Ilya Shimchik ci ha parlato di Roborace e del suo futuro

Robin Grant
03/03/2021

Ilya Shimchik ci ha parlato di Roborace e del suo futuro

Abbiamo purtroppo conosciuto Roborace per un incidente avvenuto durante la partenza di una gara. Ma Roborace è un progetto fresco e innovativo, che ha molte potenzialità per crescere: si tratta, infatti, di un campionato di corse a guida completamente autonoma.

Roborace è un campionato che, quando arriverà alla sua versione definitiva, vedrà competere prototipi ad alte prestazioni e completamente autonomi, progettati, sviluppati e controllati a distanza da diversi team. Un progetto da tenere d’occhio, dicevo, sia perché si terrà sugli stessi tracciati della Formula E, con la quale condividerà anche il calendario, sia perché è un progetto che, come abbiamo noi stessi appreso, piace molto ai giovani. Abbiamo avuto l’occasione di parlare con Ilya Shimchik, responsabile del Team per SIT Autonomous, il team di sviluppo di guida autonoma targato Schaffhausen Institute of Technology.

Ilya Shimchik: “Roborace è una passione”

Roborace, per Shimchik, comincia circa 5 o 6 anni fa, quando è stato annunciato il campionato e lui ha iniziato a interessarsi, insieme ad altri membri tutt’ora parte del team.

Consideravo necessarie Roborace e la guida autonoma, e ho iniziato a cercare sponsor. In seguito, il desiderio di far parte di Roborace è diventato un piccolo team che in poco tempo è stato scoperto da SIT, e ora fa parte delle competizioni a guida autonoma di SIT“.

La vera domanda che ci si potrebbe chiedere è, in realtà, che tipo di competizione sia Roborace e cosa rappresenti per chi ne fa parte, chi costituisce al dietro le quinte. Che poi è un po’ il fascino di uno sport motoristico come questo. Conosciamo, infatti, le dinamiche di competizioni storiche e blasonate, come la formula 1, mentre ciò che sta dietro lo sviluppo di un campionato come Roborace resta un mistero.

Ilya Shimchik

Roborace spiega Shimchik – è una competizione tutta legata al software, per cui all’interno di ogni team ci sono sviluppatori di software, ognuno dei quali sviluppa l’auto e la guida. In realtà, possiamo dire che la routine quotidiana di un team di Roborace è la stessa di ogni sviluppatore software: si sveglia, va al computer, e comincia a lavorare sul codice, o a comunicare col team, discutendo di cosa sviluppare e su quale funzione focalizzarsi

Fondamentalmente, quindi, la vita di Roborace non comprende duri allenamenti, ma è più simile a un gruppo di nerd che esce dal mondo virtuale per portarlo un po’ in quello reale. “Noi sembriamo più affascinanti perché ci sono le gare, ma prima delle corse c’è lo sviluppo software” continua Ilya Shimchik, che si paragona quindi a un “normalissimo” sviluppatore di siti web o applicazioni, con la differenza che il focus di ogni ingegnere di Roborace è l’auto e il software per la guida autonoma.

Una vita nerd che combina più elementi: i classici sport motoristici, lo sviluppo software, e i videogiochi. Un team di sviluppo di Roborace, in effetti, va a unire queste tre cose, attirando sia gli amanti del motorsport, perché il risultato finale è una corsa su pista; sia i gamer, perché simile, nello sviluppo, a quello di un videogioco. Con la differenza che il videogioco finisce su un cloud, il software del team di SIT Autonomous ingegnerizzato da Ilya Shimchik e i suoi colleghi serve per controllare oggetti fisici e reali.

Dai giovani per i giovani

I videogiochi sono un po’ la chiave di lettura dei team di sviluppo di Roborace. A cominciare dal fatto che SIT Autonomous e il suo team hanno un vero e proprio canale Twitch, dove “streammano” le loro corse e i loro progetti. Proprio come i gamer odierni, e del resto Twitch nasce con questo obiettivo. Come racconta Ilya Shimchik, loro stessi sono un team giovane, che punta a cambiare il futuro, e non solo quello delle competizioni. La stessa SIT è un’università piuttosto giovane, essendo stata fondata nel 2019. E il pubblico che li segue, anche grazie a Twitch, è principalmente giovane.

