Hertz non riesce a noleggiare le Tesla negli USA: il motivo è sconcertante.

Robin Grant
15/09/2023

Hertz non riesce a noleggiare le Tesla negli USA: il motivo è sconcertante.
Image: Hertz

In tutto il mondo, Hertz sta puntando molto sul noleggio di auto elettriche e nel 2021 fece molto parlare di se quando annunciò un ordine di 100.000 Tesla, seguito poi dalla partnership con Polestar e altri produttori elettrici, nonché fornitori di servizi di ricarica come Shell in Italia.

Tuttavia, pare proprio che risultati di noleggio negli USA non sono quelli sperati, ed è intuibile dal fatto che i veicoli elettrici sono di frequente quelli con il canone più basso, segnale, di solito, di volontà di spingere maggiormente quel prodotto. Il motivo, secondo il giornalista Gary Leff, è che la società di noleggio avrebbe sbagliato completamente l’approccio nel mercato americano, quando potrebbe guardare alle sue filiali europee per migliorare i risultati.

tesla hertz
by Gary Leff

Qual è l’errore di Hertz?

Secondo Leff, il motivo per cui Hertz fatica a dare a noleggio i suoi veicoli elettrici non è per le auto in sé. È a causa delle sue politiche di ricarica, basate su quelle del rifornimento dei veicoli tradizionali. Una scelta che, ovviamente, è sbagliata visto che come ripetiamo sempre, l’approccio e la mentalità dietro un veicolo a batterie sono completamente diversi.

Hertz, infatti, richiede di restituire l’auto a carica completa o, con un leggero supplemento, con almeno il 75% della batteria. Tuttavia, costringere i clienti, spesso alle prime armi con un’elettrica, spesso in vacanza o con orari serrati per il lavoro, non è una buona mossa, ed è un costo in più, quello del tempo, che in pochi sono disposti ad assumersi, e paradossalmente chi guida abitualmente un elettrico è tra quelli che lo sono meno.

Soprattutto perché la maggior parte delle agenzie di Hertz sono naturalmente agli aeroporti, e per quanto l’hotel di partenza possa anche essere dotato di colonnina, in base alla distanza dello scalo, durante il tragitto la batteria andrebbe di nuovo sotto il 100 o il 90%,  cosa che costringerebbe i clienti a dover cercare una colonnina nei pressi dell’aeroporto.

Servirebbe, quindi, un approccio diverso. Anziché abbassare il canone in modo poco efficiente, e solo per finta, visto che poi è necessario aggiungere i costi di ricarica, è forse meglio alzarlo ma includendo nel servizio anche i costi della ricarica. In qualche modo verrebbe comunque pagata, ma il ricarica rimarrebbe “fisicamente” a carico del personale della società di noleggio.

Non si tratta di fantascienza, dato che una soluzione simile avviene con le società di car sharing come Zity o Drivalia. O come fa, paradossalmente, la stessa Hertz in Italia.

Quando l’America dovrebbe guardare all’Europa

Quanto succede negli USA, però, curiosamente non riguarda l’Europa. Consapevole di queste problematiche, infatti, la filiale italiana di Hertz ha dato vita alla E-Xperience, una soluzione che consente il noleggio di veicoli elettrici in modo più semplice e, anzi, proprio per consentire a chi non li ha mai utilizzati di “fare pratica” in modo comodo.

hertz

Infatti, al momento del ritiro di un’auto elettrica o ibrida plug-in, è incluso anche un key-fob che abilita l’accesso al 98% delle colonnine di ricarica pubbliche senza bisogno di scaricare app, registrarsi o inserire carte di pagamento. Il consumo elettrico viene addebitato al cliente in fattura separata dal canone, ma la cosa più interessante è l’opzione CPO – Charge Purchase Option, servizio di ricarica prepagata disponibile per chi non avesse tempo di ricaricare l’auto al momento della riconsegna del veicolo, e infatti, come di dichiara Hertz Italia stessa, oggi il CPO è tra i servizi più richiesti da chi sceglie l’E-Xperience.

Ciò ha permesso una tendenza completamente diversa da quella riscontrata da Gary Leff negli USA. Infatti, secondo Hertz Italia, emerge che l’E-Xperience è richiesto soprattutto dalle aziende, e quindi da chi ha bisogno del noleggio auto per lavoro.

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