Incentivi auto esauriti con 300 milioni inutilizzati: un fiasco totale

Gianluca Pezzi
14/09/2020

Incentivi auto esauriti con 300 milioni inutilizzati: un fiasco totale
399154 03: A South Korean bank employee gives change in euro banknotes January 2, 2002 at the headquarters of the Korea Exchange Bank in Seoul, South Korea. South Korea brought in 40 million dollars worth of euro cash last month for the currency changeover. (Photo by Chung Sung-Jun/Getty Images)

Mentre il Governo si impegnava a spendere risorse in questioni come il bonus per monopattini elettrici e i mitici banchi con le rotelle, ecco che come previsto il fondo di 100 milioni di €, destinato ai veicoli rientranti nella fascia emissiva di CO2 91-110 g/Km, overo quella più “utilizzabile” da tutti, è andato ad esaurirsi dopo pochi giorni di vita.

UNRAE aveva chiesto una sorta di sistema di travaso delle risorse da una classe all’altra una volta che si fosse arrivati all’esaurimento di una delle dotazioni previste o di immaginare un fondo complessivo per tutti i veicoli agevolati ma, come ormai ci siamo abituati, la risposta non c’è stata. Quello che c’è di certo sono i quasi 300 i milioni disponibili, di cui probabilmente tanti in esubero, rientranti nelle altre fasce emissive incentivate, per autovetture elettriche o ibride plug-in, che evidentemente nessuno vuole comprare.

Ma i problemi non finiscono qui. Dovete infatti sapere che la piattaforma che gestisce l’Ecobonus prevede un limite di 50 pratiche al giorno per ogni concessionario registrato. La conseguenza è che, con i fondi agli sgoccioli, nella categoria CO2 91-110 g/Km, un cliente che ha comprato l’auto rischia di non vedersi concedere gli sconti perché la sua pratica è stata completata quando ormai i fondi erano esauriti. La situazione lascia nel caos le reti di concessionari a livello nazionale che devono gestire gli ovvi i reclami.

In questo clima, in quanti sono riusciti a comprare l’auto con l’ecobonus? A quanto pare dovrebbero essere un numero attorno ai 100.000, che potrebbe sembrare molto, ma è solo una frazione rispetto alle 600.000 auto in meno che si stima il mercato stia perdendo ora. Senza contare che l’ecobonus prevedeva un contributo obbligato da parte delle case e dei concessionari. Se chi doveva comunque cambiare la propria auto l’ha fatto in fretta e furia ora, è prevedibile una ulteriore fare di mercato fermo.

Le domande sono lecite: si poteva fare di meglio? Sicuramente si. A cosa è servito questo “giro” di Ecobonus? Se l’obiettivo era muovere il mercato e spingere gli italiani ad adottare motorizzazioni meno inquinanti, si tratta di un fiasco totale. Anche perchè, tanto per dare l’idea, il comparto occupa 160 mila addetti solo nell’area commerciale in Italia e fattura complessivamente oltre 50 miliardi di euro. Numeri che evidentemente non sono sufficienti per ottenere risposte serie e lungimiranti come accade, ebbene si, in Germania e in Francia dove l’industria automobilistica è considerata un patrimonio nazionale e non un settore utile solo quando c’è da “spremere”.

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