Aereo in decollo al tramonto con ponte e paesaggio urbano sullo sfondo.

Perché dopo il decollo c’è un momento in cui sembra che l’aereo stia “cadendo”?

Quella sensazione di caduta subito dopo il decollo dell’aereo? È normale. Ecco cosa succede davvero nei primi minuti di volo e perché non è un problema.

Molti passeggeri, anche i più esperti, avvertono una sensazione di vuoto o caduta poco dopo il decollo. Si tratta di un momento in cui l’aereo sembra rallentare e abbassarsi bruscamente, creando un piccolo allarme interiore.

In realtà non si tratta di un malfunzionamento o di turbolenze, ma di una fase del tutto normale del volo, legata a precise manovre tecniche. Tra l’altro, qui i motivi per i quali le turbolenze non sono pericolose.

Vediamo come avviene il decollo, e a che cosa è dovuta questa sensazione.

Come funziona il decollo

Durante il decollo, i motori dell’aereo lavorano a spinta massima e la salita avviene con un’inclinazione accentuata, spesso tra i 10 e i 20 gradi verso l’alto, a seconda del peso e del tipo di aeromobile. I flap e gli slat sono estesi per generare maggiore portanza a bassa velocità, e tutto il processo trasmette un’impressione potente e verticale.

Una volta raggiunti circa 300 metri di altitudine (1.000 piedi), i piloti riducono la potenza dei motori passando dalla spinta di decollo alla spinta di salita. Questo passaggio serve a preservare i motori, ridurre il consumo di carburante e limitare l’inquinamento acustico, soprattutto vicino agli aeroporti.

In questa fase, l’aereo abbassa leggermente il muso, accelera per raggiungere la velocità di crociera sotto i 3.000 metri, e retratta progressivamente i flap. È proprio in questo momento che si avverte quella sensazione di “caduta”, che in realtà è un’illusione.

Sembra di scendere, ma si sale

Airbus A380

Nonostante le sensazioni fisiche, l’aereo non sta scendendo, anzi: continua a salire, ma con un’inclinazione meno marcata e con un rumore dei motori ridotto. Questo cambiamento di angolo, rumore e forza g è sufficiente a generare una percezione errata nel corpo del passeggero, simile a un piccolo vuoto allo stomaco.

Anche i piloti percepiscono queste variazioni, ma le considerano routine assoluta, tanto che non richiedono nemmeno particolare attenzione durante il volo. Ci sono aeroporti in cui questa sensazione può essere più marcata, in particolare quando le regole sul rumore impongono una rapida riduzione della spinta subito dopo il decollo. Anche gli aeroporti situati in zone montuose o costiere possono richiedere manovre più dinamiche nella salita iniziale.

Curiosamente, l’aria troppo stabile può amplificare la sensazione, perché non c’è alcuna turbolenza che “nasconda” i cambiamenti di inclinazione.

La sensazione dura solitamente meno di 20 secondi e non è motivo di preoccupazione. Solo se si verificano anomalie evidenti, come un forte abbassamento senza ripresa, rumori inusuali, reazioni del personale di bordo o annunci di emergenza, si può parlare di evento anomalo. In assenza di questi segnali, è tutto assolutamente nella norma.

Come ridurre la sensazione e l’ansia

Se si è particolarmente sensibili, è utile sapere che i posti vicino alle ali dell’aereo subiscono meno movimenti e sono quindi più stabili. Al contrario, la parte posteriore è quella dove le variazioni di inclinazione si avvertono di più.

Conoscere i motivi di questo fenomeno può aiutare a ridurre l’ansia, proprio come accade quando si capisce che la turbolenza non è pericolosa. Anche tenersi occupati con musica, film, letture o conversazioni o praticare tecniche di respirazione profonda, può aiutare a gestire la risposta del corpo al cambiamento di quota.

In ogni caso, si tratta di una fase attentamente monitorata, in cui i piloti seguono procedure standardizzate e si allenano regolarmente nei simulatori per affrontare qualsiasi imprevisto.

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