Il settore automotive cinese è sotto i riflettori, complice la nuova politica commerciale di BYD, il maggiore costruttore nazionale di auto elettriche. Mentre le vendite continuano a crescere, il prezzo delle azioni ha subito un netto calo a Hong Kong, penalizzando anche altri player del comparto.
Lunedì le azioni BYD hanno perso l’8,6%, seguite da un ulteriore -4% martedì. Il titolo resta comunque in rialzo su base annua, ma l’attenzione degli investitori è tutta rivolta alla guerra dei prezzi esplosa sul mercato cinese.
Sconti su 22 modelli: parte la nuova fase della guerra dei prezzi

Tra le cause principali della flessione in Borsa figura l’annuncio di una massiccia campagna promozionale: BYD ha applicato tagli fino al 34% su 22 modelli, tra elettrici della serie Ocean e ibridi plug-in della gamma Dynasty.
Il modello Seal 07 DM-i è sceso di 53.000 yuan (circa 6.460 euro), mentre la Seagull è stata ribassata del 21%, passando a 55.800 yuan. L’obiettivo è chiaro: ridurre le scorte, che nei primi quattro mesi del 2025 hanno raggiunto ben 150.000 veicoli.
Secondo Deutsche Bank, questo livello corrisponde a un inventario pari a tre o quattro mesi di vendite: un limite non sostenibile per molti concessionari. Nel frattempo, Citi stima che le promozioni abbiano portato a un aumento del traffico nei saloni del 30-40%.
Reazione immediata dei concorrenti cinesi

La risposta delle altre case non si è fatta attendere. IM Motors, Leapmotor, Geely, Great Wall e Dongfeng hanno lanciato sconti mirati tra l’8% e oltre il 30%.
Tra gli esempi più importanti troviamo Leapmotor C11 disponibile a 103.800 yuan, oltre il 30% in meno, Geely Galaxy E8 e Xingyuan proposte con tagli tra l’8% e il 18% e Dongfeng eπ 007 scontata del 9%.
Una dinamica che mette sotto pressione i margini dell’intero comparto e spinge le aziende ad accelerare l’espansione oltre i confini nazionali.
Crescita globale e leadership in Europa

Parallelamente alle turbolenze interne, BYD continua a espandersi all’estero. Ad aprile ha registrato 380.089 vendite di veicoli a nuova energia, in aumento del 21% rispetto al 2024.
In Europa, il mese scorso, il costruttore cinese ha superato Tesla con 7.231 auto elettriche immatricolate, +169% su base annua. Il sorpasso è avvenuto in un contesto di flessione per Tesla, influenzata anche dalla figura pubblica del CEO Elon Musk.
Nel primo trimestre del 2025, BYD ha venduto quasi 1 milione di unità, puntando a raggiungere l’obiettivo di 5,5 milioni entro fine anno. L’utile netto ha toccato i 9,15 miliardi di yuan (1,11 miliardi di euro), con un margine lordo del 20%, superiore a quello di Tesla (16%).
Innovazione tecnologica e logistica per spingere l’espansione

La casa di Shenzhen investe anche sul fronte tecnologico, con l’integrazione del sistema R1 AI di DeepSeek sulle proprie vetture, una soluzione che punta a rivaleggiare con il sistema Full Self-Driving di Tesla, ma a costi più contenuti.
Inoltre, BYD è il secondo produttore cinese di batterie dopo CATL, il che le garantisce un vantaggio competitivo sul fronte dell’integrazione verticale e del contenimento dei costi di produzione.
L’azienda ha inoltre varato uno stabilimento in Ungheria per sostenere la domanda europea e ha attivato una nuova linea logistica via mare: una nave da 9.500 automobili partita dalla Cina è già diretta verso i porti europei.
L’intervento del governo cinese e i nuovi equilibri di mercato

Le autorità centrali di Pechino stanno osservando con attenzione l’evoluzione del comparto. Il Ministero del Commercio ha convocato i principali produttori per discutere di pratiche critiche, come l’immatricolazione di auto nuove vendute come usate su piattaforme secondarie.
Si punta a evitare squilibri simili a quelli che hanno colpito il settore immobiliare, promuovendo invece il consolidamento industriale e regole più rigide per garantire un contesto concorrenziale stabile e trasparente. In ogni caso i dubbi su una possibile strategia di dumping, rimangono tutti.