Auto elettrica o kei car europea, decidete voi. Di certo è essenziale, geniale, reale. Difficilmente mi lancio in complimenti così sfacciati, ma ogni tanto arriva l’auto che mi fa dire subito “wow”. Anche perchè, ad essere onesti, da Dacia, non me l’aspettavo.
Nessuna scenografia futuristica o concept car da salotto. Dacia Hipster Concept esiste davvero, si può toccare, osservare, entrarci dentro. E stupisce da subito, ancora prima di scoprire che è lunga solo tre metri. Perché dal vivo, grazie alle proporzioni intelligenti e alla verticalità dei volumi, sembra molto più grande. È la classica auto che “fa spazio” invece di occuparne, ribaltando ogni convenzione del mercato elettrico attuale, fatto di auto sempre più ingombranti, pesanti e costose.
@quotidianomotori Auto elettrica, kei car europea, essenziale, geniale, reale. Difficilmente mi lancio in complimenti così sfacciati, ma ogni tanto arriva l’auto che ti fa dire subito “wow”. Nessuna scenografia futuristica o concept car da salotto. Dacia Hipster Concept esiste davvero, si può toccare, osservare, entrarci dentro. E stupisce da subito, ancora prima di scoprire che è lunga solo tre metri. Perché dal vivo, grazie alle proporzioni intelligenti e alla verticalità dei volumi, sembra molto più grande. È la classica auto che “fa spazio” invece di occuparne, ribaltando ogni convenzione del mercato elettrico attuale, fatto di auto sempre più ingombranti, pesanti e costose. Qui si cambia registro. Dacia parte da una pagina bianca e scrive un’idea audace: ripensare l’auto popolare per i tempi moderni. Niente fronzoli, ma anche niente rinunce. E per una volta, quando si parla di accessibilità, non si intende solo il prezzo, ma anche l’usabilità, la praticità, la sostenibilità vera. #dacia #hipster #conceptcar #cardesign #autoelettriche ♬ original sound – Quotidiano Motori
Qui si cambia registro, come vediamo qui sopra. Dacia parte da una pagina bianca e scrive un’idea audace: ripensare l’auto popolare per i tempi moderni. Niente fronzoli, ma anche niente rinunce. E per una volta, quando si parla di accessibilità, non si intende solo il prezzo, ma anche l’usabilità, la praticità, la sostenibilità vera.
Compatta fuori, immensa dentro (o quasi)

Si apre la portiera pardon e si entra in uno spazio che sorprende per ampiezza. Anche chi sfiora il metro e novanta trova posto senza problemi, sia davanti che dietro. E no, non è un miracolo, ma il frutto di proporzioni studiate con criterio: parabrezza verticale, sedili sottili ma comodi, finestrini ampi, tetto vetrato che amplifica la luce. La seduta è alta il giusto, l’accesso facile, la visibilità ottima. In pratica, è più facile entrarci che in molte berline compatte.
L’abitacolo è semplice, robusto, privo di schermi e fronzoli superflui. Ma personalizzabile grazie agli accessori YouClip: undici punti di fissaggio permettono di agganciare portabicchieri, plafoniere, contenitori. Il tutto con un linguaggio estetico coerente, pratico, senza pretese ma con un’identità chiara.

Lo smartphone diventa la chiave, la radio, il navigatore. Basta una dock e una cassa Bluetooth, tutto in pieno stile “Bring your own device”. Meno elettronica integrata significa meno peso, meno costi, meno problemi.

E poi c’è il bagagliaio. Che in configurazione minima offre 70 litri, ma ribaltando la panchetta posteriore raggiunge i 500. Quanto basta per caricare… una lavatrice. Davvero: la geometria del vano e l’apertura a doppio battente lo rendono perfetto per oggetti voluminosi. Non è fantasia, è la vita vera che trova il suo posto.
Filosofia light

Hipster Concept è leggera. Di massa, di materiali, di pensiero. È più corta di una Twingo ma accoglie quattro adulti, pesa il 20% in meno di una Dacia Spring e punta a dimezzare la carbon footprint rispetto agli attuali veicoli elettrici. Il segreto? Meno materia prima, meno verniciatura, più riciclo.

La plastica riciclata Starkle® riveste le fiancate, i fari posteriori sono protetti dal portellone e non richiedono vetri, le superfici verniciate si contano sulle dita di una mano. È design to cost, ma fatto con intelligenza e coerenza.
Un nuovo metro di misura

Non è un’auto nata per fare colpo, ma per fare bene. Non vuole essere status symbol, anche se potrebbe diventarlo, ma è comunque simbolo di un approccio più onesto alla mobilità. Non si guida per mostrarsi, ma per spostarsi in modo intelligente. È agile, semplice, concreta. Pensata per chi percorre meno di 40 km al giorno, cioè per il 90% degli automobilisti europei. E per chi cerca un’auto che entri nei parcheggi, nei budget, nella vita di tutti i giorni.
La versione definitiva dovrebbe arrivare nel 2026, ad un prezzo inferiore ai 20.000 euro. Al momento possiamo comunque dire che Dacia Hipster Concept non somiglia a nulla di ciò che si vede oggi sulle strade. Ma somiglia moltissimo a quello che serve davvero.
Dacia Hipster Concept – Scheda tecnica

I dati di Dacia Hipster Concept, che ovviamente potranno differire da quella definitiva che andrà in produzione.
- Alimentazione: 100% elettrica
- Lunghezza: 3,00 m
- Larghezza: 1,55 m
- Altezza: 1,53 m
- Posti: 4 veri
- Bagagliaio: da 70 a 500 litri
- Peso: circa 20% inferiore rispetto a Dacia Spring
- Autonomia: sufficiente per due ricariche a settimana (stimata sui 150-200 km)
- Batteria: non specificata
- Ricarica: standard per uso urbano
- Materiali: uso estensivo di plastica riciclata Starkle®
- Interni: struttura sedili a vista, panchetta anteriore, sistema YouClip® con 11 punti di fissaggio
- Connettività: dock per smartphone, sistema BYOD (Bring Your Own Device), cassa Bluetooth compatibile
- Dotazioni di sicurezza: airbag conducente e passeggero
- Colori: carrozzeria tinta in massa con tre elementi verniciati
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