Auto EREV: cosa vuol dire questa sigla?

Silvio Beretta
22/08/2023

Auto EREV: cosa vuol dire questa sigla?
Image: Mazda

Le auto EREV non solo altro che le auto elettriche Range Extender, una categoria che sta entrando prepotentemente nel mondo della mobilità elettrica. Cosa significa EREV? La sigla identifica le vetture elettriche dotate di un piccolo motore termico che ha lo scopo di ricaricare la batteria e, quindi, aumentarne l’autonomia.

Approfondiamo qui come funziona il Range Extender, quali sono i modelli che appartengono a questa categoria e quali sono i vantaggi. Il primo? La soluzione consente di superare una delle barriere più consistenti delle auto elettriche: l’ansia da ricarica.

Come funzionano le auto EREV

Dal punto di vista meccanico le auto E-REV sono parzialmente associabili alle auto ibride e parzialmente alle auto elettriche. Ovvero, molte di esse hanno la spina per la ricarica e tutte hanno due tipologie di motori, elettrico e termico. A differenza delle ibride plug-in, però, la trazione avviene grazie al motore elettrico, mentre il termico di supporto svolge la funzione di caricare la batteria quando il livello di energia è basso, consentendo così di evitare del tutto o rinviare la sosta per la ricarica. Per questo, queste vetture vengono anche definite elettriche a benzina.

Di fatto, quindi, si tratta di auto elettriche che utilizzano un propulsore a combustione per avere più autonomia, in molti casi anche sopra i 500 km, senza dover optare per forza per una batteria enorme. Il motore benzina funge da generatore di energia ed entra in azione quando la batteria necessita di essere ricaricata.

Nella declinazione più estrema di Range Extender, come la tecnologia Nissan e-Power, la tecnologia EREV è in grado di funzionare perfino senza doversi mai ricaricare dall’esterno.

I modelli EREV

Nissan Qashqai E-Power, Nissan X-Trail EREV e Mazda MX30 R-EV sono solo tre esempi recenti di auto EREV. In passato, ci sono state esponenti importanti di questa categoria, come la BMW i3 Extended Range, la Opel Ampera e la Chevrolet Volt, che però poi sono uscite dal mercato.

Nissan Qashqai E-Power

Da qualche tempo, il ritorno di fiamma e perfino i cinesi sembrano essere molto interessati a questa soluzione, come testimonia la Leopard 5 di FCB, brand premium di Byd. Anche Audi ha sperimentato la tecnologia e lo ha fatto in pista con la Audi RS Q e-tron E2.

Auto E-REV: a chi convengono e a chi no

Il timore di rimanere a piedi è una discriminante che può spingere in maniera determinante a puntare sulle auto Range Extender. In particolare le auto pesanti come i Suv, con questa soluzione, possono aumentare la propria autonomia senza dover aumentare le dimensioni degli accumulatori, che spesso costituiscono un problema nella progettazione dell’auto. Per ovviare al problema dell’inquinamento, poi, le auto EREV possono essere alimentate anche da carburanti alternativi e green.

Di contro, se si percorrono pochi km al giorno e, quindi, l’ansia da autonomia è minore, non conviene puntare sul Range Extender. Meglio scegliere una delle auto elettriche sul mercato e affidarsi totalmente all’alimentazione dall’esterno.

BEV, EREV, PHEV, HEV, MHEV: le differenze

LE auto E-REV vanno ad alimentare la vasta rosa di veicoli basse emossioni e le relative sigle, che qui riassumiamo:

auto EREV mobilita elettrica

  • BEV: battery electric vehicles, ovvero le auto elettriche pure,
  • EREV: electric range extender vehicles, ovvero le auto che viaggiano al 100% in elettrico e ricaricano la batteria anche grazie alla presenza di un motore termico ausiliario,
  • PHEV: plug-in hybrid electric vehicles, ovvero le auto ibride plug-in, che possono ricaricare la batteria dall’esterno e viaggiare per molti km in elettrico,
  • HEV: hybrid electric vehicles, ovvero le auto ibride senza spina che sono in grado di percorrere pochi km in elettrico e si ricaricano automaticamente,
  • MHEV: mild hybrid electric vehicles, ovvero le auto ibride leggere, che utilizzano un motore elettrico come semplice “aiutino” per il motore termico.

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