Roberto Parragué Singer e l’Isola di Pasqua

Carlo Nava
21/04/2019

Roberto Parragué Singer e l’Isola di Pasqua

Conoscete Roberto Parragué Singer? No? Però sapete che in questi giorni si festeggia la Pasqua. Ora la parola Pasqua e Roberto Parragué Singer, hanno qualcosa in comune nella storia del volo.

Roberto Parragué Singer è stato un pilota dell’aviazione militare cilena, che tra gli anni 40 e 50 nutriva un ambizioso sogno. Voleva aprire nuove rotte nel Pacifico e in particolar modo si era intestardito nel fare atterrare, per la prima volta in assoluto, un aereo nell’isola di Pasqua, distante dalla capitale cilena oltre 3700 km.

Se guardiamo una cartina, ci rendiamo conto che negli anni di Parragué e con la tecnologia del tempo, l’impresa poteva sembrare folle e pericolosa. E lo era a tal punto, che tutti i tentativi di avere un appoggio governativo per una missione simile erano sempre falliti, con un totale dissenso delle autorità cilene. Le difficoltà erano di tipo tecnico, un volo lungo, per cercare di individuare una minuscola isola, senza nessun tipo di aiuto se non notevoli doti di navigazione e una buona dose di fortuna. Troppo rischioso.

Roberto Parragué Singer era un pilota abile ed esperto nella pianificazione di voli complessi e negli anni era stato organizzatore e responsabile di una scuola di navigazione aerea. Lentamente riuscì a convincere una ristretta cerchia di sostenitori e cominciò ad intravedere una possibilità di realizzare il proprio sogno. Nel 1950 si recò sull’isola di Pasqua con una delle navi che facevano servizio regolare di rifornimento, ed individuò a Mataveri un luogo adatto per un atterraggio, facendo spianare e preparare una pista in erba di circa 800 metri. Dopo altre insistenze, finalmente ottenne il via libera ufficiale dalle autorità per poter tentare l’impresa, che sarebbe avvenuta utilizzando un bellissimo velivolo anfibio Catalina PBY-5, ribattezzato “Manutara”.

Il 19 Gennaio del 1951, Parragué decolla dall’aeroporto di La Serena, sotto gli occhi del Presidente Cileno e di una folla di 25000 persone. Dopo molto tempo, il Cile si era finalmente convinto che una tale missione, qualora fosse riuscita, avrebbe potuto avere un’eco importante e portare prestigio alla nazione sud americana. Dopo 19 ore e 20 minuti di volo Parragué giunge a destinazione ed atterra con successo sull’isola, accolto da una popolazione festante e aprendo una nuova epoca per l’isola di Pasqua.

In patria l’orgoglio della popolazione era alle stelle e il presidente cileno ordinò un’immediata promozione del pilota eroe. Felicissimi della nuova possibilità di collegamento con la terra ferma gli abitanti dell’isola di Pasqua donarono agli abitanti di La Serena uno dei loro Moai, alto 4 metri, ancora oggi conservato nella città cilena. Diverse altre peripezie saranno al centro della vita di Roberto Parragué Singer, che si spense, con un po’ di ironia della sorte  nella data che sto per dire, nel giorno di Natale del 1995.

In ogni caso oggi è ricordato come il pioniere che ha aperto la strada al collegamento turistico ed economico con l’isola di Pasqua. E grazie ai suoi sforzi, l’aeroporto di Mataveri è diventato oggi uno scalo internazionale importante e singolare. Importante a tal punto per via della posizione in mezzo all’oceano, di indurre la NASA, ad ampliarlo con una pista di oltre 3 Km, da poter essere utilizzata in caso di emergenza, dalle missioni Shuttle. Le dimensioni della pista hanno reso lo scalo prezioso e strategico, tanto da essere utilizzato negli anni passati anche dal Concorde.

L’isola di Pasqua è l’unica isola al mondo così piccola, ad avere uno scalo così grande ed attrezzato. Il tutto grazie al sogno e alla tenacia di un pilota capace e lungimirante. Buona Pasqua a tutti!

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