Ogni anno milioni di auto vengono richiamate per difetti di produzione che possono compromettere la sicurezza. In alcuni casi si tratta di semplici aggiornamenti tecnici, in altri di guasti gravi con conseguenze dirette su chi guida.
Alcuni richiami sono diventati noti per l’impatto economico, mediatico o per il numero elevato di veicoli coinvolti. Dal disastro industriale degli airbag Takata alle ripetute segnalazioni sul Cybertruck, la storia dell’automobile è costellata di casi che hanno costretto le case costruttrici a fermare la produzione e correre ai ripari.
Questo elenco, aggiornato al 2025, raccoglie gli episodi più estesi, ordinati per quantità di veicoli richiamati, offrendo un quadro completo delle criticità più gravi emerse nel settore automobilistico.
Indice dei contenuti
Takata – 67 milioni di veicoli richiamati (dal 2013 a oggi)
È il richiamo più vasto di sempre. L’azienda giapponese Takata, fornitrice di airbag per marchi come Ford, Toyota, BMW, Nissan e altri, ha prodotto dispositivi che potevano esplodere e ferire gravemente i passeggeri.
Inizialmente stimato in 42 milioni di unità, il numero è salito fino a 67 milioni entro il 2024. La causa principale era l’uso di un composto chimico instabile per l’attivazione degli airbag. Il richiamo è ancora in corso.
GM – 27 milioni di veicoli (2014)
Nel 2014, GM fu coinvolta in un caso critico di difetto all’interruttore di accensione. Il problema, noto internamente da dieci anni, causava lo spegnimento del motore durante la guida e la disattivazione degli airbag.
Almeno 24 decessi furono collegati al difetto. GM fu accusata di aver nascosto informazioni e di aver ostacolato le indagini. Ne seguì una class action miliardaria.
Ford – 21 milioni di veicoli (1980)
Un difetto al cambio automatico causava l’inserimento involontario della retromarcia invece del parcheggio. Il problema era noto come PRNDL (Park, Reverse, Neutral, Drive, Low).
Ford non riparò i veicoli, ma applicò semplicemente un’etichetta sul cruscotto per avvisare i conducenti. L’incidente ha alimentato per decenni le discussioni sulla responsabilità delle case produttrici.
Ford – 17,5 milioni di veicoli (1999–2009)
Un guasto all’interruttore del cruise control causava incendi nella zona del volante. Il richiamo riguardava veicoli Ford, Lincoln e Mercury prodotti tra il 1988 e il 1993.
Ford ignorò i primi segnali per anni, fino a un’ondata di casi documentati.
Toyota – 9 milioni di veicoli (2010)
Il richiamo coinvolse modelli Toyota e Lexus, inizialmente per colpa dei tappetini che si pensava causassero accelerazioni involontarie. Successivamente si scoprì che il problema era nel pedale dell’acceleratore. Il difetto fu collegato a 89 decessi e 57 feriti, rendendolo uno dei casi più tragici.
Volkswagen – 8,5 milioni di veicoli (2016)
Il caso Dieselgate, esploso nel 2015 e ufficializzato nel 2016, ha portato VW a richiamare milioni di auto. I motori diesel erano equipaggiati con un software che falsava i risultati dei test sulle emissioni. Le conseguenze per la reputazione del gruppo furono enormi, con sanzioni miliardarie in USA e UE.
Ford – 7,9 milioni di veicoli (1996)
Un guasto all’interruttore di accensione causava incendi nei cruscotti di modelli Ford, Lincoln e Mercury. L’azienda sapeva del problema almeno cinque anni prima del richiamo ufficiale. Il difetto fu fonte di numerosi incidenti, anche con auto parcheggiate.
Toyota – 7,4 milioni di veicoli (2012)
Un’anomalia nei comandi dei finestrini elettrici poteva causare surriscaldamenti e incendi. Toyota individuò un’applicazione inadeguata del lubrificante nei meccanismi. Il richiamo riguardò più modelli, inclusi Corolla e Camry, e fu esteso a livello globale.
GM – 6,7 milioni di veicoli (1971)
Il supporto motore difettoso poteva provocare l’accelerazione improvvisa del veicolo. GM richiamò Chevrolet Camaro ed altri modelli costruiti tra il 1965 e il 1970. Furono segnalati almeno 63 incidenti e 18 feriti.
GM – 6,4 milioni di veicoli (1981)
Il bullone della sospensione posteriore, soggetto a ruggine precoce, poteva cedere causando il distacco del braccio oscillante. Ventisette incidenti furono attribuiti a questo difetto. Il richiamo interessò l’intera gamma GM dell’epoca.
Tesla – 4,1 milioni di veicoli (2022–2023)
Il software di guida autonoma è stato al centro di numerosi malfunzionamenti: mancato arresto agli stop, prosecuzione in corsie di svolta obbligata, e frenate improvvise. Il richiamo è avvenuto in più fasi, totalizzando oltre 4 milioni di veicoli coinvolti.
Ford – 4,1 milioni di veicoli (1972)
Le cinture di sicurezza risultavano troppo corte e di difficile utilizzo. L’NHTSA multò Ford per 95.000 dollari (equivalenti a circa 500.000 attuali). Il problema fu risolto sostituendo i dispositivi in migliaia di automobili.
GM – 3,7 milioni di veicoli (1973)
Un difetto nella protezione anti-detriti poteva bloccare la sterzata a sinistra. Il sistema, pensato per evitare che pietre finissero nel sottoscocca, si rivelò inefficace. GM intervenne montando una protezione supplementare a bulloni.
Volkswagen – 3,7 milioni di veicoli (1972)
La casa tedesca richiamò Beetle e Microbus costruiti tra il 1947 e il 1969 per problemi vari, tra cui tergicristalli difettosi. La stampa dell’epoca a parlare della sicurezza generale dei veicoli coinvolti.
Ford – 1,5 milioni di veicoli (1978)
Ford Pinto e il Mercury Bobcat erano soggetti a incendi in caso di tamponamento. La normativa richiedeva che il serbatoio reggesse impatti a 48 km/h, ma sei persone morirono in incidenti legati a questo difetto. I modelli furono ritirati dal mercato entro il 1980.