Alfa Romeo Scighera fine

Che fine ha fatto l’Alfa Romeo Scighera?

Lancio, progetto, breve storia e fine dell’Alfa Romeo Scighera, una delle auto del Biscione più originali mai ideale. Nel nome, un omaggio alla Pianura Padana.

Alfa Romeo Scighera. Una vettura praticamente mai nata, almeno per quel che riguarda la produzione di serie, ma che molti alfisti e, in generale, appassionati di auto belle e sportive ricordano bene. Sarà per il nome, per le prestazioni, o semplicemente per la firma sul progetto di un Giugiaro: fatto sta che questa concept è riuscita a entrare nel mito, anche se le sue tracce nel mondo reale si sono perse quasi subito.

Ecco, quindi, come era nato il nome Scighera, che caratteristiche aveva il modello e come è finita la sua storia ancor prima di iniziare.

Cosa significa Scighera?

Non tutti lo sanno, ma il nome Scighera è un omaggio del Biscione alla città di Milano e, in generale, alla Lombardia, terra d’origine del marchio: scighera, infatti, in dialetto milanese significa nebbia. È una parola usata per descrivere quella leggera foschia che si alza nelle prime ore del mattino o alla sera, soprattutto in autunno e in inverno, tipica della Pianura Padana. Nella metafora automobilistica, la scighera si alza quando la coupé chiusa sfreccia sulla strada, dando, come vedremo, il meglio di se stessa in termini di prestazioni.

La nebbia in Val Padana dunque ha ispirato questo concept, anche perchè la scighera è un elemento del territorio ormai entrato nell’immaginario collettivo. Così come le linee affascinanti dell’auto in questione sono pensate per catturare immediatamente l’immaginario collettivo. Anche se poi questa Alfa non è riuscita a percorrere la carriera delle sue sorelle degli anni Duemila, in primis la Stelvio.

Alfa Romeo Scighera interni sedili
Image: Wheelsage.org

La storia della concept Scighera

La storia della concept Scighera inizia a metà degli anni Novanta: un progetto stilistico di un brand molto noto, Italdesign, che porta un’illustre firma, quella di Fabrizio Giugiaro, figlio di Giorgetto. L’idea è molto semplice: rendere omaggio al palmares sportivo della Casa di Arese. Non a caso, la silhouette, le dimensioni, 4,3 metri di lunghezza per quasi due di larghezza e solo 1,1 metri di altezza e le prestazioni sono da sportiva da pista.

Alfa Romeo Scighera esterni
Image: Wheelsage.org

Le caratteristiche dell’Alfa Romeo Scighera

Il design esterno è caratterizzato da un frontale aggressivo, con il tradizionale scudo al centro, fari sottili e affusolati, cofano da monoposto e, ai fianchi, passaruota imponenti. L’aerodinamica la fa da padrona, anche nell’originalissimo design delle portiere, con gli ampi vetri laterali che si sollevano verso l’alto, ad ali di gabbiano, e l’apertura laterale tradizionale degli sportelli.

Alfa Romeo Scighera retro
Image: Wheelsage.org

Il retro è da sportivona, con il motore centrale e trazione integrale, unito alla coda imponente, dominata da uno spoiler particolarmente affascinante. Pur essendo una coupé a due posti, la Alfa Romeo Scighera poteva diventare una spider, rimuovendo i vetri laterali. Il motore V6 da 3 litri era in grado di scaricare a terra una potenza di 400 Cv e far raggiungere alla Scighera una velocità di 300 km/h. Gli interni, infine, sono eleganti, in linea con lo stile del marchio.

Alfa Romeo Scighera apertura porte
Image: Wheelsage.org

La fine dell’Alfa Romeo Scighera

Forse più opera d’arte e omaggio al marchio che porta sul cofano che vettura vera e propria, la Scighera non è mai stata prodotta in serie. Nella storia è rimasto un esemplare unico, anche se l’idea di produrla in piccola serie era stata proposta inizialmente dai vertici del Biscione.

Troppo estrema per diventare realtà, la Scighera continua comunque a vivere anche ai giorni nostri: lo fa nell’immaginario e nei ricordi degli appassionati, ma anche in alcune caratteristiche che le sportive del marchio di Arese hanno successivamente ereditato.

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