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Tesla si blocca e provoca un tamponamento a catena: colpa del Full Self-Driving?

Il video del tamponamento a catena causato dal Full Self-Driving di Tesla che accende le polemiche sulla guida autonoma negli USA.

Una Tesla Model S cambia corsia e poi frena fino a fermarsi all’interno del San Francisco Bay Bridge, provocando un tamponamento a catena con otto auto. E’ ciò che possiamo vedere nel video pubblicato da The Intercept ripreso dalle telecamera di sorveglianza del ponte californiano.

Dal canto suo l’automobilista ha dichiarato alla polizia di aver utilizzato la nuova funzione “Full Self-Driving” di Tesla. Il video conferma quindi le informazioni dei rapporti iniziali secondo le quali la Tesla stava avanzando nel traffico prima di cambiare corsia e frenare senza una ragione precisa. L’auto avrebbe azionato la freccia, per poi spostarsi sulla corsia di sinistra, rallentando fino a fermarsi direttamente sulla traiettoria di marcia del veicolo successivo. Il filmato sembra anche coerente con le precedenti segnalazioni di automobilisti Tesla che si sono trovati di fronte a “frenate fantasma” nelle auto con FSD attivato.

L’incidente è avvenuto durante il Giorno del Ringraziamento, e guarda caso poche ore prima Elon Musk aveva annunciato trionfalmente che la funzionalità di “guida autonoma completa” di Tesla veniva resa disponibile in Nord America.

Tutto bene? Ovviamente no, e mentre le indagini sull’incidente sono ancora in corso, emergono un centinaio di denunce all’NTSA in tre mesi su presunte “frenate fantasma”.

C’è qualcosa che non va, ma pare che Elon Musk non sia convinto, tant’è che twittato che la casa automobilistica intende rimuovere una delle funzioni di sicurezza FSD di Tesla: lo steering nag, ovvero “nag del volante”. Si tratta di sensori di pressione sul volante dell’auto in grado di rilevare quando il conducente ha tolto le mani. L’Autopilot e l’FSD Beta di Tesla sono sistemi avanzati di assistenza alla guida di livello 2 e pertanto richiedono che il guidatore sia sempre attento e vigile per poter subentrare in caso di guasto del sistema. Alcuni automobilisti tentano di ingannare i sensori utilizzando palline da tennis, bottiglie d’acqua o prodotti appositamente progettati per fare credere all’auto che si abbiano le mani sul volante.

Il tweet di Musk ha però attirato anche l’attenzione dell’NHTSA, che ha confermato di aver contattato Tesla in merito al tweet nell’ambito di un’indagine più ampia sul sistema di assistenza alla guida della casa automobilistica.

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Foto di Milan Csizmadia su Unsplash

Ma è davvero guida autonoma?

No, perchè come abbiamo scritto l’Autopilot e l’FSD Beta di Tesla sono sistemi avanzati di assistenza alla guida di livello 2.

Il termine “guida autonoma completa”, ovvero Full Self-Driving, è stato criticato da tutti in quanto fuorviante e persino pericoloso. Citiamo allora Waymo di Google, che ha già annunciato che non avrebbe più utilizzato questo termine. Ma non c’è solo Waymo, perchè anche “Self-Driving Coalition for Safer Streets” (Coalizione per la guida autonoma per strade più sicure) ha cambiato il nome in “Autonomous Vehicle Industry Association” (Associazione dell’industria dei veicoli autonomi).

Sullo sfondo c’è l’incapacità della politica americana di fornire un quadro legislativo chiaro, sia in termini di tecnologia utilizzabile su strade pubbliche, sia nei termini che è possibile utilizzare. A questo punto, forse è meglio l’immobilismo europeo che sulla guida autonoma è giustamente molto più cauto.

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