Volkswagen apre il 2025 con una flessione degli utili, annunciando un calo del 40% nel primo trimestre dell’anno. A pesare sul risultato sono stati soprattutto l’aumento dei costi di produzione, la domanda debole in Cina e l’incertezza legata ai dazi statunitensi introdotti dall’amministrazione Trump.
Nei tre mesi terminati a marzo, l’utile ante imposte è sceso a 3,1 miliardi di euro, contro i 5,1 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024. Il margine operativo del gruppo è crollato al 3,7%, rispetto al 6% dell’anno precedente.
Una tempesta di fattori negativi
La casa automobilistica tedesca si trova a fare i conti con capacità produttiva in eccesso negli stabilimenti europei, un contesto che sta comprimendo i margini. In parallelo, la performance in Cina, uno dei mercati chiave per il gruppo, si è dimostrata più debole del previsto.
Anche la domanda di veicoli elettrici in Europa e negli Stati Uniti sta mostrando segnali di rallentamento. Le vendite irregolari di EV, sommate alla pressione politica e commerciale proveniente dagli Stati Uniti, hanno contribuito a creare uno scenario complesso.
L’effetto Trump e le incertezze sui dazi
L’incognita più rilevante nel breve termine resta quella dei dazi USA. L’amministrazione Trump ha modificato più volte la propria posizione, introducendo esenzioni temporanee e direttive che evitano l’accumulo di più imposte sullo stesso veicolo o componente.
Volkswagen ha indicato che il proprio target di crescita delle vendite per il 2025, fissato tra lo 0% e il 5%, non tiene conto dell’impatto potenziale dei dazi. In compenso, ha rivisto al ribasso la stima sui margini operativi, che si attesteranno nella fascia bassa del range previsto tra il 5,5% e il 6,5%.
Il caso Porsche e i timori del settore
Anche Porsche AG, marchio premium del gruppo, ha rivisto al ribasso le previsioni sui profitti per l’intero anno. La decisione è legata sia ai dazi sia a vendite di veicoli elettrici inferiori alle aspettative. In uno scenario incerto, altri costruttori come Mercedes, Volvo e General Motors hanno scelto di sospendere del tutto le previsioni annuali.
Volkswagen aveva già anticipato, in una comunicazione preliminare, che il trimestre avrebbe incluso oneri straordinari per circa 1,1 miliardi di euro, di cui 300 milioni legati a problematiche diesel e all’impatto dei dazi USA su veicoli spediti a marzo.
Ordini in crescita in Europa, ma basterà?
Un dato positivo arriva dal mercato europeo, dove la domanda per i nuovi modelli Volkswagen si è dimostrata impor. Il gruppo ha registrato un portafoglio ordini in crescita, che nel primo trimestre ha toccato quota quasi un milione di unità.
Tuttavia, resta da capire se la tenuta del mercato interno sarà sufficiente a bilanciare le difficoltà nei mercati esteri e le incertezze geopolitiche. La seconda parte dell’anno sarà decisiva per capire se Volkswagen riuscirà a ristabilire un equilibrio tra investimenti, produzione e strategie commerciali globali.