ExxonMobil

ExxonMobil guadagna 6,3 milioni di dollari all’ora e si lamenta delle tasse EU

Pur vantanodsi dei miliardi guadagnati, a ExxonMobil non va giù di averci pagato sopra delle tasse in Europa

L’azienda petrolifera americana ExxonMobil ha fatto sapere di aver infranto il suo record di utili, con 56 miliardi di dollari incassati nel 2022, divenuto il suo anno più redditizio di sempre. Il tutto con buona pace della “transizione green”.

Si potrebbe dire un recupero in grande stile, dopo i minimi storici registrati nel 2020 con perdite di 22 miliardi di dollari, e superiore al precedente record di 42,5 miliardi del 2008. Con un guadagno di 6,3 milioni di dollari l’ora, secondo quanto riporta Reuters è addirittura il “punto di riferimento” per l’industria petrolifera occidentale.

Non è merito dei prezzi

Si potrebbe pensare che questo incremento degli incassi sia dovuto solamente a prezzi e domanda, ma ci sono motivi più profondi e slegati dal greggio. Se certo la produzione annuale del 2022 è aumentata, con 3,8 milioni di barili al giorno e quindi un incremento di 100.000 barili rispetto al 2021, c’è da dire che il gigante americano ha anche ha tagliato diversi costi durante gli anni più critici del Covid, con effetti duraturi.

Tagliare i costi significa non solo limitare spese in tecnologie, ma spesso significa prima di tutto tagliare il personale. 

Le colpe dell’UE

A quanto pare, però, i 76,8 miliardi di ricavi, ovvero 56 miliardi di utili con le tasse, non bastano. E anzi sono proprio le tasse a infastidire l’azienda: ExxonMobil si è infatti scagliata contro l’Unione Europea, colpevole a suo dire di averle fatto pagare troppe tasse.

Una cosa che non dovrebbe stupire, sia per la mentalità generale americana abituata a molte meno tasse rispetto a quella europea, sia in generale perché i colossi internazionali tendono a scappare dalle imposte, per esempio scegliendo come sedi europee sempre Irlanda o Paesi Bassi che di tasse ne fanno pagare poche.

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Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

Non è una cosa da poco: il colosso petrolifero ha citato in giudizio l’Unione Europea, per aver “superato la sua autorità” imponendo una tassa nuova e inaspettata entrata nell’ultimo trimestre del 2022.

Ciò avrebbe comportato il gravissimo taglio dei guadagni di 1,3 miliardi di dollari nel quarto trimestre: se non ci fosse stata, il profitto sarebbe salito da 59,1 miliardi o 6,7 milioni l’ora. Differenze che comunque Exxon potrebbe colmare impegnandosi a lavorare sul prodotto, anziché sperare in meno imposte.

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