Il greenwashing della Norvegia che usa l’eolico per estrarre più petrolio e gas

Gianluca Pezzi
21/11/2022

Il greenwashing della Norvegia che usa l’eolico per estrarre più petrolio e gas

Ogni volta che si parla di auto elettriche, il caso della Norvegia è sempre quello indicato come via maestra da seguire. La nazione che si è data all’elettrico viene psempre resa come esempio virtuoso per la transizione ecologica e per la nuova mobilità, non inquinante e rispettosa dell’ambiente.

Noi ci siamo occupati della Norvegia diverso tempo fa, quando andando ad indagare abbiamo scoperto come l’export di petrolio e gas sia la maggiore entrata per il Paese scandinavo. Ed è proprio grazie alla vendita di petrolio che in Norvegia sono riusciti a incentivare in maniera massiccia l’acquisto di nuove auto elettriche.

Ebbene, evidentemente non siamo i soli ad esserci accorti di questa ambiguità, tanto che anche NextWeb ha dedicato un articolo alla questione. L’occasione è stata l’inaugurazione del più grande parco eolico galleggiante offshore del mondo, Hywind Tampen, che ha iniziato a produrre energia. Sviluppato da Equinor è situato a circa 140 chilometri dalla costa norvegese ma, sentite bene, è anche il primo al mondo ad alimentare piattaforme petrolifere e di gas offshore.

Norvegia Piattaforma Gas

Si stima che il parco eolico possa soddisfare circa il 35% del fabbisogno annuale di energia elettrica di cinque piattaforme di estrazione. Si calcola che in questo modo le emissioni di CO2 verranno ridotte di circa 200.000 tonnellate all’anno. Tutto bene? Certo, ma visto che a pensar male ci si azzecca sempre, è anche il caso di far notare che l’energia eolica ha un prezzo notevolmente più basso, nonostante l’investimento.

Quindi, la Norvegia è il più grande produttore di petrolio e gas dell’Europa occidentale e non ha intenzione di smantellare la proria industria petrolifera. Nello stesso tempo ha speso centinaia di milioni di euro in una fonte di energia verde per rendere più economica l’estrazione di gas e petrolio, usando l’eolico galleggiante per continuare a estrarre combustibili fossili il più a lungo possibile.

Cosa ne deduciamo? Che i norvegesi ci vogliono far vedere solo ciò che a loro fa più comodo, utilizzando una narrazione che punta tutto sul loro rispetto per l’ambiente, con immagini di natura incontaminata, ma che dimentica volutamente tutto il resto. Qualche crepa sul finto ambientalismo nordico incomincia finalmente ad aprirsi: non sarebbe il caso di finirla una volta per tutte di proporre la Norvegia come esempio da seguire?

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