hostess posto migliore

Questa è la frase che nessun assistente di volo vuole sentire da parte dei passeggeri

Un’ex assistente di volo spiega perché una frase molto usata dai passeggeri è tra le più fastidiose per il personale e non serve a ottenere ciò che si vuole.

Può sembrare una semplice osservazione, ma per chi lavora a bordo è una delle frasi più irritanti da sentire. Lo ha raccontato un’ex assistente di volo che, dopo anni di esperienza, invita i passeggeri a evitare un’espressione tanto diffusa quanto controproducente: ma sul mio ultimo volo….

Molti la usano per giustificare comportamenti o avanzare richieste, spesso con la speranza di ottenere un trattamento simile a quello vissuto in precedenza. Ma il risultato è quasi sempre l’opposto.

Perché non funziona

Chi pronuncia quella frase di solito lo fa in due casi: quando riceve una richiesta dal personale – ad esempio spegnere il telefono, mettere la borsa nella cappelliera o alzare l’aletta del finestrino – oppure quando chiede qualcosa che gli viene negato, come uno snack in più, un upgrade o una coperta supplementare.

Il problema è che ogni compagnia aerea ha regole proprie, e perfino lo stesso vettore può applicare procedure diverse a seconda del tipo di aereo o della rotta. Come scrive PYOK, se qualcosa è stato concesso in passato non significa che sia sempre previsto.

Il caso del bagaglio che “prima ci stava”

Un esempio concreto riguarda i bagagli a mano. Capita spesso che un passeggero insista perché la sua valigia “era salita senza problemi” su un altro volo. Ma se oggi non entra nella cappelliera, andrà in stiva. E nella maggior parte dei casi, si tratta di bagagli che non rispettano nemmeno le misure consentite.

Più rispetto, meno confronti

Gli assistenti di volo non creano regole a piacere. Seguono linee guida aziendali e norme di sicurezza. A volte un collega può essere stato più permissivo, ma questo non giustifica l’aspettativa che tutto sia sempre uguale. Anzi, insistere su confronti passati rischia solo di irrigidire il dialogo.

Se c’è qualcosa che davvero può aiutare un volo ad andare meglio, è un approccio collaborativo e rispettoso. Anche in alta quota, il tono fa la differenza.