Renault taglia 14.600 posti di lavoro, Nissan 3.000

Gianluca Pezzi
29/05/2020

Renault taglia 14.600 posti di lavoro, Nissan 3.000
YOKOHAMA, JAPAN - MARCH 12: The Nissan Motor Co. headquarters stands on March 12, 2019 in Yokohama. Japan. Nissan, Renault SA and Mitsubishi Motors Corp. announced on Tuesday that Renault Chairman Jean-Dominique Senard will act as Chairman of the new operating board of the three companies' alliance, with the CEOs of Nissan, Renault, and Mitsubishi Motors also joining the board. (Photo by Tomohiro Ohsumi/Getty Images)

Tempi duri per l’Alleanza Renault Nissan Mitsubishi, i cui nodi iniziano ad arrivare al pettine. Gli annunci di “risparmi” arrivati nei giorni scorsi si sono tradotti in tagli di forza lavoro: 14.600 per Renault e 3.000 per Nissan con la chiusura dello stabilimento di Barcellona.

Per quanto riguarda Renault, il cui obiettivo è un taglio di 2 miliardi di euro di spese nei prossimi tre anni, sono in corso le trattative con i sindacati. Si parla di “ristrutturazione” di alcuni stabilimenti francesi, mentre per altri ci sarebbe la chiusura. Il risultato sarebbero comunque 14.600 posti di lavoro in meno in tutto il mondo. Per il CEO ad interim Clotilde Delbos, Renault “sta tornando alle sue basi” dopo un periodo di investimenti e spese negli ultimi anni.

Per Nissan, come avevamo anticipato la scorsa settimana, la chiusura più dolorosa è quella dello stabilimento di Barcellona. Il negativo di bilancio negativo per la prima volta in 11 anni porta direttamente verso una riduzione di modelli ed investimenti. Fatturato in calo del 14,6%, vendite calate del 10,6%, il primo passo è “spegnere” gli impianti che non sono più remunerativi. In prima fila c’è quello storico Barcellona, nato all’epoca dei veicoli a marchio Ebro.

3.000 dipendenti, indotto che coinvolge 25.000 persone per lo stabilimento Nissan più grande in Europa insieme a quello di Sunderland in Inghilterra. Verrà chiuso nonostante lo sforzo del governo spagnolo, mentre al momento a Sunderland sembrano dormire sonni tranquilli nonostante la Brexit.

In tutto ciò il convitato di pietra rimane Carlos Ghosn, che senza mai essere citato è il destinatario diretto delle critiche in merito ad espansionismo in capacità di produzione e investimenti. Arrestato in Giappone nel 2018 in quello che da fuori è sembrato quasi un “colpo di stato”, oggi è ancora in Libano, dopo la sua rocambolesca fuga dal Paese del Sol Levante avvenuta nel Dicembre 2019.

 

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