Ilya Shimchik

Molto del nostro target è giovane, e chi apprezza questa competizione, ama anche i videogiochi e lo streaming di Twitch. È questo che ci rende diversi dalle competizioni classiche. Queste sono amate più da un target adulto, di mezza età; Roborace è invece per i giovani, che probabilmente non riescono a ritrovarsi nelle classiche gare, e che amano i videogiochi. Roborace è intrattenimento e tecnologia, come i videogiochi,  ma è anche uno sport motoristico

Commenta Shimchik, aggiungendo anche che, per avvicinarsi di più al pubblico e per sottolineare il legame con i videogames di Roborace, hanno intenzione di rendere i prossimi eventi più interattivi.

Roborace per lo sviluppo della guida autonoma

Se da un lato, lo sviluppo software accomuna Roborace a un videogioco interattivo e in realtà aumentata, dall’altro alcuni elementi lo accomunano alla Formula 1. A cominciare dallo sviluppo di una guida autonoma utile anche per migliorare quella destinata alle vetture consumer, proprio come la Formula 1 è un laboratorio in cui si sviluppano tecnologie da destinare poi alle auto di serie.

Ilya Shimchik, rispondendo alla nostra domanda, si dice molto orgoglioso dei progressi del suo team:

Abbiamo appena iniziato, e pensavo che dopo il primo evento saremmo scomparsi. In realtà siamo cresciuti in fretta, e ora possiamo competere con altri buoni team. Credo in un buon futuro per Roborace, e credo che diventeremo una competizione molto interessante. Ora è una ‘Season Beta’, lavoriamo per attirare tante persone, mentre tra 10 anni potremmo essere un campionato ricco di fan, e collaborare allo sviluppo della guida autonoma, testare le nostre tecnologie e innovazioni nelle corse di Roborace, e usarle sulle strade pubbliche, per formare i driver”.

L’obiettivo? Avere consumatori più consapevoli, e ridurre gli incidenti per strada. È questo, forse, l’obiettivo più “eroistico” di Ilya Shimchik, che del resto ci ha detto che in Roborace, a differenza, della Formula 1, non esistono dei volti pubblici, dei leader che guidano la competizione e che sono idolatrati dal pubblico.

Forse – scherza – dovremmo creare un avatar digitale, una sorta di supereroe, perché le persone adorano vedere connesioni emotive tra l’auto e il pilota. Al momento abbiamo solo il software, ma credo che a un certo punto usciremo con una sorta di personalizzazione, un ‘driver emotivo’ che dovrebbe stare nell’auto. Per ora ci stiamo pensando, ma forse prima o poi lo vedrete

Un’affermazione che, personalmente, mi ha ricordato molto una delle ultime fatiche di Steven Spielberg, “Ready Player One“: un mondo postmoderno, in cui esiste un enorme videogioco in cui le persone si immergono, con un altro nome e un loro avatar personalizzato. Il film ha un significato amaro, ma in Roborace la creazione di avatar digitali potrebbe al contrario essere divertente.

Shimchik, del resto, lo ha detto sorridendo. E sorridendo ci ha raccontato delle sue altre passioni, che non fanno di lui solo un nerd, ma anche un vero e proprio sportivo. Gli piace, infatti, correre e fare le maratone, e ha avuto anche l’occasione di nuotare per 4 km nel bosforo. Una chiacchierata davvero molto piacevole, che ci ha permesso di conoscere non solo lui, ma anche il team di comunicazione e di sviluppo di SIT Autonomous, e di conoscere un mondo tutto nuovo. E per gli appassionati di videogiochi come me (anche se imbranati!), un mondo tutto nuovo e interessante.

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