Peugeot VLV: l’auto elettrica del 1941

Marco Dimartino
27/08/2023

Peugeot VLV: l’auto elettrica del 1941

Nel 1941 nasceva la Peugeot VLV (Voiturette Légère de Ville). Torniamo indietro a più di 80 anni fa. I militari non sono esperti di automobili e alla dichiarazione di guerra del 1939 si accontentano, infatti, di richiedere adattamenti ai veicoli di serie per affrontare le necessità urgenti.

Le Peugeot 202 e le 402 ricevono motori più potenti, alcune quattro ruote motrici o equipaggiamenti molto specifici, come mitragliatrici o fari di aviazione. Le furgonette, antesignane degli attuali veicoli commerciali, sono allestite come ambulanze a La Garenne (Parigi), ma in numero limitato.

Peugeot VLV 1941

Essenzialmente, i militari esigono autocarri. La mobilitazione del 1938, benché fermata dagli Accordi di Monaco, ha fatto intravedere la richiesta. Con pragmatismo, Peugeot rivede la sua strategia. La Marca aveva infatti abbandonato i veicoli industriali nel 1927 permettendo ai suoi agenti commerciali di distribuire i modelli Laffy per mantenere la loro clientela.

Con la guerra, Peugeot ritorna agli autocarri migliorando fin da subito il suo veicolo commerciale da 1.000 kg di portata, l’MK5. Prima rinforzandolo per aumentarne la portata a 1.400 kg e poi facendolo evolvere nel Tipo DMA. Ma erano certi che nel dopoguerra si sarebbe evidenziata una richiesta considerevole di veicoli commerciali.

La produzione del MK5 nel 1939 raddoppia e raggiunge il suo massimo. Durante i sei mesi della “strana guerra” Peugeot allestisce 23.833 veicoli. Nel corso dei quattro anni di occupazione la produzione è di 27.415 esemplari, cioè il 12% di prima della guerra. Gli autocarri Peugeot non piacciono però alla Wehrmacht.

Peugeot VLV 1941

Senza benzina e materie prime, l’automobile affronta il periodo più oscuro sotto l’Occupazione. Fin dal 1940 Peugeot avverte la necessità di immaginare una vettura sostitutiva, che richiedesse il minimo di lamiera, una Cyclecar come la Quadrilette a suo tempo, ma che utilizzasse l’elettricità.

Gli ingegneri de La Garenne lavorano sull’argomento sin dagli Anni ’20 con gli specialisti di questi motori e dei componenti specifici. I risultati sono incoraggianti: su una Peugeot 201 il consumo è di 14-15 kW/h per 100 km con velocità medie in città di 25 km/h. Se l’utilità di un simile cambiamento tecnico non è ancora evidente, tutto cambia nel 1940.

Dopo aver pensato di utilizzare i brevetti CGE-Grégoire, Peugeot cambia direzione nel mese di agosto e prepara un proprio Cyclecar da 550 kg “il tipo New-Map” realizzato artigianalmente. Due esemplari vedono la luce nel settembre 1940.

Peugeot VLV 1941

Peugeot VLV ovvero “Voiturette Légère de Ville – piccola vettura da città”, viene presentata per l’omologazione il 28 marzo 1941. È lunga 2,67 m larga 1,21 m, la Peugeot VLV è una due posti, in alluminio per non pesare che 365 kg, batterie comprese.

Le batterie sono posizionate davanti mentre il motore elettrico è dietro, e l’auto elettrica sviluppa una potenza di 2 CV con una autonomia di 80 km ed una velocità massima di 32 km/h. L’accoglienza da parte della stampa specializzata è abbastanza realistica

questa vettura costituisce un mezzo comodo per gli spostamenti in città e in periferia. La velocità è sufficiente in città: con la vetturetta elettrica Peugeot si possono raggiungere le prestazioni di un ciclista di buon livello e allenato, il tutto senza la minima fatica.

La Peugeot VLV diventa allora la vettura dei medici e degli avvocati, ma anche della Posta. Tenuto conto delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e degli accumulatori, il ritmo della produzione è molto caotico.

Dalle officine de La Garenne usciranno 377 Peugeot VLV prima che il Comitato d’Organizzazione dell’Automobile – organismo costituito dallo Stato nel periodo Vichy – la vieti nel 1943. Questo comitato vieta che un costruttore possa diversificare l’attività. Lungi da un errore di analisi, si tratta di non limitare i mezzi industriali disponibili per il Terzo Reich.

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