Quando si dice che la legge è uguale per tutti. A Torino, il Comune si è visto costretto a pagare una multa presa da una propria auto di servizio, dopo che il conducente – un ex dipendente – si è rifiutato di versare l’importo. La sanzione, pari a 183,10 euro, è stata saldata poco prima della scadenza dei 60 giorni per evitare un aumento della cifra. Ma ora si profila una battaglia legale per recuperare quanto dovuto.
L’infrazione e la caccia al responsabile
Secondo La Stampa, il fatto risale al 2 maggio scorso, quando una Fiat 500 elettrica in dotazione al Comune è stata immortalata da un autovelox mentre superava il limite di velocità, tra i 10 e i 40 km/h oltre il consentito. Pochi giorni dopo, la notifica è arrivata a Palazzo Civico, dando il via a un’indagine interna per risalire all’identità del conducente.
La responsabilità è stata attribuita a un ex dipendente del Comune, che ha accettato la decurtazione dei punti dalla patente, ma ha rifiutato di pagare la multa. Secondo una circolare interna del 10 ottobre 2024, chi guida un mezzo comunale e commette un’infrazione è tenuto a pagare personalmente la sanzione. Ma nel caso di un ex dipendente, le cose si complicano.
Pagamento e ricorso alle vie legali
Per evitare un aggravio di spesa, la Città ha anticipato l’importo, nel rispetto della scadenza amministrativa. Ma non intende lasciar correre: l’intenzione ora è quella di avviare un’azione legale per rivalersi sull’ex lavoratore, con il supporto degli avvocati del Comune.
La vicenda, surreale ma regolata da norme precise, rappresenta un paradosso della burocrazia pubblica, dove l’amministrazione si trova a essere al tempo stesso vittima, pagatore e danneggiato. E dimostra come anche i piccoli episodi quotidiani possano trasformarsi in contenziosi che toccano denaro pubblico e responsabilità individuale.