KTM sta affrontando una crisi senza precedenti. Negli ultimi mesi, sovrapproduzione e problemi di qualità hanno messo in ginocchio l’azienda, portando a debiti record e a una drastica ristrutturazione. Pierer Mobility, che controlla KTM, ha annunciato lo stop temporaneo della produzione nello stabilimento di Mattighofen, in Austria, con oltre 300 dipendenti coinvolti nei licenziamenti.
Il gruppo stima che per garantire la liquidità necessaria al 2025 serviranno finanziamenti per centinaia di milioni di euro. Questa situazione è un duro colpo per un’azienda che, fino a pochi anni fa, celebrava una crescita record e vantava una posizione dominante nel settore motociclistico europeo.
Lo scorso Settembre Hubert Trunkenpolz, membro del consiglio di amministrazione di Pierer Mobility, ha ammesso ai tedeschi di Motorrad Online:
“Abbiamo danneggiato il marchio KTM con la sovrapproduzione e i problemi di qualità. Ora dobbiamo rimediare”
Si, Trunkenpolz ha centrato la questione ma non dice tutto. Sul danneggiamento del marchio, spostare la produzione in Cina ed affidarsi a CFMoto, che tra l’altro offre una gamma di moto di buon livello, non ha aiutato agli occhi del grande pubblico.
Come si è arrivati a questa situazione?
La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sulle strategie produttive di KTM. Durante il periodo di lockdown, la domanda per motociclette e le due ruote in generale è esplosa, spingendo l’azienda a incrementare la produzione. Tuttavia, una volta terminata l’emergenza sanitaria, la domanda è calata drasticamente, lasciando i concessionari con un eccesso di scorte.
A questo si sono aggiunti problemi di qualità, in particolare legati ai motori LC8c parallel-twin utilizzati nei modelli 790 Duke e 790 Adventure. Il problema, stando a Trunkenpolz, è stata la mancanza di pezzi, che ha costretto l’uscita dalla linea di produzione per poi tornare in un secondo tempo a pezzi attivati in magazzino. Le segnalazioni dei guasti hanno compromesso la fiducia dei clienti, portando a costose campagne di riparazione.
Le conseguenze
Oltre ai licenziamenti e al blocco della produzione, Pierer Mobility ha deciso di rivedere le sue priorità, riducendo la partecipazione agli eventi sportivi. Marchi come Husqvarna e GasGas non parteciperanno alla Dakar 2025, mentre KTM schiererà una squadra ridotta.
Anche i piani per il lancio della nuova gamma 1390 Adventure sono stati ritardati: i modelli arriveranno in Nord America solo nel 2026, un anno dopo rispetto all’Europa.
C’è speranza per KTM
Nonostante le difficoltà, Pierer Mobility punta a riequilibrare i costi entro il 2025, adottando una strategia di ristrutturazione che include la riduzione della produzione e il rilancio del marchio.
La crisi attuale rappresenta una sfida enorme per KTM, ma l’azienda austriaca spera di superarla attraverso una maggiore attenzione alla qualità e alla gestione delle scorte, dimostrando che anche nei momenti più difficili è possibile rimettersi in carreggiata. In bocca al lupo.