Suzuki Ikigai

Suzuki Ikigai, il concept sportivo realizzato dagli studenti dello IED

Che bravi i nostri ragazzi!

Gli studenti dell’Istituto Europeo di Design, sede di Torino, corso triennale in Transportation Design si sono cimentati nel progetto Suzuki Ikigai votato ad avere l’uomo e la sostenibilità al centro, anche se con soluzioni diametralmente opposte.

Una sorta di nuovo umanesimo ma dal punto di vista industriale, quello che Suzuki Italia ha chiesto ai laureandi dello IED di Torino. Del resto, abbiamo già avuto modo di vedere la creatività dei ragazzi italiani (e non solo, visto che sono 27 studenti di 7 paesi diversi), pronti a portare avanti la lunga tradizione del design industriale italiano, guardando ai tre progetti presentati dai laureandi al Master TAD 2020 del Politecnico di Milano.

Suzuki Ikigai

Nello specifico, Suzuki Italia ha chiesto ai ragazzi che il veicolo realizzato fosse un 4x4xALL, un veicolo ibrido o elettrico che rispettasse la tradizione dell’azienda nipponica, sulla falsa riga di modelli come Swift Sport, Jimny o Vitara: veicoli che quindi non ricercassero le performance estreme né fossero concentrati di tecnologia, ma che avessero tutti gli elementi necessari per valorizzare l’umano, sia interno che esterno al veicolo, mettendolo in sicurezza, in comodità, e in condizioni di divertirsi.

Ma Suzuki Ikigai ha una particolarità in più. Realizzata da Samuele Errico Piccarini, Francesca Ferdinandi e Salvatoreandrea Piccirillo, non si ispira ai best seller di Suzuki, ma da una delle vetture meno note, la Suzuki Escudo Piked Peak, auto divenuta celebre grazie al videogioco Gran Turismo.

Il design spigoloso di Suzuki Ikigai

Sviluppata al 100% sia negli interni sia negli esterni, dopo una fase di progettazione che parte dallo studio del mercato e del marchio Suzuki e dalla ricerca dello stile, e che arriva alla modellazione 3D e ha un video di presentazione vivace e dinamico, la Suzuki Ikigai nasce per non passare inosservata.

Suzuki Ikigai

È chiaramente una concept car che vuole anticipare la prossima sportiva coupé (o 4 porte) della casa nipponica. Si distingue per delle linee molto tese e ricercate, e un design che rompe sicuramente gli schemi. L’anteriore è molto appuntito, quasi a ricordare la prua di una nave, ed è costituto unicamente da una striscia a LED incastonata tra il cofano e il paraurti massiccio, e ha una trama lineare, rigida ma molto complessa. Un’altra striscia a LED, più piccola e questa volta verticale, si trova esattamente nella punta del paraurti, che per il resto è spezzato nel suo grigio scuro da prese d’aria di un nero lavorato con inserti di diversi colori, come l’azzurro o il rosso-fucsia, che fanno sembrare il materiale come una sorta di granito scuro, o ardesia particolarmente lavorata. Lo stesso effetto si ritrova anche nei minigonne, nei parafanghi posteriori, nel tettuccio e nel paraurti posteriore. Il cofano, inoltre, appare molto muscoloso, ed è su due livelli, con la parte che arriva dal parabrezza che affonda nella parte anteriore, creando un grande dinamismo e un altrettanto grande presa d’aria. Il parabrezza è invece un pezzo unico di vetro brunito, che funge quindi anche da finestrino laterale.

Suzuki Ikigai

Di profilo la vettura rimane molto dinamica, e si nota naturalmente per i grandi cerchi dal design se possibile ancora più ricercato, con elementi in bronzo, in azzurro (lo stesso delle particelle viste sul nero di cui sopra) e in nero, l’azzurro si ritrova anche nel piccolo LED che serve per aprire la vettura, affiancato dalla scritta Slide to Unlock, che fa presupporre il riconoscimento dell’impronta o comunque un movimento simile a quello che c’era su iPhone fino a qualche anno fa. La portiera, tra l’altro, è la parte più movimentata del profilo della Suzuki Ikigai, visto che ha una profonda scavatura che funge sia da presa d’aria sia da elemento stilistico, visto che dà vita a degli splendidi giochi luci e ombre. Altra grande nervatura, con una linea molto rigida, si ha nella parte posteriore del profilo, anche in questo caso pensata come elemento aerodinamico.

Suzuki Ikigai

Estremo anche il posteriore, il cui gruppo ottico riprende la stessa formula vista all’anteriore. Con lo sfondo nero misto agli elementi in azzurro e rosso di cui abbiamo già parlato (e che comunque ricorda lo spazio con le stelle e le galassie), si sviluppa una striscia orizzontale a LED che percorre il posteriore in tutta la sua larghezza, e sotto la quale si trova la scritta Suzuki, anch’essa a LED. Spezzata, invece, è la striscia verticale, di cui una parte si trova in alto, dividendo le prese d’aria e fungendo da appoggio allo spoiler; e una in basso, esaltata da una striscia in azzurro.

Suzuki Ikigai: interni da gamer

Ancor più interessante la filosofia che riguarda gli interni. I designer hanno optato per un coraggioso layout a tre posti, due anteriori e uno posteriore. Il pavimento riprende lo stesso nero con elementi azzurri e rossi visto fuori, mentre l’abitacolo ricorda sia una navicella sia una postazione da gaming di livello molto avanzato. La plancia è un unico, grande schermo che va da pannello porta a pannello porta, fornendo tante informazioni e potendo essere controllato quindi sia da chi guida sia dai passeggeri. Il volante ricorda un Joypad ed è anch’esso touch, sul cui schermo si trova l’indicatore di velocità e altre informazioni.

Suzuki Ikigai

Ho detto gaming non a caso, in quanto questa concept car punta proprio ai giovani con un’esperienza di in-gaming car. La plancia digitale e lo stesso vetro diventano quindi un enorme display dove giocare a un videogame strutturato in più livelli che sprona il giocatore a cercare avventure di guida e a compiere buone azioni da condividere con la community. Una scelta frutto dell’esperienza lock-down, che dona quindi alla vettura una seconda guida, riportandola alla sua funzione “primaria” dopo l’esperienza della quarantena, potendo scoprire quindi il mondo non più virtuale ma reale.

Suzuki Ikigai

I materiali interni sono 100% sostenibili: le batterie si basano su celle organiche a base di grafene, e sono prive di metalli, mentre i tessuti sono di origine vegetale o realizzati con plastiche riciclate e riciclabili.