Radiotaxi 3570 di Roma è da anni al centro dell’attenzione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il punto critico è sempre stato lo stesso: la clausola di esclusiva assoluta imposta ai soci, che impediva loro di collaborare anche in minima parte con piattaforme concorrenti di intermediazione taxi, come Freenow o Uber.
Già nel 2018, un provvedimento dell’Autorità aveva definito questa pratica illegittima, in quanto limitava la concorrenza senza apparente giustificazione in termini di efficienza mutualistica. Una posizione pienamente confermata anche dal Consiglio di Stato nel 2020.
Nel 2025, dopo anni di resistenza e due procedimenti di inottemperanza, la cooperativa ha finalmente introdotto modifiche concrete allo statuto. La clausola di esclusiva è stata trasformata da assoluta a relativa: i tassisti potranno ora offrire i propri servizi anche tramite piattaforme non integrate con ItTaxi, ma solo nei momenti di inattività. Per farlo, è richiesta ogni anno una dichiarazione formale, da presentare a novembre, con validità annuale.
In parallelo, è stato istituito un sistema di contribuzione differenziata: i soci che restano fedeli esclusivamente a ItTaxi beneficiano di uno sconto del 15% sulla quota mensile. Chi decide di usare anche altre piattaforme, invece, paga la quota intera.
Le critiche di Mytaxi – Freenow
La società Mytaxi (oggi Freenow), parte in causa nel procedimento, contesta le nuove misure. Ritiene che queste rappresentino ancora un ostacolo alla concorrenza, introducendo penalità economiche e burocratiche per i tassisti che vogliono operare anche con piattaforme terze.
Secondo Mytaxi, lo sconto riservato ai soci “fedeli” rappresenta di fatto una penalizzazione per chi sceglie la concorrenza. Ancora più problematico è il fatto che l’adesione a piattaforme esterne richieda una dichiarazione nominativa, con il rischio di ritorsioni o isolamento all’interno della cooperativa. La validità annuale del documento impedisce inoltre modifiche in corso d’anno.
Mytaxi contesta anche il sistema sanzionatorio, che può arrivare fino all’esclusione del socio dopo tre infrazioni, e l’ambiguità del termine “momenti di inattività”, lasciando margine a interpretazioni arbitrarie.
La posizione dell’Autorità
L’Antitrust, qui il testo ufficiale e integrale, ha ritenuto che le modifiche introdotte da Radiotaxi 3570 siano sufficienti per rispettare il provvedimento del 2018. Ha giudicato le nuove norme proporzionate, sottolineando che la possibilità di operare per piattaforme terze è garantita, e che la penalità pecuniaria prevista per l’inottemperanza pregressa – 29.587,20 euro – chiude un capitolo durato troppo a lungo.
L’Autorità ha respinto la richiesta di nominare un trustee indipendente per monitorare l’attuazione delle misure, ritenendo che l’attività possa essere vigilata attraverso canali esistenti, come la piattaforma di whistleblowing.
Comunicazione e trasparenza
Radiotaxi 3570 si è infine impegnata a diffondere un comunicato neutro e informativo rivolto ai propri soci, chiarendo la possibilità di usare piattaforme diverse da ItTaxi. L’obiettivo dichiarato è garantire trasparenza e correttezza, superando alcune informazioni fuorvianti precedentemente diffuse.
Resta aperta la questione della replicabilità delle nuove regole: Mytaxi teme che altre cooperative, oggi più aperte alla concorrenza, possano reintrodurre restrizioni simili. Un rischio reale, che l’equilibrio attuale tra esigenze mutualistiche e libertà imprenditoriale dovrà tenere sotto controllo.
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