Una moto elettrica capace di ricaricarsi grazie alla luce solare e di funzionare senza colonnine, senza carburante e senza batterie ingombranti. La proposta arriva da MASK Architects, studio specializzato in design e ingegneria che ha presentato Solaris, un concept che reinterpreta l’idea stessa di mobilità autonoma dal punto di vista energetico.
Solaris non arriva da un costruttore tradizionale ma da uno studio di architettura, dettaglio che spiega l’approccio fuori dagli schemi.
MASK Architects ha sviluppato il progetto all’interno del programma interno “Invent and Integrate”, che mira a creare soluzioni tecniche non vincolate ai limiti dell’industria automobilistica. Il risultato è una moto elettrica dotata di un sistema di ricarica solare integrato e capace di generare energia senza dipendere da infrastrutture esterne.
Le ali solari retrattili: l’idea centrale del progetto

La caratteristica più evidente è la presenza di superfici solari circolari retrattili che si aprono come un piccolo tetto sopra la moto quando è parcheggiata. Questo sistema amplia l’area di raccolta della luce solare e alimenta l’unità di accumulo integrata. Secondo MASK, la superficie disponibile aumenta fino al 150% rispetto ai pannelli tradizionali applicati direttamente sul telaio.
Una volta chiuse, le ali scompaiono completamente e non alterano la linea della moto. Questo consente a Solaris di mantenere un profilo pulito e una silhouette più vicina a quella di un prototipo industriale che a un mezzo sperimentale.
Il sistema solare lavora insieme a un’unità di gestione intelligente che controlla in tempo reale il flusso energetico, la ricarica e la distribuzione dell’energia alla batteria.
Il cockpit digitale mostra i dati essenziali, dalle informazioni sul recupero energetico alla quantità di energia solare assorbita. MASK prevede anche una gestione tramite app per monitorare lo stato di ricarica e le funzioni principali.
Il telaio utilizza una struttura mista in alluminio e fibra di carbonio per contenere il peso, con un forcellone in alluminio e una carrozzeria che punta sulla leggerezza. La moto è alimentata da un motore elettrico ad alta coppia e dotata di rigenerazione in frenata, anche se non sono stati divulgati dati tecnici precisi su potenza, capacità della batteria o autonomia.
Perché un concept così può avere senso, con tutti i suoi limiti

Una moto solare può trovare applicazione in aree isolate, prive di infrastrutture, o in contesti naturali dove la costruzione di reti elettriche è complessa. Solaris interpreta questa necessità con un approccio non convenzionale, trasformando la moto in una piccola stazione solare autonoma e riducendo la dipendenza da ricariche esterne.
Il sistema di ali solari retrattili occupa spazio quando è aperto e potrebbe risultare poco pratico in ambienti urbani. La mancanza di dati tecnici rende difficile valutare le reali prestazioni. E come ogni concept, Solaris rimane un esercizio di design più che un prodotto pronto per il mercato.
La vedremo in produzione?
No, non verrà prodotta, almeno per il momento. Solaris è una reinterpretazione radicale della moto elettrica, resa possibile dal lavoro di uno studio di architettura. Le ali solari retrattili, il sistema di gestione intelligente e l’approccio strutturale leggero creano un concept unico nel panorama della mobilità sperimentale. Per diventare un mezzo concreto serviranno dettagli tecnici, test reali e un percorso industriale, ma l’idea di una due ruote capace di ricaricarsi da sola resta uno degli spunti più originali del momento.
Fonti: NewAtlas, MASK Architects. Aggiornato il 26 Novembre.
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