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In Iran scoperto il secondo più grande giacimento di litio al mondo

Scoperto un giacimento di litio in Iran che potrebbe abbassare i costi delle batterie per le auto elettriche in tutto il mondo.

L’Iran ha annunciato di aver scoperto un enorme giacimento di litio ad Hamedan, una delle sue provincie occidentali, e che si tratterebbe del secondo più grande al mondo.

Come ha affermato Hadi Ahmadi, funzionario del ministero dell’industria, delle miniere e del commercio, alla principale emittente televisiva iraniana, è la prima volta che in Iran viene scoperto un deposito di questo minerale, cruciale per la produzione di batterie sia per dispositivi elettronici che per veicoli elettrici, e che potrebbe porre l’Iran in una nuova posizione nel contesto internazionale.

Un giacimento da 8 milioni e mezzo di tonnellate

Il ministero iraniano ritiene che il nuovo giacimento contenga fino a 8,5 milioni di tonnellate di litio, e se ciò sarà verificato confermerà questo deposito come il secondo più grande al mondo dopo quello del Cile, che ne contiene 9,2 milioni di tonnellate.

Per l’Iran si tratterebbe di una svolta. Da più parti sempre più considerato come l’oro del XXI secolo, il prezzo del litio è salito vertiginosamente nell’ultimo anno a causa della sempre più alta domanda di veicoli elettrici, e a causa dei problemi di approvvigionamento e dell’inflazione. Solo di recente è sceso, sia a causa del calo delle vendite delle auto elettriche sia anche per la scarsa attività commerciale cinese, che è il mercato di BEV più veloce a crescere.

Comunque, anche se è sceso leggermente, le decisioni di UE e USA faranno sì che la domanda di auto elettriche inevitabilmente cresca. Per l’Iran, essere proprietario di un giacimento, e per di più così grande, sarebbe come una “manna dal cielo”, e aiuterebbe a risollevare l’economia del paese, oggi in forte crisi a causa delle sanzioni imposte dagli Stati occidentali e la continua svalutazione del Rial iraniano rispetto al dollaro, che a fine febbraio ha toccato i minimi storici.

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Esportando il litio, però, potrebbe trarre benefici: da una parte contribuirebbe ad abbassare i prezzi del metallo, perché c’è maggiore offerta; e dall’altra avrebbe una nuova fonte di reddito, in base alla sua capacità di esportare. Questo gli garantirebbe un futuro post-petrolio e gas in un mondo che aspira a non averne più bisogno: oggi l’Iran è uno dei principali produttori di questi elementi, ma si dimostra incapace di esportarlo sia per problematiche interne sia per le citate sanzioni.

Queste ultime e i difficili rapporti politici con chi le elettriche le andrà a comprare potrebbero frenare presto l’entusiasmo. Inoltre, anche le recenti aspirazioni protezionistiche americane ed europee potrebbero rendere quasi inutile questo giacimento: in Svezia di recente è stato scoperto il più grande giacimento di terre rare del Vecchio Continente, che aiuterebbe Bruxelles a rendersi indipendente, come vuole, dagli altri Stati nella produzione di componenti; e così gli USA aspirano ad auto-prodursi tutto, da soli o con gli storici partner asiatici tra cui Giappone, Taiwan e Corea del Sud.

Cavi di ricarica

Comunque, se non saranno gli occidentali potrebbero essere i cinesi ad accaparrarsi l’esclusivo rapporto commerciale per il litio iraniano. Secondo Goldman Sachs, l’offerta di litio crescerà in modo sostanziale del 34% ogni anno, e saranno Australia e Cina a dividersi il monopolio. E l’Iran potrebbe concedere alla Cina spazi esclusivi sul suo litio, come del resto hanno fatto molti dei paesi africani in cambio di infrastrutture e di un miglioramento delle loro economie.

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