda and Climate. Brexit will be also be on the agenda with the UK edging closer to their 31st October deadline for leaving the European Union. (Photo by Sean Gallup/Getty Images)

Il Governo non ha ritenuto necessario rifinanziare gli incentivi auto nel testo di conversione in legge del “Decreto Agosto” che era stato approvato dal Senato. Si tratta chiaramente di una scelta di autolesionismo, l’ennesima fatta dalla politica italiana, visto che gli incentivi già varati e presto esauriti non solo hanno ravvivato un mercato in fortissima crisi e salvato posti di lavoro, ma hanno prodotto in poche settimane un maggiore incasso per lo Stato e contribuito positivamente al PIL.

Gli incentivi auto si sono autofinanziati con le imposte

C’è da dire che gli incentivi auto si sono praticamente autofinanziati. Gli ecobonus hanno infatti fruttato 58 milioni di euro incrementali in gettito IVA, oltre ai maggiori introiti legati all’immatricolazione dei veicoli, tra cui l’IPT. I dati diffusi nei giorni scorsi sulla confortante ripresa del mercato grazie agli incentivi sono la dimostrazione tangibile di quanto sia stato efficace questo strumento. Rispetto al mese di settembre dello scorso anno assistiamo, nello stesso periodo, all’immatricolazione di oltre 13.600 vetture in più (+9,5%) e ad un incremento del 47,4% di auto rottamate.

Al Governo non importa nulla dell’auto e degli automobilisti

Le associazioni di categoria come Federauto e Unrae, sperano in un intervento urgente da parte del Governo e della politica. Una speranza probabilmente vana, perché riposta in chi considera l’automobile come il nemico numero uno, e l’automobilista come un pollo da spennare. Parliamo dello stesso Governo che si dimentica di sostenere un settore, come quello dell’auto, che vale il 10% del PIL nazionale e da cui dipendono migliaia di piccole e medie aziende, con decine di migliaia di posti di lavoro attualmente a rischio.

In questa fase particolarmente delicata per l’economia nazionale, non rifinanziare una misura così importante sarebbe un errore imperdonabile” – dicono Federauto e Unrae – “Vanno garantite norme efficaci e di lungo periodo che consentano al consumatore la necessaria chiarezza per non deprimerne la propensione all’acquisto e agli operatori del settore una adeguata pianificazione delle proprie attività produttive e commerciali“.

Federato e Unrae accettano il ricatto

Peccato che Federato e Unrae, pur di racimolare qualche soldo in incentivi si rendano disponibili al “ricatto finale”, dichiarandosi “fin da subito pronte a condividere con il Governo le proprie proposte strategiche e pluriennali per sostenere il processo di decarbonizzazione in atto e accompagnare la transizione della mobilità verso le emissioni zero“. Due associazioni che negli ultimi anni non sono mai riuscite a far presa sulla politica italiana e mai come in questo momento dimostrano la propria debolezza, anche accettando pressioni per incentivare modelli, come le auto elettriche, che nessuno vuole.

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