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Guida e stupefacenti: cosa cambia davvero con la riforma del Codice della strada

Dopo le polemiche sulla riforma dell’articolo 187, facciamo chiarezza su cosa comporta oggi mettersi al volante dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti.

Con l’entrata in vigore della riforma del Codice della strada lo scorso 14 dicembre 2024, si è acceso un vivace dibattito attorno all’articolo 187, che disciplina la guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Tra interpretazioni e allarmismi, molti si sono chiesti se fosse davvero possibile incorrere in sanzioni anche settimane dopo una singola assunzione, come nel caso della cannabis.

Dal concetto di alterazione a quello di assunzione

Il punto centrale della riforma è il passaggio dal concetto di “guida in stato di alterazione” a quello di “guida dopo l’assunzione”. In teoria, quindi, il solo fatto di aver consumato una sostanza potrebbe configurare il reato, anche senza evidenti sintomi psicofisici. Ma è davvero così?

La risposta è arrivata chiara dalla circolare del ministero dell’Interno dell’11 aprile 2025: le analisi valide per accertare la presenza di droga sono solo quelle effettuate su sangue e fluido orale. I test sulle urine, invece, non sono considerati affidabili per dimostrare che una sostanza sia ancora attiva nell’organismo.

In sostanza, il legislatore non intende colpire chi ha assunto droghe molti giorni prima, ma solo chi è verosimilmente ancora sotto l’effetto della sostanza nel momento in cui si mette alla guida.

L’uso di sangue e saliva come riferimento impone automaticamente una limitazione temporale: l’accertamento è valido solo se dimostra un’assunzione recente, compatibile con l’effettiva influenza della sostanza sulla guida. Questo punto è chiarito nella stessa circolare ministeriale, che specifica la necessità di una “prossimità temporale tra assunzione e guida”.

Niente sanzioni retroattive

Le polemiche sull’ipotesi di sanzioni anche settimane dopo l’assunzione, ad esempio per una “canna fumata un mese prima”, si sono quindi rivelate infondante. La norma punta a colpire chi mette a rischio la sicurezza stradale, non chi ha semplicemente consumato in passato una sostanza rilevabile solo nei metaboliti presenti nelle urine.

Le nuove regole rafforzano la lotta alla guida sotto effetto di droga, ma lo fanno con un approccio scientificamente fondato. Niente caccia alle streghe, quindi: il focus resta sulla sicurezza immediata e sull’effettivo rischio per sé e per gli altri utenti della strada.