Lyft punta sulla guida autonoma: accordo con Tensor Auto per centinaia di Robocar

Lyft annuncia un accordo con Tensor Auto per introdurre Robocar autonomi entro il 2027. Cambia il modello operativo: dai partner esterni alla proprietà diretta.

Lyft, il principale concorrente di Uber negli USA, ha annunciato una nuova alleanza strategica con Tensor Auto, specialista nella tecnologia per la guida autonoma, per lanciare una flotta di Robocar entro il 2027 in Nord America ed Europa. Si tratta di una svolta nel modello operativo del colosso della mobilità: per la prima volta, Lyft gestirà direttamente veicoli autonomi anziché affidarsi a partner terzi.

L’accordo segna un cambio di rotta importante per un’azienda da sempre orientata verso un approccio asset-light. Con la prenotazione di centinaia di Robocar tramite società affiliate e in attesa delle necessarie autorizzazioni, Lyft compie un passo deciso verso una gestione verticale della propria offerta.

Tecnologia ad alte prestazioni a bordo dei Robocar

Il Tensor Robocar si distingue per una dotazione tecnologica senza precedenti. Ospita oltre 100 sensori, inclusi 37 telecamere, 11 radar e 5 lidar, tutti coordinati da otto chip NVIDIA DRIVE AGX Thor, basati sull’architettura Blackwell. Il sistema raggiunge una potenza elaborativa superiore a 8.000 TOPS, sufficiente a processare oltre 53 gigabit al secondo: una capacità che garantisce percezione ambientale e reazione in tempo reale.

I Robocar saranno prodotti da VinFast in Vietnam. Le prime consegne sono previste entro la fine del 2026, con l’inizio dell’utilizzo commerciale nella prima metà del 2027, in mercati dove la guida autonoma di Livello 4 è legalmente consentita.

Oltre all’impiego diretto da parte di Lyft, il Robocar introduce un modello ibrido tra mobilità privata e commerciale. Gli acquirenti potranno generare reddito distribuendo il proprio mezzo sulla piattaforma Lyft, contribuendo così a ridurre l’impatto economico della proprietà di un mezzo di fascia alta.

Lyft intende gestire pulizia, ricarica e manutenzione attraverso la sua controllata Flexdrive, già attiva nel settore della mobilità con oltre 550 milioni di miglia percorse all’anno. Il sistema di manutenzione predittiva e il monitoraggio in tempo reale di Flexdrive si candidano a diventare il cuore operativo della nuova flotta autonoma.

Una gestione verticale che taglia i costi

Con questo accordo, Lyft punta anche a ridurre i costi operativi, evitando la frammentazione tipica di altri modelli multi-partner. L’integrazione tra produzione, flotta e piattaforma permette di limitare il numero di soggetti coinvolti, abbattendo i margini trattenuti a ogni corsa e offrendo una maggiore efficienza.

Nonostante l’entusiasmo per il progetto, il mercato ha reagito con cautela. Nella giornata dell’annuncio, il titolo Lyft ha registrato un calo del 3,19%, chiudendo a 19,09 dollari. Gli analisti vedono nella nuova strategia un investimento ad alta intensità di capitale che, seppur promettente, comporta rischi legati ai tempi e all’approvazione normativa.

Con questo passo, Lyft entra a pieno titolo nella corsa globale alla mobilità autonoma, puntando su tecnologia proprietaria, gestione integrata e modelli di business più sostenibili per gli utenti e per l’azienda stessa.

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