Truffa contachilometri taroccati e schilometrati: come scoprirla e cosa fare

Margherita Trevisan
20/11/2023

Truffa contachilometri taroccati e schilometrati: come scoprirla e cosa fare
Image: Pexels

La truffa dei contachilometri taroccati, manomessi o alterati è una delle più ricorrenti che si rischiano quando si va a comprare un’auto usata.

Si tratta della classica truffa che mettono in atto i venditori di auto di seconda mano scorretti, quando taroccano il tachimetro schilometrando  i reali chilometri percorsi da una vettura. E questo per far leva su un timore molto diffuso negli italiani. Vediamo perchè.

Contachilometri taroccati: la soglia psicologica dei 100.000 km

 

Fiat multipla
Image: Edward Miller/Keystone/Hulton Archive/Getty Images

La prima cosa che guarda un cliente alla ricerca di un usato sono sicuramente i chilometri percorsi dalla vettura, che anzi sono per la maggior parte il fattore decisivo. Ancora molto diffusa è la soglia critica dei 100.000 km, un concetto che risale ad anni fa e che ormai è considerato obsoleto. Si tratta di un mito che deriva dagli anni ’60 quando la vita delle auto era più limitata, così come lo erano gli spostamenti: 100.000 km si percorrevano in più tempo, salvo eccezioni.

Il risultato è che oggi i commercianti di auto usate preferiscono ovviamente avere una gamma di veicoli tutti tra il km 0 e i 90.000 km. Quelli senza scrupoli invece utilizzano i contachilometri taroccati: una modifica che fa apparire un valore di chilometraggio percorso molto inferiore rispetto alla realtà, in modo da riuscire a vendere anche le vetture più critiche.

Fortunatamente abbiamo modi per difenderci e per scoprire che si sta andando incontro a una truffa, che tra l’altro merita una denuncia alle forze dell’ordine. Infatti, la vendita di un veicolo con il contachilometri schilometrato è ritenuta una pratica commercialmente scorretta, in quanto ostacola il cliente nella valutazione dei costi futuri per la manutenzione dell’auto.

La competenza per quanto riguarda queste pratiche scorrette è dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che dà come consiglio, in caso sospetto, di minacciare segnalazioni all’Antitrust, facendosi assistere da un’associazione come l’Unione Nazionale Consumatori. Ma andiamo più nello specifico.

Come accorgersi della truffa: cosa controllare

contachilometri
Image: Yayimages

Iniziamo a fare quattro conti e partire con la considerazione più classica: se è troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è. In media le auto percorrono tra i 15 ed i 20.000 km all’anno. Un’automobile con più di 5 anni e meno di 80/100.000 km è stata usata davvero poco. Possibile? Forse si o forse no.

Controllare ricevute e fatture

Verifichiamo ricevute fiscali o fatture di tagliandi che riportano il chilometraggio ma soprattutto controlliamo i km riportati sul libretto nel corso delle revisioni. Cerchiamo in particolare un carattere pulito e senza sbavature, in modo da essere certi che non sia stato taroccato anche la carta di circolazione. Nel caso di bassi chilometri percorsi, nessuna ricevuta e fattura dei tagliandi, e numeri “sporchi”, deve scattare il nostro campanello di allarme personale.

Controllare il chilometraggio alla revisione

Il chilometraggio della revisione può essere controllato anche sul Portale dell’Automobilista permette di fare un controllo rapido ed efficace, per le auto che hanno più di quattro anni di vita. E’ necessario specificare il tipo di veicolo e targa per conoscere il chilometraggio reale dell’automobile fino all’ultima revisione effettuata.

Verificare lo stato del cruscotto e dei pedali

A questo punto è necessario controllare il cruscotto per notare la presenza di graffi, ma anche di un assemblaggio imperfetto. Anche questo potrebbe essere un indizio di un contachilometri taroccato. C’è da controllare infine i pedali. Qui ci vuole un occhio più esperto, ma è facile capire che se i pedali sono usurati, ed il contachilometri riporta numeri bassi e incompatibili con quanto stiamo osservando, la truffa è dietro l’angolo.

Sommiamo queste verifiche alla reazione del venditore. Se da risposte vaghe, oppure minimizza non tanto il risultato quanto l’oggetto del vostro controllo (es: ma perchè guardi i pedali, se la plastica si rovina prima mica è colpa mia!)

Contachilometri taroccati: attenzione ai contratti

contratto

Molto spesso nei contratti si trovano frasi fatte o insensate sul fatto che siete consapevoli che l’auto usata può presentare difetti non identificati. Frasi spesso accompagnate da millantati certificati di conformità, privi però del nome e di informazioni sull’ente che li ha rilasciati, e che contengono delle valutazioni molto superficiali e incomplete sullo stato del veicolo.

In ogni caso anche il contachilometri taroccato o schilometrato rientra tra i difetti di conformità: infatti, avete pagato di più una cosa che non valeva quei soldi, e che vi costerà più in manutenzione. Va ricordato che bisogna agire entro 24 mesi dall’acquisto dell’auto manomessa o entro 12 se c’è un accordo esplicito che riduce la garanzia. Si consiglia di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno al venditore, contestandogli un grave difetto di conformità e appellandosi all’articolo 129 del Codice di Consumo.

Se la differenza tra i chilometri reali e quelli reimpostati supera i 50.000 km, è una contestazione non sanabile per cui bisogna esigere la risoluzione del contratto, facendo capo all’articolo 130 del Codice di Consumo. Se, invece, rimane entro i 50.000 km potete richiedere una riduzione del prezzo di vendita, o un rimborso.

Cosa fare in caso di truffa: le azioni legali

Se il venditore si appella a scuse di qualsiasi tipo, dovete segnalare tutto all’autority, in modo che disponga le sanzioni previste, che vanno da 5.000 € fino anche a 5 milioni. In questo caso, non ci sono termini di prescrizione né dovete rivolgervi ad un avvocato.

Quest’ultimo serve se non si trova un accordo con il venditore, iniziando un’azione legale nel foro competente della vostra zona di residenza in quanto il Giudice è quello di residenza del consumatore, e non del venditore. Se sospettate una truffa, è utile anche fare una denuncia ai Carabinieri o alla Polizia, perché accertino il reato ed eventualmente procedano con l’Autorità Giudiziaria.

Le responsabilità del venditore

Tenendo conto sia del Codice del Consumo sia del Codice Civile, la pratica dei contachilometri taroccati equivale ad aver venduto una cosa per un’altra, e implica delle responsabilità contrattuali molto precise. Non importa, inoltre, che l’alterazione sia stata fatta dal venditore in persona, da suoi dipendenti su suo ordine, o da altre persone prima che il veicolo giungesse alle mani del rivenditore a sua volta truffato.

È in ogni caso compito del venditore verificare meticolosamente tutto quello che vende, e quindi comportarsi professionalmente. Ecco quindi che le responsabilità del venditore riguardano diversi aspetti. C’è una responsabilità penale, per frode in commercio e truffa qualora ci siano le prove che il contachilometri sia stato schilometrato dopo che il venditore è venuto in possesso del veicolo, e quindi su sua volontà.

La responsabilità contrattuale invece è la prassi, perché il venditore ha venduto una cosa per un’altra, così come quella istituzionale, che riguarda la pratica commerciale scorretta.

—–

Se questo articolo vi è piaciuto, condividetelo sui vostri social e seguiteci su Facebook, Twitter, Instagram e Flipboard. Non esitate ad inviarci le vostre opinioni e le vostre segnalazioni commentando i nostri post.

telegram

 

 

 

 

Copyright Image: Sinergon LTD